Nella mattinata di oggi, giovedì 25 maggio, con inizio alle ore 10.00, durante il corso di workshop “Il contributo della ricerca nell’archeometria e nella tutela del patrimonio monumentale“, saranno presentate in Basilicata, a Matera, 7 ricerche sull’utilizzo di tecniche innovative per l’analisi dei reperti archeologici ritrovati in Basilicata e in altre parti, un evento che si svolgerà nell’Aula Sassu dell’Università della Basilicata, in via San Rocco.
Gli studi sono stati realizzati dai ricercatori dell’Unibas, della Scuola di specializzazione in Beni Archeologici e dell’Unical e la ricerca di Roberto Teghil dell’Unibas riguarda i “Metodi spettroscopici laser in archeometria” per ottenere informazioni sulla struttura molecolare e condurre analisi su ogni tipo di materiale.
Donatella Barca dell’Unical parlerà dell’utilizzo della tecnica analitica “La-Icp-Ms” nel campo della diagnostica e conservazione dei beni culturali”, è porterà a conoscenza dei presenti anche i risultati ottenuti su alcuni campioni di malta provenienti dal sito archeologico di Teotihucan e dal Templo Mayor in Messico.
Le “Metodologie di indagine e di intervento nel recupero dei patrimoni culturali e dei Sassi di Matera” sono, invece, il titolo dell’intervento di Antonella Guida dell’Unibas, incentrato sull’integrazione tra tradizione e innovazione per riqualificare gli insediamenti residenziali nei Sassi e salvaguardare l’antica struttura tipologica ed urbana.
“Il contributo delle Scienze della Terra nella diagnostica e conservazione del patrimonio culturale” sarà l’argomento dell’intervento di Mauro La Russa dell’Unical e illustrerà l’apporto delle Geoscienze nel campo della diagnostica e della conservazione del patrimonio culturale.
Tonia Giammatteo, della Scuola di specializzazione in Beni archeologici, discuterà del “Contributo delle analisi archeometriche per lo studio e la diagnostica dei manufatti in archeologia: il caso di Torre di Satriano” e in particolare sull’importanza dello studio archeometrico applicato alla ricerca archeologica. Laura Scrano dell’Unibas illustrerà, invece, “Il ruolo dei microorganismi nella tutela dei beni culturali” con lo sviluppo di tecniche di biorisanamento o basate sulla biomineralizzazione in grado di portare a un consolidamento strutturale.
La relazione di Giovanna Rizzo dell’Unibas, si concentrerà sulla “Ceramica storica di Calvello: un esempio ancora attuale”, uno studio da cui è emerso che questa produzione risale almeno al XVII secolo e che probabilmente era favorita dall’utilizzo delle materie prime locali, sabbie e argille e con tecnologie avanzate realizzate da altiforni da combustione.
Il workshop, organizzato in collaborazione con l’Università della Calabria, rappresenta “un’occasione per illustrare le attività di ricerca e le competenze di ricercatori dell’Università della Basilicata, della Calabria e della Scuola di Specializzazione sul patrimonio monumentale”, come ha spiegato la docente dell’Unibas, Giovanna Rizzo che ha anche aggiunto “i contributi evidenziano l’importanza del patrimonio monumentale, testimonianza del passato e valore del futuro e la sua conoscenza, attraverso un approccio multidisciplinare delle metodologie di diagnostica e di conservazione del patrimonio stesso”.
Come segnalato in una nota da Davide De Paola, Addetto Stampa dell’Università degli Studi della Basilicata, il seminario avrà inizio con i saluti istituzionali della Rettrice dell’Unibas, Aurelia Sole, del Rettore dell’Unical, Gino Mirocle Crisci e del direttore del Dicem, Ferdinando Mirizzi con il comitato scientifico composto da Giovanna Rizzo, Michele Paternoster, Rosa Sinisi e Salvatore Laurita.
Redazione
Direttore Editoriale