È arrivata in redazione alcuni giorni fa questa nota stampa, inviata dal “Circolo Il Picchio” di Picerno, in provincia di Potenza, una città della Basilicata di circa 6mila abitanti, che con immenso piacere la pubblichiamo integralmente, senza apportare alcune modifiche o aggiunte in merito, ma anticipo da alcune mie esperienze che sono problematiche che si verificano un pò dappertutto in Basilicata.
Molto spesso per avere alcune notizie ed eventi organizzati da tantissime associazioni locali bisogna fare richieste sempre alle persone giuste.
In una città della quale preferiamo non farne il nome per non farne pubblicità lla stessa, seppur in negativo, esistono tantissime associazioni che non curano assolutamente la loro visibilità con eventi periodici poi organizzati e vissuti tra 4 gatti, parafrasando una vecchia canzone ancora dì moda proprio in tal senso e con la politica assente ovunque che cura a malapena i propri interessi locali, ma questa è soltanto un’altra storia, anche di grande incapacità a far conoscere le proprie iniziative, sopratutto quelle positive.
Invece adesso leggiamo insieme cosa ha da dirci in merito il “Circolo Il Picchio” con notizie davvero molto interessanti.
“A Picerno, da qualche anno a questa parte si svolge una manifestazione nel ricordo dei moti rivoluzionari del 1799.
Sin dal principio, tale evento, e sarebbe dovuto essere uno dei tanti, è stato proposto dagli amministratori locali in un’ottica di coinvolgimento delle associazioni presenti sul territorio.
Nell’edizione 2017, di quest’anno ci sono stati degli stravolgimenti che in particolare hanno interessato appunto le associazioni Picernesi, o meglio una parte di esse.
Negli anni addietro era compito di queste, l’organizzazione e la gestione degli stand enogastronomici, già nel 2016 a causa della pochezza nel livello organizzativo alcune delle suddette associazioni avevano negato la partecipazione e non pochi sono stati i problemi durante lo svolgimento dell’evento.
Nelle due serate programmate per questa nuova edizione, è stata evidente, più che mai, la volontà dell’amministrazione comunale di Picerno di tener fuori qualcuno.
Meno di 5 le associazioni che hanno partecipato su un totale di circa 20, rilegate in un simbolico info point ad informare chissà chi, di chissà cosa.
Inoltre i “promotori” hanno ben pensato di non voler coinvolgere il “Circolo Il Picchio”, uno dei gruppi più attivi sul territorio che durante questa estate ha dimostrato discrete, se non eccellenti, competenze organizzative, rendendo la città Lucana viva per circa 3 mesi e con 12 manifestazioni ludico-sportive, coinvolgendo attivamente buona parte della popolazione.
Per chi ha partecipato alle edizioni dello scorso triennio del “1799” avrà potuto osservare quanto impegno e serietà questi giovani ci mettevano al fine di una buona riuscita dell’iniziativa.
Erano i ragazzi del vino, con una media di 7 stand si occupavano della somministrazione delle bevande, ma non solo.
Infatti in tre anni non sono mancati i consueti imprevisti che in ogni evento che si rispetti non possono mancare, ma la disponibilità dei giovani ha permesso non poche risoluzioni rapide, nel silenzioso lavoro a testa bassa ancora e sempre nell’ottica del perfetto svolgimento dell’evento.
Tuttavia in questo 2017 non si è tenuto conto più di quei “ragazzi” che ben volentieri avrebbero partecipato e cercato di dare un loro valore aggiunto.
Evidentemente gli amministratori Picernesi in veste di organizzatori non vedono più di buon occhio quelli che erano ragazzini e che nell’estate del 2017 sono stati gli unici insieme ad altre poche iniziative ad animare Picerno, sovrastato da un’aura di apatia e che va sempre più verso lo spopolamento.
Con molto rammarico, gli associati prendono atto di questa volontà politica di estromissione, ma già altri episodi sarebbero dovuti fungere da campanello d’allarme, come la mancata concessione della struttura ecosostenibile nei pressi dell’area pic-nic del “Piano della Nevena”, nei giorni 14 e 15 agosto.
Anche allora, l’associazione avrebbe voluto organizzare alcune iniziative ludiche di carattere rurale per incoraggiare un legame al territorio.
Ci si accorge, ora, quanto facile sia armarsi di buoni propositi e vantarsi di essere i prosecutori di una rivoluzione, portatori dei principi democratici e di partecipazione, ma di fatto l’unico interesse è quello di tirar l’acqua sempre, comunque e solamente al proprio mulino.
Un esempio, è stato anche il bassissimo tenore culturale del “1799”, appena terminato, ove si è preferito alzare i pugni chiusi in piazza Plebiscito ed intitolare opere pubbliche ad estremisti di sinistra, invece di relazionare seriamente sugli accaduti della rivoluzione.
Le due serate di quest’anno, altro non sono state che un’anacronistica e compianta festicciola di “compagnelli” per animare vecchi ardori in vista della festa del Partito Democratico dei due giorni successivi.
Sarà sbagliata la lettura del presente o della storia?”.
Redazione
Direttore Editoriale