In questi ultimi mesi, in Italia, si parla di pensioni d’oro a politici e manager e di miserie elargite anche a malincuore agli anziani che non riescono neanche più a poter mangiare, mentre altri disonesti studiano, come poter truffare lo Stato.
Ed è così che nell’ambito del rapporto di collaborazione tra la Guardia di Finanza e l’INPS, finalizzato a prevenire e reprimere truffe ai danni dello Stato, il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie del Corpo ha sviluppato e coordinato, sulla base dei dati forniti dall’istituto, una serie di attività investigative che hanno portato, in questi ultimi giorni, all’individuazione di un sistema di percezione indebita dell’assegno sociale, una prestazione che rientra tra i principali strumenti di protezione, attualmente in vigore, durante un’operazione denominata “People Out“.
L’azione di servizio dei militari delle Fiamme Gialle, riguardante l’anno 2016, ha permesso, così, di accertare complessivamente 479 casi irregolari, denunciarne all’Autorità Giudiziaria 370 persone per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e sanzionarli con una pena pecuniaria.
In questa indagine è stata constatata l’indebita percezione di emolumenti per un totale di oltre 10 milioni di euro che è corrisposto dall’I.N.P.S. per tredici mensilità, di circa 450 euro al mese, che spetta ai cittadini italiani, comunitari, con iscrizione all’anagrafe comunale, ad extracomunitari, titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo, rifugiati politici ed apolidi e titolari dei rispettivi titoli di soggiorno, che abbiano compiuto 65 anni, età a cui va aggiunto un correttivo legato all’aggiornamento della speranza di vita, che siano residenti effettivamente ed abitualmente in Italia, abbiano soggiornato legalmente, in via continuativa almeno per 10 anni nel territorio nazionale, permanenza decennale introdotta dal 1° gennaio del 2009 e che si trovino in condizioni economiche disagiate.
Le attività sono state condotte sull’intero territorio nazionale e hanno consentito di individuare centinaia di cittadini, sia italiani che stranieri che, dopo l’ottenimento dell’assegno sociale, si erano trasferiti all’estero, ovvero erano stati sempre effettivamente domiciliati oltre confine, non rispettando, pertanto, il requisito essenziale della stabile ed effettiva residenza sul territorio nazionale e certificando falsamente redditi inferiori alla soglia prevista dalla legge per il conseguimento del beneficio, mentre gli stessi continuavano a riscuotere illecitamente l’emolumento assistenziale, attraverso l’accredito su c/c oppure ritornando, saltuariamente, in vacanza in Italia, al solo scopo di ritirarne le somme allo sportello.
L’INPS ha immediatamente provveduto alla sospensione o alla revoca dei pagamenti ancora in essere, procedendo all’avvio del recupero di quanto indebitamente percepito dai responsabili, risultati per lo più domiciliati effettivamente nel Sud America e nell’Est Europa, che consentirà, all’Istituto Nazionale Previdenziale Sociale, un concreto risparmio annuo di oltre 2,6 milioni di euro.
Tra i casi più eclatanti si segnalano persone sui 70 anni di età, tra queste una coppia di anziani coniugi di origine Tunisina, residenti fittiziamente in Toscana, nella provincia di Firenze, che ha beneficiato indebitamente di emolumenti per complessivi 120mila euro ed è risultata aver movimentato capitali verso il Principato di Monaco per 370mila euro.
E ancora, una coppia di coniugi Italiani, residenti nel Lazio, in provincia di Frosinone, che dopo il trasferimento definitivo all’estero hanno continuato a percepire l’assegno sociale per complessivi 55mila euro; una donna di origine Argentina, solo formalmente residente in Sardegna, nella provincia di Cagliari, che ha usufruito indebitamente emolumenti per 47mila euro, movimentando capitali verso la Repubblica Popolare Cinese per 95mila euro; due coniugi Italiani, di circa 80 anni, residenti fittiziamente nella provincia di Potenza, a Melfi, ma di fatto stabilmente dimoranti in Venezuela dal 1955 che hanno indebitamente beneficiato di emolumenti assistenziali per 156mila euro e, infine, una donna di 75 anni, di origine Polacca, fittiziamente residente nel Lazio, nella provincia di Frosinone, in accordo con un Italiano, suo ex datore di lavoro, che ha potuto beneficiarne illegittimamente di 50mila euro, elargiti a suo favore dall’Ente su un conto corrente cointestato con il complice e movimentati verso l’estero, tramite il sistema dei money transfer, molto in uso in questi ultimi anni.
Rocco Becce robexdj@gmail.com
Direttore Editoriale