In Abruzzo, nella chiesa di Santa Maria della Tomba di Sulmona, nel primo pomeriggio di ieri, lunedì 20 novembre, alla presenza della famiglia, di colleghi, amici e delle massime autorità istituzionali e militari, officiato da Monsignor Maurizio Nannarone, l’ultimo saluto all’ex generale dei Carabinieri Forestali, Guido Conti, suicidatosi lo scorso venerdì con un colpo di pistola, nei pressi di Pacentro, in provincia dell’Aquila, dopo essersi recato alle pendici del Monte Morrone, con l’auto di famiglia, ma non prima di aver compilato tre lettere, una spedita e non si capisce a chi e perchè e due, indirizzate ai suoi familiari, ritrovate sul luogo in cui si parlava di una tragedia che lo aveva segnato, quella di Rigopiano, in cui morirono 29 persone, a causa di una sua autorizzazione, oltre alla stessa assunzione alla Total, sembra non condivisa nell’ambiente.
A distanza di tre giorni dalla morte di Guido Conti, di 58 anni, in pensione dallo scorso novembre, passato nella Total con il ruolo di dirigente della sicurezza, ma subito dopo dimissionario da quell’incarico, con una motivazione ancora sconosciuta, quest’altra tragica, ma sopratutto strana storia che ha colpito tanti, incomincia a delinearsi più chiaramente in queste ultime ore.
Infatti, la Procura della Repubblica di Sulmona, ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, di cui ne è titolare Anna Scarsella, che, da quanto appreso poche ore fa, intende acquisire tutti i documenti telefonici ed informatici, anche dopo una strana telefonata anonima giunta ad una redazione giornalistica online di Pescara, in cui si segnalavano le dimissioni di Conti dalla società di estrazioni petrolifere di Tempa Rossa, in Basilicata, dove lo stesso, pare, si sia recato ad ottobre scorso per trovare una sistemazione a pochi chilometri dal suo nuovo posto di lavoro.
Rocco Becce
Direttore Editoriale