La ditta “Slem” di Piano di Sorrento, in provincia di Napoli, continua a non pagare i suoi dipendenti, dopo la precedente ditta pugliese di Mesagne, in provincia di Brindisi, “Nuovi Orizzonti Sociali“, fallita, che da circa 4 anni deve pagare la buona uscita e diversi stipendi arretrati ai 10 dipendenti delle tre carceri lucane di Potenza, Matera e Melfi.
Inoltre, dopo le recenti storie delle tre carceri lucane e il licenziamento in tronco di una dipendente di Potenza, D. L., da 22 anni in servizio presso la mensa agenti della “Casa Circondariale Antonio Santoro”, avvenuto ad agosto 2015, mentre effettuava cicli di radioterapia al Crob di Rionero in Vulture, in provincia di Potenza, storia questa ancora aperta, nonostante il reintegro al lavoro da parte del giudice Rosalba De Bonis, avvenuto in un’udienza di conciliazione presso il Tribunale del capoluogo lo scorso 23 maggio, i responsabili dell’azienda napoletana hanno messo al muro anche i lavoratori della mensa dell’ospedale di Villa d’Agri, in provincia di Potenza.
Diverse sono le mensilità arretrate non pagate, mentre una legge garantisce le ditte e non i lavoratori.
Proprio ieri mattina, le sigle sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, hanno ancora lasciato aperta la vertenza dei lavoratori dell’ex Firema di Tito.
Invece, ritornando alla “Slem”, che si era impegnata a saldare entro fine novembre i lavoratori della mensa dell’ospedale di Villa d’Agri, non ha mantenuto ancora un’altra promessa, insomma uno stile ben preciso e, così, i 4 mesi con dicembre, ai 15 addetti, ad oggi non sono ancora arrivati.
E, infine, giusto a titolo di pura informazione, per farvi capire in che Paese viviamo, la cuoca licenziata che doveva iniziare a lavorare lo scorso primo ottobre, tra l’altro a circa 70 chilometri da Potenza e ricevere la somma a lei spettante che si aggira sulle 3.500 euro, è stata reintegrata e pagata ma solo sulla carta e dopo 7 mesi nulla, proprio nulla è cambiato, resta senz’altro invalida e ancora in attesa, dopo tantissime spese affrontate per viaggi di radioterapia e chemioterapia, controlli, medicine, fisioterapia, parrucche, foulard, cappelli e tanto altro, come tanti altri casi simili in giro per l’italia e che non auguriamo davvero a nessuno.
“La notte non dormo più – ha dichiarato molto rammaricato il marito della donna – in questa casa abbiamo perso la pace e la tranquillità constatando che le istituzioni e la politica sono lontani mille chilometri da queste gravissime situazioni che in Italia e nel mondo colpiscono, purtroppo, migliaia di persone”.
Rocco Becce
Direttore Editoriale