La ditta campana “Slem” di Piano di Sorrento, in provincia di Napoli, continua a non pagare, in Basilicata, i 15 dipendenti della mensa dell’ospedale di Villa d’Agri, in provincia di Potenza, 3 mensilità alle quali potrebbero aggiungersi i prossimi mesi, nonostante che in un recente incontro svoltosi con alcune sigle sindacali in Prefettura, avevano promesso di pagare puntualmente i successivi stipendi.
Stessa sorte per i 10 impiegati della mensa scolastica di Francavilla in Sinni, che da novembre scorso non percepiscono lo stipendio.
Nel frattempo resta ancora irrisolta la questione di D. L., la donna di 52 anni, responsabile della mensa agenti della “Casa Circondariale Antonio Santoro” di Potenza, licenziata ad agosto 2015, senza giusta causa, mentre colpita da un tumore al seno effettuava cicli di radioterapia al CROB di Rionero in Vulture, in provincia di Potenza, dopo ben 23 anni di onesto lavoro.
Questo, nonostante che dallo scorso 23 maggio, la donna è stata reintegrata dinanzi al giudice del lavoro, Rosalba De Bonis, ma solo sulla carta.
Infatti la lavoratrice attende ancora circa 4mila euro di arretrati non pagati e altri soldi dalla precedente ditta “Nuovi Orizzonti Sociali“, di Mesagne, in provincia di Brindisi, andata tranquillamente in fallimento senza che abbia onorato diverse buone uscite ai dipendenti delle tre carceri lucane di Potenza, Matera e Melfi.
Insomma in uno Stato di diritto e di doveri che chi ne paga le conseguenze sono sempre e soltanto i lavoratori, grazie ad una legge che, invece, tutela soltanto le ditte e dove in questa pessima storia la politica in generale se ne è lavata da sempre le mani, considerato le leggi attuali che portano a massimi ribassi le gare di appalto a discapito sopratutto di chi ne usufruisce dei servizi.
Rocco Becce
Direttore Editoriale