Si è tenuta nella mattinata di oggi, mercoledì 14 febbraio, in Puglia, presso la sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Taranto, presso la Sala Briefing, la conferenza stampa nel corso della quale sono stati illustrati tutti i dettagli dell’operazione denominata “Tramontone”, in relazione al luogo d’origine di gran parte degli indagati, ma anche, come detto, per le continue allusioni e gli assidui riferimenti proferiti dagli stessi alle vittime in occasione dei contatti avuti in chiave intimidatrice e minacciosa, di un clan malavitoso che all’alba di questa mattina ha portato agli arresti 8 persone, per associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni in danno di imprenditori, dove hanno preso parte, nella foto, da sinistra verso destra, il Luogotenente C.S. Mario Tomasi, Comandante della Stazione Carabinieri di Leporano, il Maggiore Gabriele Tadoldi, Comandante della Compagnia Carabinieri di Taranto, il Colonnello T. SFP Andrea Intermite, Comandante del Comando Provinciale Carabinieri di Taranto, il Ten. Massimiliano Croce, Comandante del N.O.R.M. della Compagnia Carabinieri di Taranto e il Maresciallo Maggiore, Gaetano Santaniello, Comandante della Stazione Carabinieri di Talsano.
Ad eseguire le custodie cautelari, i militari dell’Arma dei Carabinieri dell’Aliquota Operativa del N.O.R.M. della Compagnia di Taranto, coadiuvati dai colleghi delle Compagnie del Comando Provinciale di Taranto, con il supporto di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari Palese ed unità cinofile del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno, che hanno dato esecuzione, nella borgata Talsano del capoluogo jonico, ad 8 provvedimenti cautelari, di cui 5 in carcere e 3 agli arresti domiciliari, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto, dott. Benedetto Ruberto, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Remo Epifaninei, nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di estorsione in danno di imprenditori edili nella borgata di Taranto – Talsano e nel vicino comune di Leporano.
Le indagini, avviate lo scorso mese di settembre dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Taranto e coordinate dalla locale Procura, hanno fatto luce su un presunto gruppo criminale operante a Taranto, nel rione “Tramontone” della borgata Talsano, dedito ad estorsioni in danno di imprese, promosso, diretto e costituito da soggetti originari e residenti nel capoluogo jonico, tutti con precedenti penali anche per reati similari ed associativi, alcuni dei quali già colpiti da misure di prevenzione personali ancora in atto.
L’indagine conclusa con l’operazione di questa mattina, è stata avviata dall’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Taranto, a seguito di una serie di danneggiamenti ed incendi occorsi durante lo scorso anno nei quartieri e frazioni di Talsano, Lama, San Vito e nella vicina Leporano, in danno di imprenditori edili e commercianti e in dettaglio, si tratta di circa una decina di incendi di autovetture ed esercizi commerciali e del rinvenimento di un ordigno inesploso a Talsano, nei pressi della sede di un’impresa edile.
È stata fatta luce, in particolar modo, sui mandanti e sugli esecutori di un’estorsione ai danni di due imprenditori, rispettivamente titolare e gestore di un’impresa edile con la riscossione totale della somma di 2mila euro in due tranches, dapprima 200 euro e poi 1.750 euro, a titolo di tangente, accertata un’ulteriore condotta estorsiva perpetrata in danno di altri 3 imprenditori, titolari di un’impresa subappaltatrice di un cantiere edile, con la riscossione illecita della somma di 8mila euro in due diverse tranches ed un tentativo di estorsione in danno di un’altro imprenditore, legale rappresentante di altra azienda edile, al quale era stata richiesta la somma di 2mila euro.
Le investigazioni hanno fatto, inoltre, emergere la stabile appartenenza degli indagati ad una “associazione per delinquere”, con epicentro nel popolare quartiere di Tramontone – Talsano di Taranto, finalizzata a porre in essere estorsioni, avvalendosi di continuative e sistematiche intimidazioni e minacce nei confronti di imprenditori e commercianti locali, consentendo, altresì, di individuare, in seno all’organizzazione, i ruoli degli appartenenti, peraltro caratterizzati da intercambiabilità.
Tutti i soggetti coinvolti nell’indagine si sono mostrati di elevata caratura criminale, in diversi casi si tratta di sorvegliati speciali che hanno commesso i fatti durante il periodo di sottoposizione alla misura o nel triennio successivo dalla cessazione della stessa.
L’agire degli indagati è stato disinvolto e sfacciato, non avendo esitato a raggiungere le vittime in pieno giorno ed a volto scoperto ed a formulare le richieste estorsive in maniera diretta e perentoria, nella certezza che la caratura di malavitosi avrebbe costituito garanzia di impunità.
Tutti gli arrestati, ad eccezione di due, dimorano stabilmente a Tramontone e, dall’analisi delle vicende estorsive che hanno riguardato le vittime, si sono mossi con questo modus operandi:
– l’imprenditore è stato avvicinato di solito da due soggetti che hanno preteso il pagamento del “pizzo” per evitare danni al cantiere;
– l’azione degli estorsori si è fatta man mano sempre più insistente e spesso le richieste sono provenute da persone diverse anche al fine di intimidire maggiormente le vittime, consapevoli di dover fronteggiare un gruppo e non solo uno o due soggetti;
– gli imprenditori sono stati poi convocati in un luogo determinato per l’esazione della somma e spesso il gruppo criminale si è avvalso di intermediari per concordare con le vittime, sulla base della loro capacità, l’entità della somma da corrispondere.
Nel corso delle intercettazioni telefoniche, è emersa la chiara intenzione degli indagati, tutti con gravi precedenti e quindi consci delle attenzioni da parte delle forze dell’ordine, di rifuggire da elementi che potessero consentire la loro chiara identificazione, ricorrendo dunque all’uso di alias e soprannomi e soprattutto scambiandosi anche i telefoni.
Proprio le dinamiche criminali emerse hanno attestato il pieno e consapevole apporto che gli indagati hanno fornito all’operatività del sodalizio criminale, alla perpetrazione dei reati necessari al suo consolidamento, alla riscossione dei proventi, alla predisposizione di strategie utili, tanto ad aumentare ed a consolidare la forza e lo spessore del sodalizio, quanto a mantenere l’egemonia sul territorio. Dall’attività istruttoria di escussione delle vittime, è emerso altresì come il gruppo esercitasse le sua forza intimidatrice a Tramontone, tramite continui riferimenti all’articolazione territoriale della consorteria.
A titolo esemplificativo, in un contatto con un imprenditore, a seguito di richiesta di denaro, un appartenente al clan malavitoso avrebbe riferito, “vedi che noi siamo quelli che sono venuti armati la volta scorsa all’altro cantiere”, aggiungendo che in caso contrario “avrebbe fatto saltare tutto in aria”, in occasione del tentativo di estorsione, un indagato avrebbe riferito, a seguito di reiterate minacce del tipo “qui lo sai che comandiamo noi”, alludendo, quindi, chiaramente all’egemonia vantata sulla piazza dagli indagati, nell’ambito di un’ulteriore estorsione commessa ai danni di tre imprenditori, a costoro veniva espressamente indicato che la stessa era da ricondurre al “clan di Tramontone” e, in una seconda circostanza, a soggetti indicati come “quelli del Tramontone”.
Proprio la forza intimidatrice del gruppo criminale ha reso inizialmente molto difficile la collaborazione delle vittime con i Carabinieri, ai quali, dopo una preliminare reticenza, hanno trovato il coraggio di denunciare l’accaduto.
Nel corso dell’attività è stato eseguito un decisivo riscontro alla periferia di Leporano, allorquando, lo scorso 18 ottobre è stato tratto in arresto in flagranza, per estorsione, Luca Fontana, arrestato oggi, il quale, dopo reiterate minacce protrattesi nei giorni precedenti, insieme ad altri indagati, aveva costretto un imprenditore, legale rappresentante di un’azienda edile a consegnargli la somma contante ammontante ad 1.750 euro e l’arrivo immediato dei Carabinieri ha consentito nella circostanza di arrestare l’autore dell’estorsione e recuperare la somma, occultata in una busta.
Nel corso dell’esecuzione sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro, mezzo etto di sostanza stupefacente, di tipo hashish in possesso di Chiulli, la somma contante di 4.800 euro circa ed un giubbetto antiproiettile nella disponibilità di Salamina, oltre alla somma contante di 1.000 euro circa nella disponibilità di Francesco Leone.
In sintesi, nell’ambito del procedimento, in cui sono indagate complessivamente otto persone, il Giudice per le Indagini Preliminari di Taranto ha emesso O.C.C. a carico di tutti per il reato di associazione per delinquere (art. 416 c.p.) finalizzata al compimento dei delitti di estorsione (art. 629 c.p.) con l’aggravante di aver compiuto gli atti criminosi in numero di due e più persone ed a carico di 3 persone nonostante la misura di prevenzione della sorveglianza speciale (art. 71 D.Lgs. 159/2011) disponendo la custodia cautelare in carcere a carico di 5 soggetti e di 3 agli arresti domiciliari come meglio specificato nell’allegato elenco.
ASSOCIATI PRESSO LA “CASA CIRCONDARIALE CARMELO MAGLI” DI TARANTO:
LEONE DANIELE, nato a Taranto il 28.8.1980*;
FONTANA LUCA, nato a Taranto il 9.3.1985, già ristretto presso la “Casa Circondariale Carmelo Magli” di Taranto per l’estorsione del 18.10.2017)*;
PALOMBELLA ARCANGELO, nato a Taranto il 6.7.1979;
LIDDI GIUSEPPE, nato a Taranto il 24.3.1986*;
SALAMINA DOMENICO, nato a Taranto il 31.1.1989.
*Risponde anche di aggravante della violazione degli obblighi derivanti dalla Sorveglianza Speciale con l’obbligo di soggiorno.
SOTTOPOSTI AGLI ARRESTI DOMICILIARI:
LEONE FRANCESCO, nato a Taranto il 26.2.1988;
CHIULLI GIUSEPPE, nato a Taranto il 3.6.1984;
LONGO GIOVANNI, nato a Taranto il 3.9.1977.
Rocco Becce
Direttore Editoriale