Con l’arresto di 3 persone, accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso e condotti nel carcere di Regina Coeli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, e il sequestro di 366 Kg di droga, di tipo marijuana, i Carabinieri del Comando Compagnia di Frascati, guidati dal Comandante, Capitano Andrea Rapone, hanno inferto sicuramente un duro colpo al traffico di sostanze stupefacenti destinate a rifornire i pusher di Roma e dintorni.
Dopo aver assistito ad un insolito scambio di auto, avvenuto in un parcheggio della zona di via Prenestina-Polense, tra il conducente di una Opel Corsa e il conducente di una Fiat Multipla, scendendo velocemente dai rispettivi abitacoli, i militari dell’Arma dei Carabinieri hanno deciso di allertare altre pattuglie in zona, giunte da Tivoli, Pomezia e Castel Gandolfo.
L’autovettura è stata fermata in via Appia, all’incrocio con via Nettunense, in località Frattocchie e a bordo vi erano un 41enne pugliese, originario di Brindisi, ma da tempo residente a Roma e un cittadino albanese 22enne, con precedenti, in Italia senza fissa dimora.
La “Multipla” è stata bloccata in via Aremogna, nei pressi dell’abitazione del conducente, un cittadino albanese di 26 anni, già conosciuto alle forze dell’ordine e nel portabagagli i Carabinieri hanno scoperto 13 grossi pacchi in cellophane, contenenti 178 Kg di marijuana.
Sono immediatamente scattate le perquisizioni domiciliari nelle proprie abitazioni dei fermati, ma è in quella del 26enne che i militari hanno scoperto la restante parte della droga, 14 pacchi, al cui interno erano stati pressati ben ulteriori 188 Kg di marijuana e nella stessa abitazione, i Carabinieri hanno sequestrato, oltre al materiale per il confezionamento della droga e 2 bilancini di precisione, circa 5.300 euro, ritenuto provento dei loro loschi traffici e per i 3 arrestati l’accusa è di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso e ora si trovano nel carcere romano di Regina Coeli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
La corrispondente Marianna Di Ciancia