In Basilicata, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Matera, al comando del Tenente Cataldo Gregucci, nei giorni scorsi ha scoperto una maxi-frode di un’azienda operante in zona, nella commercializzazione di oro e preziosi, durante l’esecuzione di un’attenta verifica fiscale, nell’ambito delle proprie competenze territoriali a tutela delle entrate tributarie e della corretta concorrenza di mercato nel settore specifico.
Nell’arco di tre periodi d’imposta, per tre anni consecutivi, nell’impresa lucana erano state utilizzate fatture false per 43 milioni di euro, emesse fatture false per un totale di 49 milioni di euro e di conseguenza evaso IVA per un importo complessivo di quasi 10 milioni di euro.
Individuato nell’ambito di una più ampia operazione di Polizia giudiziaria denominata “Sogni d’oro”, il sistema complesso di evasione, scoperto dalle Fiamme Gialle della città dei Sassi era quello della cosiddetta “frode carosello interna” e delle fatture false.
Il tutto, svolto mediante una rete di prestanomi ed evasori totali, è stato sfruttato il regime dell’inversione contabile, il cosiddetto reverse charge, per commercializzare materiale prezioso in esenzione di IVA, per poi rivenderlo con un’aliquota ordinaria generando in questo modo un ingente credito d’imposta a favore di altre imprese acquirenti che si trovavano dislocate nel Nord Italia.
L’inversione contabile, in termini operativi, rappresenta il procedimento dell’onere di versare l’IVA per effetto del quale il venditore emette fattura senza addebitare l’imposta e il compratore integra la fattura ricevuta con l’aliquota di riferimento per il tipo di operazione fatturata e, infine, procede con la duplice annotazione contabile, nel registro IVA acquisti e nel registro IVA vendite.
Rocco Becce
Direttore Editoriale