Circa 200 militari dell’Arma dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, con l’ausilio dei colleghi di Napoli, di elicotteristi e di unità cinofile dell’Arma, all’alba di questa mattina, mercoledì 21 marzo, nelle province di Roma e Napoli, hanno eseguito 44 perquisizioni a carico di persone residenti nel quartiere romano di San Basilio, ma anche a Napoli, Nettuno e zone limitrofe a Roma.
È stata data esecuzione ad un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale D.D.A. (Direzione Distrettuale Antimafia), la quale ha disposto la custodia cautelare nei confronti di 19 persone, 16 in carcere e 3 agli arresti domiciliari.
Tutti i dettagli dell’operazione sono stati forniti durante una conferenza stampa svoltasi nella mattinata, presso la sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma, in piazza San Lorenzo in Lucina 6, alla presenza del Procuratore Aggiunto di Roma, dott. Michele Prestipino.
Tra gli arrestati, quasi tutti conosciuti agli investigatori, anche una donna e alcuni cittadini di origine albanese, tra cui il noto A.Z. e le accuse rivolte agli indagati sono, a diverso titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, di tipo cocaina, aggravata dall’uso delle armi, spaccio di droga e, infine, a due di essi è stato contestato il reato di lesioni gravi, commesse con arma da fuoco e con modalità mafiose.
La misura cautelare si basa sulle indagini effettuate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, nel periodo 2013-2016, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Gallardo”, che ha preso il nome proprio dal modello dell’autovettura Lamborghini, nella disponibilità dei fratelli E., che ha consentito, così, di accertare l’esistenza in Roma di un agguerrito sodalizio dedito al narcotraffico, capeggiato dai fratelli S.E. e G.E., figli di L.E., alias “Gigino Nacchella“, storico esponente del clan camorristico L. di Napoli-Secondigliano, il cui nucleo familiare si era stabilito inizialmente a Nettuno e successivamente nella Capitale.
L’indagine ha permesso di documentare l’operatività di due distinte organizzazioni criminali, entrambe armate e dedite al narcotraffico, in stretta sinergia tra loro, di cui una diretta dai fratelli E. e l’altra da V.P., che si occupavano prevalentemente della gestione della piazza di spaccio di via Maiolati, nel quartiere romano di San Basilio e della fornitura nella zona di Nettuno, zona di spaccio strutturata secondo un modello tipico della camorra, con dei “capi piazza” direttamente collegati ai fratelli E. e numerosi pusher ai quali era imposto l’approvvigionamento del narcotico esclusivamente dal sodalizio e con apposite vedette.
Un gestore della piazza si era addirittura tatuato su di un braccio i diminutivi dei nomi dei suoi capi, S. e G., con i quali i fratelli sono conosciuti negli ambienti criminali e in una circostanza particolare, l’11 aprile del 2015, a San Basilio, tre pusher vennero gambizzati per essersi riforniti da estranei all’organizzazione.
La compagine diretta da V.P. era, invece, impegnata nell’approvvigionamento e successiva consegna di ingenti quantitativi di cocaina a Roma e provincia, avvalendosi della collaborazione di esponenti delle cosche di ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria, le famiglie F. e G., presenti nella Capitale.
In particolare, il lavoro degli inquirenti ha permesso di sequestrare, nel periodo di indagine, 25 chili di cocaina, che avrebbero fruttato al dettaglio circa 6 milioni di euro, una pistola tipo revolver cal. 38 “Smith & Wesson” ed una pistola semiautomatica cal 9×21 marca “Beretta” mod. 98FS, entrambe oggetto di furto e nella disponibilità di uno degli indagati.
Inoltre, nel corso delle perquisizioni di questa mattina a San Basilio, i Carabinieri del Nucleo Investigativo, hanno arrestato altre 2 persone in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e per la detenzione di un fucile a canne mozze.
Rocco Becce
Direttore Editoriale