10 persone, tra cui tre titolari di autorivendite e il titolare di un’agenzia automobilistica, sono state segnalate per associazione a delinquere finalizzata alle truffe assicurative e al riciclaggio di autoveicoli rubati con 40 sinistri mai avvenuti, 5 autovetture restituite alle vittime dei furti e 68 le persone denunciate a piede libero, mentre gli esercizi di rivendita di autoveicoli coinvolti sono 4, di cui 3 a Potenza e 1 in provincia di Napoli, 10 le compagnie assicurative truffate e 104 i veicoli radiati.
Questo è il risultato di un’operazione complessa ed articolata, coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza, diretta dal dott. Francesco Curcio, denominata “EL CID” che ha visto impegnati in due filoni investigativi, collegati tra loro, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della GdF di Potenza, concentrato sugli aspetti patrimoniali della vicenda e il Compartimento della Polizia Stradale ”Campania e Basilicata” – Sezione di Potenza che ha individuato un canale di riciclaggio di autovetture rubate e di dubbia provenienza, scaturita nel 2016 dopo l’individuazione di un giovane potentino nullatenente, ora deceduto, prestanome intestatario di diverse decine di autovetture.
Le informazioni ricavate dalla banca dati dei sinistri stradali ha evidenziato la ricorrente presenza di autovetture usate, di proprietà del prestanome, intestatario anche delle relative polizze assicurative.
I sinistri erano avvenuti in Basilicata, in alcune provincie di Potenza e in Campania, a Napoli e i vari approfondimenti sui passaggi di proprietà dei veicoli coinvolti e sulle polizze, hanno fatto emergere il coinvolgimento di un personaggio campano, elemento cardine dello schema delittuoso, titolare di un’agenzia di pratiche auto situata a Castello di Cisterna, a sua volta coadiuvato da persone disponibili a sottoscrivere certificati di proprietà falsificati.
Gli investigatori hanno notato che gli incidenti si erano verificati senza mai registrare feriti e che, tra i vantaggi conseguiti dall’organizzazione, vi era quello di stipulare polizze assicurative alle tariffe molto più vantaggiose previste per i residenti nella provincia di Potenza rispetto a quelle campane, un metodo che garantiva, il mancato pagamento di sanzioni per violazioni al Codice della Strada e pedaggi autostradali, inesigibili da un soggetto nullatenente.
È stato, così, ricostruito un disegno criminoso attuato per circa 3 anni che ha consentito all’organizzazione di guadagnare sui risarcimenti da parte delle compagnie assicurative per un valore complessivo pari a circa 80mila euro, ma tenuto conto anche del risparmio assicurativo ottenuto dagli effettivi utilizzatori dei veicoli monitorati, il giro d’affari illecito ammonterebbe a circa un milione di euro.
Molte le accortezze mantenute, ma nonostante le persone coinvolte hanno commesso in alcuni errori, quello di documentare alcuni sinistri indicando un conducente già deceduto, un passaggio di proprietà da parte di un guidatore che in quel momento si trovava ricoverato presso una struttura sanitaria, oltre ad un contratto di matrimonio falsificato, uno dei finti coniugi era già deceduto, utilizzato per usufruire di una classe di rischio più favorevole, anomalie che hanno destato i sospetti delle compagnie assicurative e presentato querele.
Altra attività delinquenziale del gruppo è consistita nell’immatricolazione di veicoli apparentemente provenienti dall’estero ma, di fatto, di origine illecita, in quanto ne è stata rilevata l’alterazione dei numeri di telaio.
L’associazione, infatti, ricettava auto rubate in Italia che venivano immediatamente dotate di numeri di telaio appartenenti a veicoli realmente circolanti in vari Paesi europei della Germania, Francia e Spagna.
Grazie all’opera di un falsario, inoltre, l’organizzazione produceva documenti falsi di ottima fattura, con i quali veniva avviata la pratica di nazionalizzazione, tramite l’Agenzia di pratiche auto di Castello di Cisterna, alla Motorizzazione Civile di Napoli che, in maniera inconsapevole, rilasciava targhe e documenti di circolazione attestando la liceità delle autovetture.
Rocco Becce
Direttore Editoriale