Nell’ambito di uno specifico servizio di controllo del territorio al contrasto del reclutamento di manodopera irregolare e di sfruttamento, in Basilicata, sono stati sottoposti a fermo, indiziati di delitto, una coppia originaria della Romania, conviventi e residenti da diversi anni a Scanzano Jonico, in provincia di Matera.
Si tratta di un 38enne, A.M., condotto presso il carcere di Matera e di una 47enne, P.L., rinchiusa presso la “Casa Circondariale Antonio Santoro” di Potenza.
L’operazione eseguita la scorsa notte, è stata condotta dai militari dell’Arma dei Carabinieri della Compagnia di Policoro, al comando del Capitano Chiara Crupi, dal Nucleo Operativo Radiomobile, guidato dal neo Comandante, Maresciallo Maggiore Antonio Barnabà e dal Nucleo Carabinieri delI’Ispettorato del Lavoro di Matera e Potenza, diretto dal dott. Stefano Olivieri Pennesi.
È il risultato, questo, ottenuto da un’ampia attività investigativa volta al contrasto del lavoro sommerso che rientra tra le diverse missioni istituzionali dell’Arma ed ha lo scopo, oltre che di tutelarne le condizioni di lavoro, anche di garantirne la corretta operatività degli imprenditori onesti mediante l’eliminazione di forme di concorrenza sleale.
Il caso, ha consentito di accertare come gli arrestati, da più mesi, avessero reclutato oltre 60 connazionali approfittando del loro stato di bisogno e disagio economico, impiegandoli con minacce e violenze nel lavoro nei campi e con paga di soli 3 euro ad ora, in palese difformità ai contratti nazionali collettivi.
Ai lavoratori sfruttati, reclutati direttamente dalla Romania dietro la promessa di un lavoro stabile e ben remunerato, che alloggiavano in fatiscenti strutture ed in precarie condizioni igienico-sanitarie, erano stati trattenuti i documenti per mantenerne saldo il rapporto di patologica subordinazione e condizionamento psicologico.
I pagamenti erano effettuati su conti correnti postali intestati agli stessi lavoratori, ma le relative carte “bancoposta”, erano trattenute dalle due persone arrestate.
Inoltre, i militari che stanno ora quantificanto il danno erariale dovuto al mancato versamento dei contribuiti INPS ed INAIL, hanno sottoposto a sequestro un furgone ed un’autovettura con targhe rumene di proprietà dell’uomo finito in manette, alcuni mezzi utilizzati per l’accompagnamento dei lavoratori nelle campagne di Policoro e Scanzano Jonico, oltre a 60 carte “bancoposta”, 6 cellulari, 40 carte d’identità rumene, contratti di lavoro sui quali sono in corso ulteriori accertamenti ed una copiosa rendicontazione contabile in nero.
Rocco Becce
Direttore Editoriale