Ancora arresti in Basilicata, in provincia di Matera, eseguiti dalla Polizia di Stato durante un’operazione denominata “Velomatic“.
G.S., di anni 64, Comandante della Polizia Locale del comune di Tursi, nella mattinata di oggi, giovedì 14 giugno, è stato tratto in arresto e condotto in carcere, mentre altre 4 persone, tra cui la sua compagna, il titolare del rilevatore multe e due suoi collaboratori sono finiti agli arresti domiciliari.
Per una presunta truffa di autovelox, sono tutti accusati a vario titolo, di corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità e truffa, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Matera, Angela Rosa Nettis che ha ravvisato a carico dei cinque indagati “una prognosi di pericolosità alla luce della gravità dei fatti commessi e della sfrontatezza manifestata nella disinvolta mercificazione e asservimento della funzione pubblica a interessi meramente utilitaristici”.
L’attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile di Matera e dal Commissariato di P. S. di Policoro, è nata dagli sviluppi di un’altra indagine relativa all’incendio dell’autovettura BMW di un funzionario del comune di Scanzano Jonico.
Le intercettazioni telefoniche, incidentalmente, proprio mentre il Comandante interloquiva con una collega, rivelarono il sistema di corruzione che vedeva coinvolto un imprenditore calabrese, O.C. di anni 46, titolare della “Beta Professional Consulting Srl“, con sede in via Petrozza, a Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, fornitrice di apparecchiature di rilevazione della velocità e servizi, che avrebbe versato al Comandante della Polizia Locale di Tursi la somma di 1 euro per ogni contravvenzione elevata con le sue apparecchiature.
Nel periodo preso in considerazione dagli investigatori si pensa che siano state eseguite tra le 13mila e le 15mila multe e siano stati incassati almeno 5mila euro con una tangente che poteva variare tra i 1.000 e i 2.400 euro per ogni autovelox e la somma di 391 euro per ogni autovelox al Comandante.
Questo è, invece, quanto riportato su internet dalla ditta fornitrice delle apparecchiature in questione.
“Si propone come partner affidabile di comuni ed Enti locali per la riscossione dei tributi, attraverso una gamma completa di servizi improntati alla sicurezza ed all’efficienza. Dispone di personale specializzato per erogare il Customer Care con soluzioni ad hoc per le pubbliche amministrazioni. L’azienda affianca i Comandi di Polizia Municipale con il noleggio, la vendita di apparecchiature per il controllo della velocità dei veicoli e la Gestione del Servizio integrato dei Verbali. Gestisce, inoltre, il servizio idrico e il relativo accertamento nella sua interezza per mezzo di apparecchiature e strumenti informatici di supporto, dispone di software gestionali e si occupa anche di verifiche tributarie e della gestione aree di sosta”.
Il Comandante, molto sapientemente per fare cassa, ma non nel comune dove lavorava, ma dalle indagini sembra nelle proprie tasche, si era adoperato a sua volta di contattare i colleghi dei comuni vicini per convincerli ad accettare la stessa “offerta”.
La proposta del Comandante di Tursi, però, non veniva accolta dai suoi colleghi, sicuramente onesti nel loro lavoro, anzi, addirittura, uno dei Comandanti contattati, decise di registrare il contenuto della loro conversazione, comprendendo che tale proposta configurasse un reato.
Le indagini, che hanno portato a 17 indagati in tutto, rilevarono, inoltre, un sistema di annullamento delle multe da parte dello stesso Comandante della Polizia Locale di Tursi che, attraverso il sistema informatico di gestione delle contravvenzioni fornito dallo stesso imprenditore, faceva risultare come pagate multe, invece, non pagate.
In compenso, il Comandante, e dobbiamo dire che di creatività ne aveva davvero tanta, ovviamente a proprio interesse, si faceva dare dai trasgressori una somma in denaro, una sorta di “sconto” considerevole dell’importo della multa, o altra utilità, tra cui anche la promessa di assunzione del futuro genero o addirittura la consegna di un carico di legna per l’inverno freddo.
L’imprenditore, per il pagamento delle “tangenti” e per l’illecito annullamento di verbali già elevati si avvaleva di due suoi collaboratori, A.I., di anni 52, di Torano Castello e di E.S., di anni 58, di Rocca Imperiale, che versavano le somme sul conto corrente intestato alla compagna del Comandante, M.R., di anni 47, di Nova Siri.
Tutti i dettagli dell’operazione sono stati forniti nella tarda mattinata di oggi durante una conferenza stampa svoltasi nella Sala Palatucci della Questura di Matera, alla presenza del Capo della Squadra Mobile e Vice Questore Fulvio Manco e del Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale della città dei Sassi, dott. Pietro Argentino.
Rocco Becce
Direttore Editoriale