Per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio e autoriciclaggio e proventi illeciti, che ammontano a circa 313mila euro, conseguiti dall’associazione criminale tra gli anni 2016 e 2017, in Basilicata, nella mattinata di oggi, giovedì 14 giugno, tre persone sono finite in manette e altre 6 risultano essere indagate.
Domenico Rossiello, nato a Potenza il 5 maggio 1968 e residente nel capoluogo lucano, è stato condotto in carcere, mentre Orazio Colangelo, nato a Potenza l’11 giugno 1961 e residente nel capoluogo lucano, e Donato Potenza, nato in Svizzera il 7 marzo 1974, ma residente a Ripacandida, in provincia di Potenza, sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Ad eseguire i fermi, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari della Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo lucano, i militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Potenza, guidati dal Col. Gianluca Dinoi.
Questi sono, invece, i nomi degli indagati.
Angela Bruno nata a Potenza il 6 dicembre 1971 e residente nel capoluogo lucano; Pasquale Carleo, nato a Vietri di Potenza l’1 gennaio 1957 e residente nel capoluogo lucano; Rosaria Lasala, nata a Potenza il 4 gennaio 1969 e residente nel capoluogo lucano; Antonio Lopiano, nato a Potenza il 18 ottobre 1967 e residente nel capoluogo lucano; Francesca Sorione, nata a Potenza il 3 ottobre 1992 e residente nel capoluogo lucano e, infine, Federica Anna Stenta, nata a Potenza l’1 luglio 1988 e residente nel capoluogo lucano.
Le indagini, condotte nell’ambito di diversi procedimenti penali, hanno avuto ad oggetto collaudate condotte criminali da parte degli indagati a danno di giovanissimi alla ricerca di lavoro.
L’origine dei fatti risale ad una denuncia di “Banca Prossima“, istituto di credito dove lavorava l’indagato Potenza, poi licenziato, a cui era stata contestata di appartenenza la concessione di affidamenti, su conti correnti intestati a persone, molto spesso associazioni, senza l’effettuazione di alcuna istruttoria e con accertate irregolarità.
Gli approfondimenti di indagine hanno, poi, consentito di appurare che alcuni giovani, almeno 11 sembra, in cerca di prima occupazione erano stati individuati e contattati dal Colangelo, presidente del Comitato di quartiere di Parco Tre Fontane, dove, successivamente, gli stessi venivano convinti a recarsi all’interno degli uffici della banca, alla presenza del Colangelo e del Rossiello, che si qualificava un operatore del terzo settore, venendo indotti a firmare contratti di apertura di conto corrente e di affidamento, intestati a fantomatiche associazioni di cui erano stati nominati presidenti.
Venivano creati, così, conti correnti bancari intestati ad associazione no-profit, su cui, grazie al Potenza, si attivavano linee di fido per 30mila euro ciascuno, conti che successivamente venivano “svuotati” dal Rossiello attraverso ricariche di carte di pagamento, bonifici o prelievi bancomat a discapito dei giovani.
Inoltre, con analoghe condotte fraudolenti gli indagati facevano sottoscrivere, a due dei truffati, alcuni contratti di finanziamento per l’acquisto di altrettante autovetture, di cui le vittime non avevano mai avuto disponibilità.
Il Rossiello e il Colangelo, inoltre, provvedevano a disperdere le tracce della provenienza delittuosa dell’illecito profitto, facendone transitare momentaneamente una parte su conti correnti e su carte Postepay di conoscenti, integrando il delitto di autoriciclaggio, come informa in una nota stampa inviata in redazione a firma del Procuratore Capo della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio.
Rocco Becce robexdj@gmail.com
Direttore Editoriale