
In Basilicata, ennesima operazione antidroga delle Fiamme Gialle di Potenza portata a termine all’alba di oggi, martedì 26 giugno.
Su richiesta del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale del capoluogo lucano, i militari hanno eseguito degli arresti nell’ambito di un procedimento penale a carico di 7 componenti di una banda, composta da più elementi tutti individuati, dedita ad un traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
L’apparato organizzativo consolidato nella sua struttura contava su una fitta rete di collaboratori, intermediari e fornitori e puntava a diventare il clan predominante nel traffico di droga in Basilicata, ma anche fuori dal proprio territorio, grazie a collegamenti con cosche napoletane e calabresi.
La sostanza stupefacente, maggiormente di tipo cocaina, purissima, ma anche hashish, richiesta dal gruppo malavitoso lucano con la collaborazione di 3 stranieri, che ha portato un guadagno di circa 200mila euro, arrivava in auto dall’Olanda, passando per la Germania sino ad arrivare in Italia e, poi, in Basilicata.
A finire in manette il capo indiscusso dell’organizzazione criminale, Saverio Riviezzi, di anni 54, soprannominato “zio” che aveva contatti all’estero, nel basso Lazio, tra Anzio e Formia, Campania e Calabria e i suoi appartenenti al gruppo di Pignola, in provincia di Potenza, il figlio, Vito Riviezzi, di anni 34, il campano, Giovanni Piscopo, di anni 40, il lucano, Angelo Quaratino, di anni 37 e i marocchini che vivevano in Campania, Diuss Hiuta, di anni 46, Habib Badi di anni 42 e Addi Ennser, di anni 61.
Le indagini, coordinate dalla D.D.A. (Direzione Distrettuale Antimafia) di Potenza e svolte dal G.I.C.O. della GdF di Potenza che hanno effettuato gli arresti con la collaborazione della D.C.S.A. (Direzione Centrale dei Servizi Antidroga) e il coinvolgimento del S.C.I.C.O. (Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) di Roma, hanno portato a conoscenza un vero e proprio sodalizio dedito al traffico di droga che operava nella città di Potenza ma con capillari ramificazioni sia fuori regione che all’estero.
Le risultanze investigative raccolte in misura consistente attraverso il ricorso alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, iniziate il 31 luglio del 2017 e protrattesi sino ad oggi, sono state suffragate durante tutto il percorso da significative attività di riscontro culminate con il sequestro di droga ed arresti operati in diverse città italiane.
In Piemonte, a Villanova d’Asti, il 31 luglio del 2017 sono stati sequestrati oltre 4 chili di cocaina rinvenuti nella disponibilità di una coppia di coniugi abruzzesi che, nella circostanza, venivano tratti in arresto, il 14 dicembre 2017 sono stati sottoposti a sequestro in Campania, a San Mango Piemonte, in provincia di Salerno, altri 2 chili e mezzo di cocaina e arrestato un marocchino residente in Spagna, e lo scorso 8 febbraio, in Campania, nei pressi di Buccino, in provincia di Salerno, è stato sequestrato un’altro mezzo chilo di cocaina e arrestato un campano.
Secondo l’ipotesi accusatoria si trattava di droga importata per conto del sodalizio pignolese, nei primi due casi dall’Olanda, tramite un fornitore marocchino che viveva in Germania, nell’altro dal limitrofo territorio campano, sostanza stupefacente tutta rinvenuta all’interno di alcune autovetture modificate all’interno e utilizzate per il trasporto della droga, le cui marche preferite erano due modelli in particolare, Peugeot 3008 e Wolkswagen Tiguan.
Allo stato sono contestate anche le aggravanti del metodo mafioso e della disponibilità delle armi, considerato che nel corso di una delle varie attività di riscontro, sono state rinvenute e sottoposte a sequestro due pistole, una delle quali clandestina che, secondo gli investigatori erano state reperite nel territorio napoletano tra Scampia e Secondigliano ed erano destinate al sodalizio locale tramite un autotrasportatore potentino, Leonardo Maitilasso, tratto in arresto lo scorso anno in Campania, a Pompei, in provincia di Napoli.
Sulla ricostruzione dei fatti, la dotazione di armi da parte del sodalizio rientra a pieno nella strategia mafiosa a cui appaiono ispirate le sue dinamiche.
Nel corso delle intercettazioni, fra l’altro, è stata registrata una conversazione in cui proprio l’intermediario napoletano per la fornitura delle armi richiamava l’attenzione del suo interlocutore, braccio destro del capo del sodalizio, sulla necessità di imporre una strategia del terrore tipica del metodo mafioso esclamando “Ci stanno momenti che tu devi imporre il terrore!”.
Tutti i dettagli dell’operazione condotta dalle Fiamme Gialle, denominata “Impero 2017“, sono stati illustrati alla stampa al quarto piano del Palazzo di Giustizia, presso la Procura di Potenza, nel primissimo pomeriggio di oggi.
Durante la conferenza erano presenti il Procuratore Capo della Repubblica e coordinatore della D.D.A., dott. Francesco Curcio, il Procuratore Aggiunto, dott. Francesco Basentini, il pm, dott. Gerardo Salvia, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Potenza, Colonnello Gianluca Dinoi, il Tenente Colonnello Costantino Russo del Cte Nucleo della GdF e il Maggiore Luigi Paone del Cte G.I.C.O. della GdF.
Rocco Becce
Direttore Editoriale
