È stata portata finalmente a termine in Basilicata, a Lavello, in provincia di Potenza, un’indagine avviata qualche mese addietro dai militari dell’Arma dei Carabinieri della Compagnia di Venosa guidata dal Capitano Alessandro Vergine, nella foto.
31 persone di età comprese tra i 17 e i 41 anni di età, ritenute responsabili di concorso nei reati di invasione di terreni ed edifici, danneggiamento, deturpamento ed imbrattamento di cose altrui, sono state denunciate in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria.
Il risultato dell’operazione è stato raggiunto grazie ad un’intensa e proficua attività di prevenzione e repressione condotta dai militari dell’Arma che, nella prosecuzione di un’attività investigativa, scaturita da relativi controlli del territorio ha permesso di identificare e deferire tutti i responsabili alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza.
Tutto è iniziato a seguito di un “Rave Party” non autorizzato, svoltosi nella città di Lavello, tra la serata del 18 ed il pomeriggio del 19 febbraio scorso, all’interno di un capannone industriale in disuso, ubicato in un terreno di proprietà privata.
Ma che cosa sono davvero i “Rave Party”?
Secondo i tanti, come si legge anche su internet, non sono altro che raduni di giovani drogati e molto indisciplinati, che assordati da una musica alienante fuggono dai problemi mettendo in pericolo l’ordine pubblico.
È un fenomeno sicuramente nato negli anni ’90, dalle molteplici sfaccettature e origini, prima fra tutte la musica ed un momento temporaneo dove i giovani tramite sopratutto il passaparola, ora fatto sui social network, si appropriano, il più delle volte senza le autorizzazioni necessarie, di luoghi privati per incontrarsi e aggregarsi ma a volte, ed è questo grave, usando luoghi privati e musica ad alto volume ma anche alcool e droghe, ma questa è forse una storia troppo lunga da raccontare oggi.
Ma ritornando all’indagine condotta dalla locale Stazione Carabinieri, supportati da altri Reparti dipendenti del Comando Compagnia e dai colleghi da dove provenivano gli indagati, i militari avevano appurato che all’evento giovanile erano stati presenti circa 200 persone provenienti anche da alcune regioni limitrofe alla Basilicata, di cui 64 già identificate precedentemente e denunciate per gli stessi reati.
Tutti si erano introdotti illecitamente all’interno del terreno e dell’edificio privato, danneggiando la struttura con scritte e graffiti ornamentali, deturpando l’area circostante con l’abbandono di bottiglie ed oggetti di ogni tipo.
Rocco Becce robexdj@gmail.com
Direttore Editoriale