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È stato un grande successo il primo laboratorio di scrittura denominato “Così lontano, così vicino“, svoltosi lo scorso venerdì 24 agosto, in Calabria, presso la Biblioteca Civica di Oriolo, in provincia di Cosenza.
L’evento, promosso dall’amministrazione comunale di Oriolo e tenutosi in collaborazione con la “Biblioteca Minnicelli” di Corigliano-Rossano, è nato dall’incontro casuale tra il vicesindaco della città, Vincenzo Diego, sempre in prima linea quando si parla di cultura come bene collettivo, e Ombretta Gazzola, direttrice della Biblioteca, i quali hanno deciso subito dopo di collaborare e di mettere in rete le due biblioteche.
II tema scelto, quello della lontananza e dell’allontanamento, è stato il filo conduttore dei tre diversi momenti del laboratorio.
Dopo i saluti del vicesindaco, i lavori sono stati aperti da Franco Dionesalvi, poeta e scrittore di origini cosentine, trasferitosi da qualche anno in Lombardia, a Milano, dove lavora come insegnante e scrittore.
Nel suo intervento, come si legge in un comunicato stampa inviato in redazione, Dionesalvi ha invitato i presenti a riflettere sul concetto di spaesamento e di come l’allontanamento, prima dal grembo materno e, poi, dai luoghi della nostra infanzia, ci diano la possibilità di costruire uno spazio, un tempo, un’emozione.
Noi nasciamo nel momento in cui ci allontaniamo.
Esistere è allontanarsi.
La seconda parte del laboratorio, dal titolo “Lo spazio della lontananza“, è stata curata dall’arch. Tiziana Visconti, casertana di origini ma da qualche anno residente all’estero.
Dopo una breve passeggiata nei luoghi che hanno ospitato il laboratorio, l’arch. Visconti ha invitato i tanti presenti ad immergersi nella magia dei luoghi, a fare uno sforzo per ritrovare quel “genius loci” che la società contemporanea non è più capace di riconoscere, distratta, purtroppo, dal rumore assordante della tecnologia e della modernità, spiegando che “la soluzione è riconoscersi in un “altrove” che altro non è se non la contaminazione di tutti i luoghi che siamo stati, e che fanno parte irrimediabilmente del nostro vissuto”.
A conclusione del laboratorio, Ombretta Gazzola, direttrice della Biblioteca Minnicelli nonchè poliedrica artista e raffinata intellettuale, anche lei nata e cresciuta a Ferrara ma naturalizzata calabrese, ha condotto con i partecipanti delle vere e proprie “liberazioni artistiche”, esperimenti in cui ciascuno si è potuto cimentare con l’arte nella rappresentazione delle proprie emozioni e stimolazioni ricevute durante le precedenti fasi.
Ultimo ma non meno importante è stato il contributo del maestro oriolese, Rocco Abate, il quale ha lanciato ai partecipanti un accorato appello dicendo che “nell’epoca in cui la parola è violentata e tradita, bisogna ritrovare il valore testimoniale dell’azione e del silenzio, per invertire quella pericolosa deriva di odio ed ignoranza che rischia di investire tutti, azione sentita come urgente e necessaria”.
Redazione
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