Nella mattinata di, oggi mercoledì 19 settembre, intorno alle ore 11.00, alla presenza del Questore, dott. Alfredo Anzalone, del Dirigente del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni, il Vice Questore, dott. Rosario D‘Anza e del Dirigente Generale dell’ARPAB, dott. Edmondo Iannicelli, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Polizia di Stato e l’ARPAB (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata).
L’atto, ha lo scopo di prevenire e contrastare attacchi informatici ed illeciti alle reti ARPAB che possano compromettere la funzionalità dei servizi di pubblica utilità che l’Ente offre o la sicurezza dei dati d’informazioni che detiene ed è stato siglato grazie all’impegno del Questore della Provincia, Anzalone e alla disponibilità degli altri firmatari, alla presenza degli operatori degli organi di informazione, al secondo piano della Questura di Potenza, in via Guglielmo Marconi 42.
La cybersecurìty è, dunque, non solo una necessità, ma una priorità, che in questo modo si intendono garantire, attraverso la segnalazione di eventuali emergenze relative a vulnerabilità, minacce o incidenti e la definizione di sistemi di scambio di dati sicuri per la comunicazione delle informazioni di interesse tra l’ARPAB e la Polizia Postale, che, grazie alle attività previste dalla convenzione si potrà prevenire e contrastare ogni forma di accesso illecito.
In questa convenzione, inoltre, sarà garantito anche lo sviluppo di aggiornamenti e formazione, per potenziare la prevenzione contro i reati informatici e l’informazione sui sistemi utilizzati e sulle relative procedure di intervento contro tentativi di accesso non a norma di legge.
Intanto, la Polizia Postale informa che è in corso una massiva attività di spamming a scopo estorsivo con l’invio di email in cui gli utenti vengono informati dell’hackeraggio del proprio account di posta elettronica ad opera di un gruppo internazionale di criminali.
Tale email informa che l’account sarebbe stato hackerato attraverso l’inoculamento di un virus mentre venivano visitati siti per adulti, da qui la minaccia di divulgare a tutti il tipo di sito visitato e la conseguente richiesta di denaro in criptovaluta.
Quindi, attenzione, nulla di tutto ciò è reale, rappresenta un’nvenzione dell’autore del reato, elaborata al solo scopo di gettare tutti nel panico ed indurre a pagare la somma illecita, che è tecnicamente impossibile.
Difatti, chiunque, pur se entrato abusivamente nella casella di posta elettronica di chiunque, abbia potuto, per ciò solo, installare un virus in grado di assumere il controllo del dispositivo, attivando la webcam o rubando i dati.
Ecco, dunque, alcuni consigli su come comportarsi.
Mantenere la calma, perchè il criminale non dispone, in realtà, di alcun filmato che potrebbe ritrarre chiunque in atteggiamenti intimi né, con tutta probabilità, delle password dei profili social da cui ricavare la lista di amici o parenti; non pagare assolutamente alcun riscatto, perchè l’esperienza maturata a riguardo a precedenti fattispecie criminose, come #sextortion e #ransomware, dimostra che, persino quando il criminale dispone effettivamente di dati informatici, pagare il riscatto determina come unico effetto un accanimento nelle richieste estorsive, volte ad ottenere ulteriore denaro.
E ancora, proteggere adeguatamente la email ed, in generale, gli account virtuali, cambiando, se non si è già provveduto a farlo, la password, impostando una più complessa e non utilizzare mai la stessa per più profili; abilitare, dove possibile, meccanismi di autenticazione forte agli spazi virtuali, che associno all’inserimento della password, l’immissione di un codice di sicurezza ricevuto sul cellulare; tenere presente che l’inoculazione, quella vera, di virus informatici capaci di assumere il controllo dei dispositivi può avvenire soltanto se i criminali informatici abbiano avuto disponibilità materiale degli stessi dispositivi, oppure qualora siano riusciti a consumare, a danno, episodi di phishing informatico; è buona norma, quindi, non lasciare mai i dispositivi incustoditi, e non protetti, e guardarsi dal cliccare su link o allegati di posta elettronica sospetti.
Per tutte le eventuali informazioni, potete contattare il seguente recapito: commissariatodips.it
Rocco Becce
Direttore Editoriale