In Basilicata, a Ruoti, in provincia di Potenza, si chiude oggi, lunedì 22 ottobre, una storia iniziata già da tempo, durante le ultime elezioni politiche comunali, quando i media si occuparono di alcune dichiarazioni fatte da Angelo Salinardi, ex sindaco della città lucana, sino a ieri vicesindaco ed ora destituito dall’attuale sindaco Anna Maria Scalise, nella foto, dopo un’ultima aggressione subita dalla segretaria comunale, Maria Lucia Calabrese, epilogo di una lunga serie di analoghi situazioni protrattesi per circa 5 mesi e che in un comunicato stampa giustifica così la propria scelta.
“La destituzione da vicesindaco di Angelo Salinardi segna il venir meno di un rapporto fiduciario.
È un atto per me doloroso ma dovuto.
Doloroso sotto il profilo umano per i rapporti di cordialità che erano a monte di questa esperienza politico-amministrativa, doveroso sul piano politico. In questi mesi si è lavorato per il bene comune e negli interessi dell’intera comunità di Ruoti.
Ho cercato e cerco di interpretare il ruolo di sindaco con questo spirito, come molti in questa regione, e forse con un tratto ed uno stile che condivido con tante donne impegnate in politica.
La mia storia precedente è quella di un forte impegno nel sociale e per questo accolsi con entusiasmo l’invito a candidarmi in una comunità a pochi passi dalla città in cui vivo e dove molti ruotesi laboriosi danno il loro contributo, facendosi conoscere e stimare.
Quando Salinardi e gli altri amici della lista mi chiesero di mettermi al servizio di un progetto di crescita e di sviluppo della comunità, ho interpretato questa volontà con convinzione e determinazione, trascorrendo ogni giorno facendo del mio meglio.
Mi sono ritrovata accanto giovani amministratori molto motivati, desiderosi di dare nuovo impulso alla vita sociale ed economica del paese, ed una opposizione con varie anime critiche, alcune pronte alla discussione ed al confronto, altre con la stessa cultura di fazione, pregiudizialmente ostile.
Se il mondo di oggi si divide ancora in amici e nemici da combattere, evidenzio che è per me una cultura del tutto estranea, così, come mi è estraneo l’atteggiamento della prevaricazione, dell’offesa e della insinuazione, ancor più inaccettabile se rivolto ad una donna.
La vicenda ultima dell’aggressione verbale alla segretaria comunale di Ruoti, si commenta da sè.
Le testimonianze raccolte dagli organi preposti non lasciano spazio a smentite.
Mi sarei attesa delle scuse, il riconoscimento di avere ecceduto ed un gesto simbolico, come le dimissioni da parte del vicesindaco, che sarebbero servite a sanare l’accaduto.
Chi riveste ruoli importanti nelle istituzioni non può, infatti, porre in essere simili atteggiamenti e a maggior ragione nei confronti di un pubblico ufficiale.
Ma così non è avvenuto, anzi, si cerca di mistificare la realtà, negando l’accaduto e delegittimando le persone, con insinuazioni e affermazioni destituite di ogni fondamento, una tecnica di capovolgimento della realtà.
Ho ricevuto in queste ore molte attestazioni di stima, e questo è per me motivo di grande consolazione in un momento di profondo turbamento, dovendo prendere atto che un rapporto fiduciario è stato tradito e non soltanto venuto meno.
Quando nel comizio finale l’ex vice-sindaco fece dichiarazioni talmente equivoche e spropositate da attirare l’attenzione dei media nazionali, facendomi apparire una marionetta nelle sue mani, credetti alle sue giustificazioni ed al travisamento delle sue parole.
I rapporti di cordialità e di stima da lui sempre manifestati nei miei confronti mi sembrarono più convincenti delle sue improvvide dichiarazioni, ma oggi, alla luce di quanto sta accadendo e delle sue dichiarazioni, ho motivo fortemente di dubitare, salvo concrete dimostrazioni contrarie e di prendere atto che ci eravamo reciprocamente sbagliati, io nel credere alla sua buona fede e lui sulla mia persona.
Il solo ipotizzare che le donne siano marionette nelle mani di qualcuno è l’unico pensiero, in questo frangente, capace di farmi sorridere.
Ciò che si rileva sul piano politico, non essendo certo stata nominta da qualcuno, bensì eletta, è una cultura non di fazione ma inclusiva e ritengo stia generando risultati positivi, di coesione sociale, di fiducia nel rapporto istituzioni-comunità e che senza dubbio potrà continuare.
Molte sono, infatti, le attività in corso, le opere da realizzare e le cose che si devono e si possono fare per la nostra comunità e che questa amministrazione con il concorso di tutti ha messo in piedi”.
A questo punto, non tarda ad arrivare la risposta di Angelo Salinardi che in merito a questa storia commenta così:
“Mio malgrado, sono costretto a replicare alle esternazioni, frutto di fantasia e teatrali sceneggiate della segretaria comunale, a cui la “concittadina”, entrambe sono originarie di Ginosa in Puglia, avrebbe dato solidarietà.
Se sul piano politico la questione sarà oggetto di comuni valutazioni interne alla maggioranza, mi auguro condivise e partecipate secondo i dettami della democrazia, sul piano personale ed umano mi preme ribadire che nessun attacco verbale o “posturale”, ancora non ho capito a cosa si riferisca, è stato rivolto alla segretaria comunale.
Ribadisco, ancor più, che la mia non condivisione delle decisioni proposte all’approvazione della Giunta senza essere stato edotto preventivamente della proposta definitiva, a cui si opponeva il diniego della sindaca, mi ha portato a contestare la registrazione telefonica.
Questa si sconcertante e che dimostra poca fiducia nei confronti della professionista oltre che un sistema illegale di controllo del pensiero e delle dichiarazioni espresse liberamente da organi dell’amministrazione.
È questo un modo corretto di agire?
Da qui la mia riserva con un tono di voce alterato, certamente non opportuno.
Ma si comprenderà che a subire una violenza ancor più grave sono stato io nel mio ruolo di amministratore comunale.
Già in altre occasioni avevo contestato la proposta di approvazione di atti deliberativi a mio avviso palesemente illegittimi, e che ho regolarmente segnalato alle autorità giudiziarie competenti.
Capisco, quindi, la voglia di farsi giustizia della segretaria e della stessa sindaca che hanno colto l’occasione per mettere in atto una colorita rappresentazione di eventi inverosimili.
E di qui l’occasione fornita alla minoranza di entrare a piedi uniti nella vicenda politica e personale tanto da aver chiesto le dimissioni anche della stessa sindaca.
Infine, vorrei ricordare alla segretaria stessa, che lamenta ostracismi e avversione, ed ai concittadini, che a sostenere la scelta della sua figura professionale è stato il sottoscritto, che in più occasioni ha accompagnato la sindaca di Ruoti a Grottole per convincere il primo cittadino di quel Comune ad acconsentire al trasferimento presso il nostro Comune.
E ricostruire così l’asse sindaca-segretaria originari dello stesso paese, secondo i loro desiderata.
Non è casuale che la sindaca abbia riconosciuto, poche settimane fa, con un suo decreto, un indennità di risultato, alla segretaria medesima, in maniera preventiva pari al massimo senza attendere di valutare i risultati da conseguire, atto da me regolarmente contestato con richiesta di revoca.
Che io sia scomodo lo dimostra il fatto che per avere regolare convocazione alle riunioni di Giunta ho dovuto segnalare, lo scorso 18 luglio con nota scritta, la mancata comunicazione delle riunioni con l’o.d.g. previsto.
Mi aspetto per quest’unico motivo dalla stessa sindaca un colpo di testa, teso anche ad estromettermi da qualsiasi ruolo decisionale, a cui le strumentalizzazioni del dopo voto devono avergli fatto perdere la serenità che avevo intravisto nel proporla a capo della nostra coalizione.
L’ultimo atto della sindaca, a questo punto ampiamente prevedibile e segno di debolezza estrema , mi porta a fare poche ma essenziali considerazioni che vanno oltre l’amarezza di dover registrare la rottura di rapporti personali costruiti negli anni di frequentazione al di fuori del contesto politico.
In particolare, devo registrare come il richiamo al tradimento ed al venir meno di un rapporto fiduciario va esattamente nella direzione opposta, tanto da sostenere che l’unico atto coerente con le dichiarazioni di persona al di sopra di ogni interesse, che la sindaca si attribuisce, è quello di rassegnare ella stessa le dimissioni.
E questo ancor più per aver riconosciuto che a sollecitare la sua candidatura, a promuoverla, presentarla e condividerla con gli altri candidati, è stato il sottoscritto.
Se avesse avuto dignità doveva allora rassegnarle già il giorno dopo a seguito del comizio che ella stessa richiama nella sua nota odierna.
Se poi, ribadisco il concetto espresso ieri, è stata una prova di forza per riscattare il ruolo di donna impegnata in politica scevra da ogni condizionamento, credo che sortisca esattamente l’effetto contrario.
E qui devo respingere ogni maliziosa allusione al mancato rispetto del ruolo delle donne in politica al punto che l’ho voluta, con forza, sindaca, convincendo anche i più riottosi che la scelta di una candidata esterna fosse la cosa migliore per mettere tutti d’accordo.
Qui si tratta solo di ingratitudine umana e mancanza di rispetto, come nelle migliori tradizioni che hanno preso il via “dall’Ultima Cena”.
Redazione