In Basilicata, a Potenza, in questi ultimi giorni, ma non solo, si è visto e scritto di tutto sui social network.
Il web, purtroppo, rispecchia oggi, forse, tutte le difficoltà a cui la gente, i giovani vanno incontro giorno dopo giorno, ma anche gli insegnamenti che qualcuno non ha saputo dare negli anni.
Siamo a favore di questi mezzi ma forse è bene che si mettano delle regole ben precise e questo toccherà prima o poi ai legislatori.
“Con i social parola a legioni di imbecilli”, è l’argomento su cui Umberto Eco ha ottenuto la laurea honoris, aggiungendo che prima si passavano il giornale davanti ai bar ora invece sono tutti chiusi a casa davanti al pc.
Lo psichiatra Vittorino Andreoli nel suo ultimo libro “Il silenzio delle pietre” (Edizioni Rizzoli), ha, invece, scritto che “i social sono una comunicazione e cultura di media, adatti per le persone frustrate e ne ha bisogno chi è morto”.
Tanta professionalità sicuramente, ma anche tanta voglia di offendere ed utilizzare un mezzo a proprio piacimento e questo anche per i giornali online legati ai partiti che, invece, potrebbero dare senz’altro frutti positivi nell’immediata informazione di argomenti utili alla comunità.
È quello che noi stiamo cercando di far capire avendo la possibilità che non tutti hanno, ovvero di fare informazione a 360 gradi ma lontano da aree politiche e con la massima educazione e rispetto di chi ci segue, ma anche di qualcuno che potrebbe fare di più e non lo fa.
Stiamo parlando dei nostri politici, i nostri amministratori che dovrebbero trovare le migliori soluzioni alle tante problematiche esistenti in città e nel Paese, ma questa è storia vecchia, sono i primi a pregiarsi del nulla sui social.
Alla base di tutto, oltre alla competenza abbiamo bisogno del rispetto altrui in tutti i sensi.
In questi giorni tantissime sono state le proteste per la raccolta dell’immondizia in città in ritardo e tanto altro ancora, ma alzare i toni e sparare sulla “Croce Rossa”, come dice un vecchio detto, non è sempre utile.
La pazienza, il dialogo e il non attaccamento ai politici di qualsiasi area dovrebbe aiutarci a non oltrepassare certe regole di rispetto e buona educazione.
Per quel che ci riguarda questa è la nostra strada che stiamo percorrendo già da tempo e in merito in redazione è arrivato un comunicato stampa che non avremmo mai voluto pubblicare.
“Purtroppo, anche in occasione delle avverse condizioni meteorologiche registratesi a Potenza in questi ultimi giorni e nelle ultime ore, con temperature al di sotto dello zero, ho dovuto constatare con amarezza il livello infimo di molti dei commenti e dei messaggi privati indirizzati all’amministrazione comunale e alla mia persona attraverso i canali informativi ufficiali dell’Ente”.
Così il sindaco della città, Dario De Luca, interviene a margine di quanto verificatosi a seguito delle comunicazioni diramate anche sui social network nelle ultime ore, a riguardo ai provvedimenti adottati dal Comune.
In particolare, rispetto alla decisione di chiusura delle scuole a causa neve per il solo giorno di ieri, giovedì 10 gennaio,
“Abbiamo ricevuto un numero notevole di commenti pubblici ai diversi post su Facebook, e privati attraverso Messenger, di una violenza verbale inaudita, anche considerando che, nella quasi totalità dei casi, si tratta di studenti giovani e giovanissimi – ha commentato dispiaciuto il primo cittadino De Luca aggiungendo – senza entrare nel merito di chi usa profili falsi, altro particolare del quale comunque bisogna tenerne conto, e ritengo che tali comportamenti deplorevoli debbano interrogarci come amministratori, cittadini, genitori, docenti, dirigenti scolastici, componenti a vario titolo delle diverse agenzie educative presenti sul territorio”.
“Sarebbe bello – prosegue De Luca – che in tutte le famiglie, in tutte le scuole, in tutti i luoghi nei quali i nostri figli vivono, crescono, si confrontano, si rileggessero gli ultimi post pubblicati sul profilo Facebook del Comune, i relativi commenti e i consensi che i commenti stessi hanno ricevuto e ricevono. Oltre al turpiloquio, alle gravi offese, al modo grave e inopportuno di rivolgersi e rapportarsi ad un’istituzione e ai suoi rappresentanti, indicativo anche il ricorso a bestemmie, a un linguaggio da trivio, ad una illogicità di ragionamenti che ragionamenti non sono e che, sopratutto se rapportati alla giovane o giovanissima età di chi li adotta, denotano uno scarso, quando non assente, senso civico, preoccupanti manifestazioni d’odio, incapacità di moderazione del proprio sentire, del proprio comunicare, del proprio socializzare. Decisioni come quella della chiusura delle scuole, sono frutto della collaborazione sinergica di più istituzioni e più persone, che esaminano diversi parametri, analizzano le diverse possibilità, verificano tutte le diverse opzioni. Come tutte le scelte sono opinabili e soggette a discrezionalità, se pur minima, e possibili errori, non per questo autorizzano al vero e proprio linciaggio mediatico, alla gogna dei social network, agli oltraggi vandalici che anche negli ultimi giorni siamo stati costretti a subire. Rivolgo il mio appello a genitori, docenti, educatori, affinchè, ognuno per quanto di propria competenza, facciano del rispetto un punto fermo e individuino l’offesa altrui come un disagio da affrontare e non come una pratica da ignorare”.
Rocco Becce
Direttore Editoriale