Una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno è stata portata a termine in alcuni comuni della provincia sin dalle prime ore di questa mattina, martedì 12 febbraio.
7 le persone indiziate di delitto, di nazionalità marocchina, ritenute responsabili di furto aggravato in concorso.
5 sono finite in carcere e 2 sono attivamente ricercate dai militari dell’Arma.
I fermi sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno, che ha inviato una nota stampa in redazione firmata dal Procuratore, dott. Antonio Ricci.
Queste sono le foto e i rispettivi nomi degli arrestati, che pubblichiamo integralmente perchè potrebbero essere riconosciuti da qualche derubato.
Per eventuali segnalazioni in merito, potete rivolgervi immediatamente al “Numero Unico di Emergenza 112” che da oggi ha anche un sito, https://112.gov.it/, servizio attivo in Friuli Venezia Giulia, Lazio (prefisso 06), Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia Orientale, Valle d’Aosta e nelle province Autonome di Trento e Bolzano.
1) OUCHEN MOHAMED
2) SAKHI YOUNESS
3) ECHECHNNAH MOUSSA
4) ELATTIQ RAHAL
5) FAJRAOUI EI MOSTAFA
I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella mattinata di oggi, presso la Procura della Repubblica di Vallo della Lucania.
Le operazioni si sono svolte a Battipaglia, Eboli, Pontecagnano e Roccadaspide grazie ai Carabinieri della Compagnia di Agropoli, in collaborazione con le Compagnie del Comando Provinciale di Salerno.
10 i decreti di perquisizione locale nei confronti dei destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi e di altre persone indagate per ricettazione.
I decreti scaturiscono da un’indagine supportata anche da attività tecniche, condotta dal dipendente N.O.R. e dalla Stazione di Santa Maria di Castellabate, avviata lo scorso mese di gennaio che ha consentito di accertare l’esistenza di un sodalizio criminale con base operativa nel comune di Eboli, in località Campolongo e Corno d’Oro, dedito alla commissione di furti ai danni di abitazioni, aziende agricole ed opifici che ha interessato le province di Salerno Avellino e Potenza, nonche della successiva ricettazione della refurtiva in alcuni comuni della provincia di Napoli, ovvero di documentare le responsabilità degli indagati in ordine a circa 80 furti, commessi tra il dicembre 2017 e il febbraio 2019 nei comuni di Albanella, Auletta, Buccino, Capaccio Paestum, Casalvelino, Castellabate, Felitto, Giffoni Valle Piana, Laureana Cilento, Lioni, Montecorice, Oliveto Citra, Perdifumo, Polla, Pollica, Roccadaspide, Rivello, San Mauro Cilento, Sant’Angelo dei Lombardi, Sicignano degli Alburni e Tramutola e di rinvenire e sottoporre a sequestro varia refurtiva.
L’attività investigativa trae origine da una serie di azione predatorie che, a partire dal mese di dicembre 2017, sono state consumate tra i comuni di Castellabate e Montecorice, data la modalità di esecuzione, nonchè la natura dei proventi (attrezzature agricole, utensili da lavoro, elettrodomestici ed olio), si comprendeva che tali reati erano stati commessi dalla stessa mano, anche perchè in diverse occasioni, nella stessa notte, ne venivano perpetrati diversi.
ln alcune circostanze i malfattori per poter trasportare la refurtiva, asportavano anche delle autovetture che successivamente, a poche ore dall’azione predatoria, venivano rinvenute per lo più nella giurisdizione nel comune di Eboli, nelle zone urbane di Santa Cecilia o Como d’Oro.
L’acquisizione del traffico telefonico sostenuto sulle celle serventi le località colpite dai furti e di quello relativo alle celle in cui venivano rinvenute poi le autovetture asportate e la loro successiva analisi, consentiva di risalire ad una serie di utenze telefoniche che nel contesto investigativo apparivano correlate ad azioni criminose, tant’è che, poi, venivano sottoposte ad intercettazione.
Dall’ascolto delle varie conversazioni captate, venivano acquisiti elementi indizìari a carico dei rispettivi utilizzatori ed aprivano uno scenario investigativo su altre persone di cui venivano intercettate le rispettive utenze telefoniche.
In ogni caso le attività tecniche, insieme ai servizi di osservazione controllo e pedinamento dei militari della Compagnia di Agropoli, hanno consentito di far emergere una rete criminale che depredava con furti le zone della provincia di Salerno, della Basilicata e del vesuviano, con particolare riferimento a quelle rurali e isolate.
Si comprendeva, che le azioni predatorie venivano materialmente commesse da 7 persone extracomunitarie, dimoranti tra i comuni di Roccadaspide, Eboli, Pontecagnano e Battipaglia, che, poi, erano soliti cedere la merce a tre indagati dimoranti nell’hinterland vesuviano, nei comuni di Sant’Antonio Abate, Gragnano e Lettere, che si occupavano di venderla.
In ogni caso le investigazioni hanno fatto emergere che ad operare non si trattava di un unico gruppo, ma di varie frange che effettuavano i furti e, poi, si rivolgevano ai tre ricettatori, due dei quali cooperavano tra loro, il terzo agiva invece in maniera solitaria.
Una volta ricevuta la refurtiva, veniva smistata in prima persona dai ricettatori che in alcune circostanze si avvalevano di altri corrieri per ampliare la possibilità di vendita in modo repentino.
Infine, nel corso degli accertamenti sono emerse altre figure, corrieri il cui ruolo era quello di prelevare gli extracomunitari al ritorno dalle azioni predatorie, quando, scoperti dalle forze dell’ordine, si davano alla fuga.
In particolare gli extracomunitari non disprezzavano la violenza, tanto che in un’occasione nel corso di un raid nel comune di Casal Velino, vistisi scoperti, non esitavano ad aggredire un Sottufficiale dei Carabinieri intervenuto sul posto.
La loro inclinazione all’aggressività veniva confermata anche dal fatto che in alcune circostanze erano state rubate addirittura delle armi.
Nel corso dell’attività intercettiva si appurava l’emissione di numerosi colpi, non solo in danno ai privati cittadini, ma anche di ditte edili e caseifici.
Una volta smascherato il modus operandi degli indagati si riusciva a recuperare la quasi totalità della refurtiva, tra cui autocarri, escavatori, autovetture, prodotti caseari, utensileria varia, attrezzatura agricola ed armi, che dopo essere stata riconosciuta dai legittimi proprietari veniva loro restituita.
Le principali difficoltà nell’espletamento dell’attività sono state riscontrate nell’identificazione degli stranieri che erano soliti utilizzare carte sim non a loro intestate, ma grazie alla perseveranza degli investigatori, ai numerosi servizi di riscontro effettuati sul territorio, nonchè all’intreccio dei dati investigativi sul conto dei prevenuti, è stato possibile identificare tutti i componenti della banda, compresi i ricettatori, e disarticolare l’intero gruppo criminale.
Rocco Becce
Direttore Editoriale