In Basilicata, nel metapontino, nei giorni scorsi, la Compagnia della Guardia di Finanza, guidata dal Capitano Marco Cappetta, nella foto, ha scoperto un diplomificio, ovvero la fabbrica del diploma generico falso, dove non occorrono esami e non occorre studiare, ovviamente pagando bene per comperare il titolo che serve.
È quello che è stato scoperto dal Comandante della Compagnia delle Fiamme Gialle e dai suoi uomini.
Infatti, dietro la facciata di una struttura privata specializzata nella preparazione scolastica, si nascondeva un’attività d’impresa utile a favorire il conseguimento di diplomi di maturità in carenza della prevista frequenza degli alunni.
Dopo aver condotto un’articolata attività di Polizia Giudiziaria, a conclusione indagine, sono 21 gli avvisi notificati a dirigenti scolastici ed insegnanti, per condotte di falso materiale ed ideologico e occultamento di registri pubblici.
Le indagini degli investigatori si sono concentrate sopratutto sugli studenti, provenienti dalle province di Cosenza, Bari, Pescara e Padova.
Durante il periodo di frequenza scolastica, risultavano contestualmente lavoratori dipendenti “a tempo pieno”, con orari incompatibili, considerato anche la distanza dei luoghi di residenza.
L’attività ispettiva, che ha comportato il sequestro dei registri di classe e dei professori, oltre a varia documentazione, relativamente agli anni scolastici che andavano dal 2013 al 2017, ha fatto emergere che con una minima frequenza, a fronte di un corrispettivo di 2.500 euro annui, era possibile sostenere l’esame per conseguirne un diploma senza affaticarsi tanto nello studio.
Infatti, le Fiamme Gialle, hanno appurato come, attraverso la falsa annotazione delle presenze, da parte dei professori e dei gestori pro tempore, si sia consentito a 15 iscritti di affrontare l’esame e conseguire il titolo di studio relativo al diploma di geometra senza la necessaria frequentazione durante le regolari ore di lezione previste.
Alle società che gestiva il tutto sono stati contestati amministrativamente ricavi non dichiarati per circa 355mila euro.
Rocco Becce
Direttore Editoriale