In Basilicata, nella mattinata di oggi, mercoledì 19 giugno, una vasta operazione denominata “Libertate“, eseguita contro il caporalato, ha interessato la provincia di Matera, nell’ambito delle indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Matera, in collaborazione con i colleghi per la Tutela del Lavoro.
Su richiesta del Giudice per le indagini Preliminari della Procura della Repubblica, un sequestro preventivo è stato emesso nei confronti di 4 imprenditori agricoli, indagati per intermediazione illecita e sfruttamento di lavoratori nei campi agricoli del litorale jonico-lucano.
Le indagini, sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica di Matera, dott. Pietro Argentino, e dal pm, dott.ssa Annafranca Ventricelli, il provvedimento cautelare è stato emesso dal Giudice per le indagini Preliminari, dott.ssa Angela Rosa Nettis ed avviate dopo una denuncia per sfruttamento illecito del lavoro, presentata da un rumeno nel maggio del 2018, presso la Compagnia Carabinieri di Policoro.
Svolta in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Operativo di Policoro e dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Matera e Potenza, l’inchiesta ha portato subito dopo al fermo di indiziato di delitto nei confronti di 4 cittadini rumeni.
Nel mese dello scorso gennaio portò all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 persone, di cui 11 in carcere, 1 agli arresti domiciliari, 1 all’obbligo di dimora e 1 all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Infine, oggi, è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo nei confronti di 5 aziende agricole, oltre a conti correnti, beni, terreni, fabbricati, mezzi ed attrezzature aziendali per un volume d’affari stimato oltre 7 milioni di euro.
I lavoratori, principalmente stranieri, di origine rumena, venivano reclutati all’estero, tramite Facebook, ed una volta giunti in Italia, venivano privati dei documenti di riconoscimento e costretti, sotto minaccia ed intimidazione, a lavorare in diversi fondi agricoli privati, individuati nelle località di Scanzano Jonico e Tursi, in provincia di Matera.
Le vittime venivano alloggiate presso delle abitazioni a loro fittate forzatamente, il cui costo veniva loro automaticamente decurtato dal salario.
I lavoratori sfruttati, inoltre, venivano costretti a lavorare fino a 14 ore consecutive con un salario medio di 3,5 euro all’ora, con una sola pausa per il pranzo di mezz’ora e sotto continue minacce ed intimidazioni.
In questa ultima fase dell’attività investigativa ci si è concentrati sull’individuazione dei beni che costituirono il prezzo-profitto-prodotto del reato, in particolare le aziende agricole che hanno impiegato la manodopera sfruttata, avvantaggiandosene economicamente.
A seguito del sequestro, al fine di garantirne la continuità aziendale, è stato nominato un amministratore giudiziario scelto tra quelli iscritti nell’albo nazionale degli amministratori giudiziari.
Il tutto è stato illustrato in una conferenza stampa svoltasi nella mattinata di oggi, nella sede del Comando Provinciale Carabinieri di Matera.
Questi sono i nomi dei destinatari dei provvedimenti:
Decreto di sequestro preventivo nei confronti di:
– Giordano Massimo, nato Montalbano Jonico (MT), cl. 72, residente Scanzano Jonico (MT), imprenditore, titolare azienda agricola “La Lucana Fruit Soc. Coop.”;
– Giordano Antonio, nato Martina Franca (TA), cl. 96, residente Scanzano Jonico (MT), imprenditore, titolare azienda agricola “Giordanfruit”;
– Valenza Paolo, nato Ginosa (TA), cl. 65, residente Scanzano Jonico (MT), imprenditore, titolare omonima azienda agricola;
– Morrone Ciro, nato Gela (CL), cl. 79, residente Corigliano Calabro (CS) ma domiciliato in Policoro (MT), imprenditore, titolare aziende agricole “Contea Agricola S.r.l.” e “F.Lli Morrone S.r.l.”.
Rocco Becce
Direttore Editoriale