Tra Basilicata e Puglia, nella mattinata di oggi, lunedì 29 luglio, agenti della Polizia di Stato della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile della Questura di Potenza, insieme ai colleghi della Squadra Mobile della Questura di Foggia e del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Melfi, hanno proceduto ad alcuni arresti, su ordine della Procura Generale della Repubblica del capoluogo lucano.
Come informa un comunicato stampa inviato dalla Questura di Potenza, questo è avvenuto a seguito al rigetto del ricorso da parte della Corte di Cassazione avverso la sentenza di condanna emessa dalla Corte di Appello di Potenza il 18 ottobre del 2018, che confermava quella disposta dal Gup in data 11 novembre del 2016.
Durante l’operazione, denominata “Marmotta“, le seguenti persone sono stati ritenute colpevoli di associazione per delinquere finalizzata agli assalti ai sistemi bancomat di agenzie bancarie e uffici postali ubicati nei centri della Basilicata e Puglia:
I.L., di 48 anni, di Melfi, in provincia di Potenza, condannato a 9 anni di carcere, oltre a 2mila euro di multa;
F.B., di Ortanova, in provincia di Foggia, di 47 anni, condannato a 9 anni e 4 mesi di carcere, oltre a 2mila euro di multa;
V.M., di Foggia, di 56 anni, condannato a 9 anni e 4 mesi di carcere, oltre a 2mila euro di multa.
Nel corso dello stesso contesto operativo si è proceduto alla notifica di analoghi ordini di carcerazione disposti con sospensione del provvedimento nei riguardi dei seguenti condannati, facenti parte della stessa presunta consorteria criminale:
V.M., di Ortanova, in provincia di Foggia, di 41 anni, condannato a 6 anni, 5 mesi e 3 giorni di carcere, oltre a 2mila e 400 euro
di multa;
P.M., di Stornarella, in provincia di Foggia, di 60 anni, condannato a 6 anni di carcere, oltre a 1.500 euro di multa.
L’indagine ha preso avvio subito dopo la cattura, in un ristorante della provincia di Forlì, nel mese di novembre 2014, di N.C., di Melfi, condannato per l’omicidio del Maresciallo dei Carabinieri Marino Di Resta, di 34 anni, morto il 16 settembre del 1996, dopo una sparatoria avvenuta a Pescara, a seguito di una rapina commessa in una gioielleria di Francavilla sul Mare, in Abruzzo, in provincia di Chieti.
L’uomo si era reso latitante al termine di un permesso ottenuto dal magistrato di Sorveglianza di Livorno, mentre era detenuto nel carcere di Porto Azzurro.
Oltre 20 sono gli assalti ai sistemi bancomat di agenzie bancarie e uffici postali situati nelle province di Potenza, Matera, Foggia, Bari e Barletta-Andria-Trani, compiute con l’impiego di manufatti esplodenti che inserite nelle feritoie di erogazione del denaro dei sistemi “ATM”, hanno determinato la loro deflagrazione con ingenti danni ai siti e alle comunità interessate, spesso rimaste senza servizio di prelievo per diversi mesi.
Nel corso delle indagini sono state sequestrate ingenti quantità di denaro, anche macchiato, oltre ad armi da fuoco e manufatti esplodenti pronti per altre azioni criminali che hanno riguardato gli assalti nelle province di Potenza e Bari.
Rocco Becce
Direttore Editoriale