Dalla Basilicata, a Potenza, una storia di vita vissuta e ancora problematiche con i lavoratori che in ogni settore, quotidianamente, rischiano il proprio posto per ovvie motivazioni o una pensione minima dovuta a gravi malattie tumorali.
Sul secondo punto ne abbiamo più volte parlato e approfondito, situazioni vergognose portate a compimento dall’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) da come potete leggere dal link qui pubblicato.
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2286459308103578&id=100002185931794
Questo è avvenuto anche negli ultimi mesi di nuovo governo, che, meno male, a breve andrà per sempre in vacanze, nonostante l’insediamento dallo scorso 14 marzo del nuovo presidente dell’Ente, appartenente al M5s, Pasquale Tridico, un economista italiano, che prosegue, però, nell’intento discriminatorio del suo predecessore Tito Michele Boeri, quello dai 245mila euro di guadagni annui, presidente dell’Ente dal 24 dicembre 2014 al 16 febbraio scorso.
Ora, invece, ritorniamo ad un caso, fatto conoscere da una lavoratrice che ha sporto una denuncia all’ITL (Ispettorato Territoriale del Lavoro), diretto dal dott. Stefano Olivieri Pennesi che, in merito, hanno già fatto alcune verifiche, ed ha intrapreso le giuste azioni legali per contrastare i provvedimenti emessi dall’azienda “COIN” di Potenza, che opera in frainchising, in via del Seminario Maggiore 31 e vende abbigliamento, profumi e casalinghi con due lavoratrici licenziate nei giorni scorsi “per giusta causa”.
Questo, invece, è quanto descritto da una lavoratrice, che manteniamo l’anonimato e che per ovvie motivazioni vogliamo far conoscere a tutti, dopo un mio sopralluogo effettuato nei giorni scorsi all’interno del centro commerciale, sempre affollato, e con dipendenti dalle bocche cucite su quanto accaduto.
“Voglio lavorare e lavorare bene. Ogni mattina entro dalla porta di servizio della Coin di Potenza, indosso la mia divisa, entro in reparto e si accendono le luci. Lavoro da anni per questo grande marchio nazionale. I capi che offriamo sono di una certa qualità, e sono fiera di offrire il mio contributo. Pronta, veloce, sorridente. Non conto più le stagioni di saldi vissute. Ogni giorno mostro ai clienti ciò che stanno cercando. Se sono indecisi cerco di aiutarli. Alla fine della giornata sono contenta, ma a volte le cose possono cambiare velocemente. Un rimprovero, mentre scambi una parola davanti alla macchinetta del caffè, un altro mentre stai servendo un cliente che necessita di più attenzione. Non dovrebbe essere difficile riuscire a spiegare che fa parte del mio quotidiano essere utile ai clienti, o che è certamente un mio diritto fermarmi 5 minuti per una pausa caffè senza scottarmi la lingua. Lo è se ti trovi di fronte un muro. Con le colleghe avevamo un gruppo WhatsApp. Ci è stato intimato di chiuderlo. Accade allora che un giorno una cliente mi chiede di metterle da parte un capo che sarebbe passata a prendere più tardi. Si tratta di una signora che fa spesso acquisti nel nostro punto vendita. Infatti l’indomani mattina, puntuale, la donna torna per acquistare il capo. Spende pure un’ingente somma. Torno a casa ed è una sera normale. E, invece, è l’inizio di una ronda da inferno che ha come conseguenza il “licenziamento per giusta causa” per me e per la responsabile del reparto. È un fulmine a ciel sereno, anzi due. L’iniziale solidarietà dei colleghi si trasforma presto in un muro, c’è il timore di andare incontro a guai rimanendo in contatto con noi. L’azienda arriva anche a mostrare a persone estrenee ai fatti il video dell’accaduto. Non che ci fosse molto da vedere, ma in ogni caso si tratta di un’azione scorretta. Non è rimasto che rivolgerci al sindacato, alla Filcams, che è la federazione dei lavoratori del commercio della Cgil. Ci siamo ritrovate di colpo senza lavoro nè parte del nostro mondo di riferimento. Sole con la sottile insinuazione legata a quel capo poggiato dietro le casse, un’azione alla luce del sole, un vestito rimasto per tutto il tempo alla portata di tutte le commesse. Cose che manderebbero al tappeto un elefante. Se non avesse qualcuno di forte accanto. Ma noi lo abbiamo. Nelle scorse settimane, in seguito a un passaggio societario all’interno del sistema di franchising che regge la catena, la Coin del capoluogo lucano ha licenziato un’altra lavoratrice qualche mese dopo il rientro dalla maternità per riduzione del personale. Ennesimo atto non giustificato nei confronti dei lavoratori per spostare l’inquadramento della pianta organica dai contratti nazionali ai rapporti atipici”.
Per le vostre segnalazioni 24h24 alla testata giornalistica online – Indipendente – “Robex News“, a tutela dei lavoratori, abbandonati negli ultimi anni da tutte le aree politiche, robexdj@gmail.com – 330/659672.
Rocco Becce
Direttore Editoriale