In Basilicata, a Matera, un 29enne, di origine albanese, è stato tratto in arresto e condotto nel locale carcere per violazione del divieto di avvicinamento alla persona offesa.
Ad eseguire il fermo, nella serata dello scorso venerdì 29 agosto, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Matera, guidata dal dott. Fulvio Manco, nella foto insieme ad alcuni dei suoi collaboratori.
Il giovane era già finito in manette lo scorso mese di novembre, in quanto ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi, oltre ad atti persecutori e lesioni personali aggravate nei confronti di una donna materana.
All’esito dell’attività investigativa della Squadra Mobile, che ne ha accertato la violazione, è intervenuto un provvedimento di aggravamento della misura cautelare per inottemperanza alle prescrizioni emesso dal locale Tribunale a firma della dott.ssa Rosa Bia, su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Il tutto è stato ricostruito subito dopo la denuncia della donna che aveva deciso di allontanarsi dal suo compagno, non intenzionato ad abbandonare la convivenza, e che, invece, aveva posto in essere comportamenti persecutori provocandole un grave stato di ansia, paura e timore per la sua incolumità.
Infatti, le condotte vessatorie, che riguardavano molestie, minacce ed aggressioni fisiche e psicologiche, iniziate nei primi mesi di quest’anno, proprio durante un periodo di convivenza della coppia, sono state ricostruite attentamente dalla Polizia di Stato.
Tra l’altro, è anche emerso che tra i motivi che hanno spinto l’arrestato a porre in essere le suddette condotte vessatorie vi era, principalmente, la gelosia, dal momento che una delle aggressioni subite dall’ex convivente, è riconducibile alla mancata comunicazione della password, per accedere al profilo del social network “Facebook” e poterla controllare in tutto e per tutto.
Insomma, un classico di tante altre storie terminate anche in modo peggiore.
Rocco Becce
Direttore Editoriale