Ennesima operazione della Guardia di Finanza, denominata “Cars Lifting“, a tutela dei cittadini, fruitori dei social network e molto spesso di compravendite online che, a volte, non portano da nessuna parte, anzi a possibili truffe.
Questo caso è stato avviato nello scorso mese di marzo nei confronti di un sodalizio criminale operante nella commercializzazione di autoveicoli di pregio di provenienza tedesca.
Tra le auto di lusso messe in vendita vi erano Porsche, Mercedes, Audi e BMW.
Erano state indagate 18 persone in tutta Italia, di cui 5 erano destinatari di provvedimenti cautelari personali
Inoltre, sono stati disposti provvedimenti di sequestro per la somma di circa 5 milioni di euro.
Nei mesi successivi, su delega della Procura della Repubblica di Udine, l’attività investigativa delle Fiamme Gialle è proseguita non solo in Italia, ma anche all’estero, ricorrendo a strumenti di collaborazione internazionale.
Nel corso delle nuove indagini, come informa una nota inviata in redazione dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Pordenone, nei giorni scorsi, si sono al meglio definiti i contorni oggettivi e soggettivi delle attività criminali di un’associazione che operava in tutta Italia nella commercializzazione di centinaia di autoveicoli, la maggior parte di lusso, nella più totale inosservanza degli obblighi fiscali, per i quali sono stati quantificati complessivamente ricavi non dichiarati per 35milioni e 870mila euro, con un’evasione stimata sui 7 milioni e 200mila euro.
Inoltre, grazie ad alcune agenzie di pratiche automobilistiche, il cui ruolo è ora al vaglio degli inquirenti, la struttura criminale riusciva, presso alcuni uffici del Dipartimento Trasporti Terrestri di Treviso, Roma, Latina e Palermo, a sottrarsi alle disposizioni di legge antivasive che non consentono l’immatricolazione di veicoli usati di provenienza comunitaria e, quindi, il rilascio dei libretti di circolazione e delle targhe senza il preventivo assolvimento degli obblighi di versamento dell’IVA.
Per aggirare la corretta procedura di immatricolazione venivano attuate modalità truffaldine.
Il tutto, mediante la presentazione di documentazione ideologicamente falsa e, così, anche la firma degli ignari acquirenti.
Le investigazioni, inoltre, hanno fatto emergere ulteriori attività criminose nelle operazioni di vendita, ovvero, gli autoveicoli commercializzati risultavano sovente subire una riduzione del chilometraggio reale, dal 50% al 70%, agendo sul software e sulle centraline elettroniche dei veicoli, con manomissioni che avvenivano presso due autofficine compiacenti, ubicate a Padova e nella provincia di Treviso.
Infine, veniva anche accertato, in contesti non episodici, il perfezionamento di operazioni di vendita con l’incasso di anticipi e, talvolta, dell’intero corrispettivo, anche per 30-40 mila euro, senza, poi, provvedere alla consegna dell’auto, avviando, così, plurime trattative per la cessione del medesimo autoveicolo a più acquirenti.
Insomma proprio un’eccellente organizzazione che non tralasciava davvero nulla per pensare ai propri guadagni.
In aggiunta alle evasioni fiscali, sono stati quantificati ulteriori introiti illeciti per
2milioni e 150mila euro attinenti a versamenti corrisposti dagli acquirenti per vendite di autoveicoli, ovviamente mai concluse.
Malgrado le descritte evasioni e condotte di natura truffaldina, le operazioni commerciali dell’organizzazione criminale, canalizzate attraverso noti e importanti siti internet specializzati nell’intermediazione di autoveicoli, risultati del tutto ignari ai reati, erano, tuttavia, di notevole capacità attrattiva, tenuto conto dei prezzi estremamente competitivi offerti, evidentemente consentiti sia dalla artificiosa “riduzione” dell’anzianità chilometrica dei veicoli, che artificiosamente ne elevava il valore economico delle stesse, che dal seriale “risparmio” del versamento dell’IVA dovuta all’Erario.
Nel prosieguo della richiamata attività investigativa il Giudice delle indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Udine, ha emesso ulteriori due provvedimenti di arresto nei confronti di membri del sodalizio criminale, già eseguiti dalla Guardia di Finanza, che ha, inoltre, determinato altri provvedimenti ablativi sugli assetti patrimoniali degli indagati, attualmente 20 residenti nelle provincie di Pordenone, Udine, Roma, Latina, Palermo, Treviso, Gorizia e Padova.
Ad oggi, risultano sequestrati beni e valori, per un controvalore stimato di 3 milioni e 500mila euro, tra cui, euro 126mila in contanti o saldi di c/c bancari, di cui 42mila euro depositati in istituto di credito austriaco; 2 ville, di cui una con finiture ed arredamenti di lusso, piscina e ampio terreno; 3 appartamenti; quote di una società proprietaria di una tenuta agricola; 75 automobili di grossa cilindrata di marca Porsche, BMW, Mercedes e Audi, oltre ad autovetture storiche americane di marca Chevrolet ed europee tra cui Fiat, Mercedes e Citroen; 12 motociclette marca Harley Davidson, Ducati, Vespa, Laverda, Benelli e Suzuki; 21 orologi di gran lusso, tra cui Rolex, Cartier, Gucci, Tudor, Breitling e Audemars Piguet; 13 opere d’arte d’autore tra dipinti e sculture; una cantina costituita da 836 bottiglie di distillati e vini di estremo pregio e rarità, come si evince dal video pubblicato.
L’Autorità Giudiziaria ha, inoltre, disposto il sequestro delle carte di circolazione rilasciate a 635 autoveicoli commercializzati in tutta Italia, in precedenza fraudolentemente immatricolati senza versare l’IVA.
Il competente ufficio del Ministero dei Trasporti ha, anche, disposto, tramite le proprie articolazioni territoriali, una nuova immatricolazione delle autovetture.
Ulteriori 140 autovetture, la cui immatricolazione, sempre irregolare, non era ancora conclusa, sono state sottoposte a “vincolo ostativo”, per le quali gli uffici del Dipartimento dei Trasporti hanno, poi, concluso l’iter, solo dopo aver ricevuto le attestazioni di pagamento dell’IVA, altrimenti non corrisposta, per complessivi 704mila e 679 euro.
Allo stato sono 1.329 gli acquirenti, residenti in 20 regioni del territorio nazionale, per 97 province, degli autoveicoli commercializzati con tali modalità, dei quali 170 hanno presentato querela per i reati di truffa connessi alla compravendita delle autovetture ed è bene, da oggi, stare più attenti sui social network per certe situazioni.
Nell’elenco allegato la suddivisione su base territoriale per regione, degli acquirenti degli autoveicoli fraudolentemente immatricolati e/o “schilometrati” o vittime di truffe mediante vendite, con anticipi già corrisposti, per le quali non è stata effettuata la consegna del mezzo.
VALLE D’AOSTA 2 veicoli € 47.900;
PIEMONTE 21 veicoli € 362.200;
LOMBARDIA 72 veicoli € 1.947.100;
TRENTINO ALTO ADIGE 44 veicoli € 1.342.700;
VENETO 265 veicoli € 7.776.600;
FRIULI VENEZIA GIULIA 188 veicoli € 5.539.400;
LIGURIA 16 veicoli € 457.500;
EMILIA ROMAGNA 82 veicoli € 2.064.300;
TOSCANA 56 veicoli € 1.603.100;
UMBRIA 27 veicoli € 770.600;
MARCHE 20 veicoli € 564.200;
LAZIO 428 veicoli € 12.355.200;
ABRUZZO 16 veicoli € 461.100;
MOLISE 1 veicolo € 22.600,00;
CAMPANIA 14 veicoli € 410.600;
PUGLIA 18 veicoli € 522.300;
BASILICATA 5 veicoli, 2 a Potenza, per la somma di 57mila euro e 3 a Matera, per la somma di 68mila euro, per un totale di € 125.500;
CALABRIA 10 veicoli € 290.400;
SICILIA 11 veicoli € 268.100;
SARDEGNA 33 veicoli € 1.088.600;
TOTALE 1.329 veicoli € 38.020.000.
Rocco Becce
Direttore Editoriale