Dall’alba di ieri, mercoledì 18 settembre e sino ad oggi, un’operazione internazionale antidroga, denominata Carthago, è stata portata a termine dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Trento, in Trentino Alto Adige.
A prenderne parte, come informa una nota stampa inviata in redazione dal Comando Provinciale della GdF di Trento, 50 militari ed un’unità cinofila, composta da 12 cani delle Fiamme Gialle, che hanno eseguito 7 arresti in carcere emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Trento, nei confronti di altrettanti indagati, e 15 perquisizioni domiciliari a componenti di due associazioni criminali di narcotrafficanti con ramificazioni all’estero, ma radicate anche a Nord e nel Sud Italia.
In queste ultime ore sono 3 gli indagati catturati, dimoranti in Italia, tra Lombardia, Campania e Puglia ed altri tre dimoranti all’estero in Olanda e Spagna, che si sommano ad altri 12 persone arrestate in flagranza di reato, per un totale di 15 narcotrafficanti finiti in manette nel corso delle indagini.
4, invece, sono ancora ricercati tra Italia, OIanda, Spagna ed in ambito internazionale
Il bilancio complessivo dell’operazione, che ha impegnato i militari della GdF, ha portato all’individuazione e alla denuncia di 73 narcotrafficanti, 15 dei quali tratti in arresto, 4 attualmente ricercati ed al sequestro di oltre una tonnellata di hashish, 2 chilogrammi di cocaina, 5 automezzi utilizzati per il trasporto della droga e 20mila euro in contanti.
Lo stupefacente sequestrato, una volta venduto al dettaglio, avrebbe garantito alle due associazioni di narcotrafficanti, oltre 70 milioni di euro.
L’operazione, che ha inflitto un duro colpo ai canali di rifornimento dello stupefacente nel Trentino Alto Adige, conferma, ancora una volta, il ruolo primario della Guardia di Finanza quale Polizia Economico-Finanziaria proiettata al contrasto internazionale dei più gravi fenomeni criminosi, al fine di garantirne la sicurezza del Paese.
Le attente investigazioni, avviate a marzo del 2016 con un sequestro di stupefacenti ad un gruppo di pusher maghrebini radicato proprio nel Trentino Alto Adige, sono state dirette dalla locale Procura Distrettuale – DDA e condotte dalle unità speciali antidroga del GICO (Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) in forza al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trento.
Per sgominare la vasta rete di narcotraffico, che si estendeva dal Marocco, passando per la Spagna, Svizzera e l’Olanda, fino ad arrivare in Italia, fondamentale si è rivelata l’attività investigativa transnazionale operata dai finanzieri trentini con la preziosa collaborazione dello SCICO (Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza di Roma, attraverso il ricorso a procedure di cooperazione internazionale attuate tramite il II Reparto “Coordinamento Informativo e Relazioni Internazionali” del Comando Generale del Corpo e la DCSA (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga) del Ministero dell’Interno.
Infatti, sono stati individuati due sodalizi criminali composti, prevalentemente, da stranieri, di origine maghrebina ed italiani, radicati in Trentino-Alto Adige, Lombardia, Basilicata, Campania e Puglia, che si dividevano i mercati locali dello spaccio di diverse sostanze stupefacenti
Il primo sodalizio, localizzato in Nord Italia e composto sopratutto da maghrebini, approvvigionandosi in Spagna e Svizzera di hashish e cocaina, riforniva puntualmente i mercati delle province di Trento e Bolzano, dove lo stupefacente veniva venduto al dettaglio attraverso una capillare distribuzione attuata da pusher tunisini e marocchini del posto, presso i parchi cittadini dei centri storici, in prossimità di istituti scolastici e, in periodi di alta stagione, anche in alcune località turistiche di alta montagna.
Stessi mercati di destinazione e medesima capillare distribuzione della droga anche da parte del secondo sodalizio, localizzato in Basilicata, a Lavello, in provincia di Potenza, con una persona del posto indagata, e in Puglia, composto da esponenti della malavita di Cerignola, in provincia di Foggia, appartenente alla “Quarta mafia foggiana”.
In accordo con esponenti di un clan camorristico di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, veniva importata ingente quantità di droga, di tipo hashish e cocaina direttamente, dai luoghi di produzione in Marocco e Spagna, per, poi, destinarli alla distribuzione sul territorio nazionale, compresa la provincia di Trento, mercato, quest’ultimo, di cui si prendeva cura personalmente uno dei principali esponenti dell’organizzazione criminale.
In esecuzione delle misure di custodia cautelare in carcere, sono stati catturati, in Italia, 3 cittadini marocchini, dimoranti a Santeramo in Colle, in provincia di Bari, e Boltiere, in provincia di Bergamo, ed un cittadino italiano dimorante a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, mentre un cittadino marocchino dimorante a Bariano, in provincia di Bergamo, è ancora ricercato.
A seguito di un mandato di arresto Europeo, sono ricercati all’estero due cittadini marocchini, dimoranti in Spagna ed in Olanda, attraverso la cooperazione internazionale fornita agli investigatori trentini dal Cuerpo Nacional de Policía, in territorio iberico e, nei Paesi Bassi, dal Korps Landelijke Politiediensten ed un loro concittadino è ricercato in campo internazionale.
Tra gli arrestati, particolare rilievo riveste la cattura di un 40enne, affiliato ad un clan camorristico della Campania, di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, responsabile dell’importazione di svariate tonnellate di hashish, in collaborazione con un importante narcotrafficante marocchino.
Rocco Becce
Direttore Editoriale