Dopo i primi due casi di coronavirus accertati in Italia ad una coppia di turisti cinesi, ora in osservazione all’ospedale “Lazzaro Spallanzani” di Roma, nella foto, l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) nella giornata di ieri, giovedì 30 gennaio, ha decretato l’emergenza mondiale, mentre il Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza per 6 mesi ed ha stanziato 5 milioni di euro.
I due stranieri risultati positivi, erano arrivati da Wuhan, atterrati a Milano lo scorso 23 gennaio e avevano fatto alcune tappe intermedie, prima di arrivare 4 giorni fa in un hotel romano.
Poche ore fa è stata anche annunciata la chiusura del traffico aereo da e per la Cina e nominato, il Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, commissario delegato per l’emergenza in atto.
Al momento sono 304 morti, 12mila contagi confermati, ma anche 242 guariti, che comunque restano ancora a rischio.
Questi sono gli ultimi dati resi noti dalla Nhc (Commissione sanitaria nazionale cinese) senza nessun allarmismo, ma da non sottovalutare assolutamente.
42 delle 43 nuove vittime sono state registrate nella provincia dell’Hubei, da dove è iniziata l’epidemia.
Febbre, tosse e respiro affannato.
Sono, invece, questi i principali sintomi causati dal coronavirus che sembra provocare sintomi di entità non grave, simili a quelli dell’influenza, che colpisce le vie respiratorie, e le persone più vulnerabili sembrano essere quelle più anziane, già con altre patologie.
Il coronavirus è un genere di virus a RNA che fa parte della sottofamiglia Orthocoronavirinae, della famiglia Coronaviridae, del sottordine Cornidovirineae, dell’ordine Nidovirales.
Gli esperti suggeriscono di evitare i luoghi chiusi e affollati, lavare le mani, per almeno 40 secondi, con acqua e sapone o con un disinfettante che contenga dell’alcol, evitando di toccare occhi, naso e bocca con le mani sporche e persone che hanno l’infezione o, se non si possono evitare, mantenere la distanza di almeno due metri.
Nel caso in cui si dovessero accusare alcuni sintomi, senza alcun allarmismo, bisogna rivolgersi al medico curante o chiamare il “Numero Verde 1500“.
Evitare, inoltre, di leggere inutili notizie, sopratutto fake e allarmanti pubblicate sui social network da inesperti del settore.
Infine, le mascherine di protezione, andate a ruba, sono utili solo a chi è stato colpito dal virus, non ha, invece, senso indossarle a chi sta bene.
Redazione