Ennesima pala eolica crolla in Basilicata.
Questa volta, una delle tante “favorite” dalla nostra politica regionale e nazionale, è caduta, sdradicandosi da terra, lo scorso 15 aprile a Gorgoglione, in provincia di Matera.
Si tratta di un modello libellula bipala, dell’altezza di circa 25 metri, installato nei pressi di una strada che porta al “Centro Olio Tempa Rossa“.
L’incidente, forse a causa del forte vento che imperversava in zona, è avvenuto in una cava per la lavorazione della pietra e sul posto, per una verifica, si sono recati i Carabinieri della locale Stazione.
Il tutto, meno male, senza alcuna conseguenza tragica per i lavoratori del posto, a causa della chiusura in questo periodo dovuta all’emergenza “Covid–19” e neanche per i veicoli in transito nella zona.
È una storia che prosegue su un tema ambientale molto difficile che interessa poco alla buona politica, ma tanto agli speculatori del settore eolico nazionale che hanno infestato mezza Italia di queste porcherie inutili, rumorose, ma sopratutto pericolose e, questo, lo dicono gli esperti.
Molti aggeggi di questo tipo sono stati “piazzati” anche sulle colline di Potenza e, poi, in vari casi, sono caduti o si sono incendiati.
Questo è accaduto anche vicino al capoluogo lucano, a Tolve, Ruoti, Avigliano, Lagopesole e zone limitrofe, che, tra l’altro, hanno distrutto il bellissimo paesaggio di montagna, insieme a ripetitori di alta frequenza, molto pericolosi per la nostra salute.
Rocco Becce
Direttore Editoriale