Dopo le forti polemiche delle scorse settimane, da più parti, che hanno occupato spazi editoriali di ogni tipo, a causa delle rivolte nelle carceri italiane e alcuni trasferimenti ai domiciliari di diversi mafiosi, anche dalla Basilicata, dal carcere di Melfi, in provincia di Potenza, l’ex Procuratore Antimafia del capoluogo lucano, dott. Francesco Basentini, ha presentato le dimissioni da Capo del DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria).
Secondo alcune notizie diffuse in queste ultime ore da parte di organi sindacali della Polizia Penitenziaria, sembra che la scelta del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, del “M5s“, sul successore del lucano Basentini potrebbe ricadere su Nino Di Matteo, e la nomina di Roberto Tartaglia, molto vicino a Di Matteo, come vice, sarebbe stata propedeutica all’arrivo del magistrato siciliano.
In alternativa, circolano anche i nomi di Giovanni Melillo, ex Capo di Gabinetto dell’ex Ministro della Giustizia, Andrea Orlando del “Partito Democratico” e di Catello Maresca, pm antimafia napoletano.
Probabilmente, già nei prossimi giorni ci potrebbe essere la designazione del nuovo “Capo DAP” con un’altra nomina prettamente politica in un Paese, dove la popolazione non conta davvero un granchè e, questo, forse è meglio farlo capire a chi pensa che i nostri voti possano servire a migliorare l’Italia.
Una nomina, quella di Basentini, di oltre 600mila euro annua, che, tra l’altro, non ha mai soddisfatto alcuni ambienti lavorativi carcerari della “Polizia Penitenziaria“, che, in più occasioni, si erano lamentati, per ovvie motivazioni, con l’invio di comunicati stampa sindacali in redazione.
Rocco Becce
Direttore Editoriale