Ricordiamo benissimo la storia che lo scorso 7 gennaio si verificò in Basilicata, a Marconia, frazione di Pisticci, in provincia di Matera.
Un 91enne, Carlantonio Lopatriello, del posto, fu rinvenuto morto nella propria abitazione.
Nel corso della mattinata di oggi, lunedì 13 luglio, gli agenti della Polizia di Stato hanno chiuso il cerchio attorno ad un efferrato omicidio.
È stata tratta in arresto Carmen Federica Lopatriello, 26enne di Marconia, indagata per l’assassinio del proprio nonno
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Matera e dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Pisticci, e coordinate dalla Procura della Repubblica, presso il locale Tribunale, hanno portato a contestare alla donna, come meglio chiarito nell’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari, che ne ha disposto la custodia in carcere, anche l’aggravante dell’aver agito con crudeltà nei confronti del proprio congiunto, il quale veniva accudito proprio dalla presunta omicida.
La vittima era stata colpita da 26 coltellate inferte nella parte anteriore e posteriore del torace e da 11 colpi di bastone, la maggior parte dei quali violenti alla testa.
Gli investigatori, sin dall’inizio scoprirono un quadro di forte conflittualità familiare, tra il defunto, i suoi figli ed i nipoti, per ragioni sopratutto economiche.
Già dal primo sopralluogo, seppur gli inquirenti indagarano in tutte le direzioni, i sospetti si concentrarono sopratutto all’interno del nucleo familiare con intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche.
Furono visionate le telecamere istallate a Marconia, acquisiti tabulati telefonici, acquisiti i dati del traffico delle celle telefoniche, acquisiti dati GPS d’interesse, e venivano svolti dalla Polizia Scientifica una serie di accertamenti tecnico-scientifici di tipo biologico, merceologico e di comparazione di impronte.
Inoltre, alla richiesta di consegnare i fotogrammi delle telecamere della sua abitazione, la donna li forniva tutti tranne tre, proprio quelli che inquadravano il momento della sua uscita di casa per recarsi all’abitazione di suo nonno la mattina dell’omicidio.
In quelle immagini estrapolate, la presunta colpevole veniva immortalata vestita con gli abiti e, sopratutto, le scarpe che indossava al momento dell’omicidio.
Pochi giorni dopo, l’intercettazione ambientale nell’auto dell’arrestata, si appurava che la stessa, percorrendo la Strada Provinciale Destra Basentana “Pozzitello-San Basilio”, giunta all’altezza di una piazzola di sosta, si fermava per circa 30 secondi, dove, dopo aver preso qualcosa dal sedile, usciva dall’auto e vi rientrava subito dopo.
Gli inquirenti, subito dopo, sul posto, ritrovarono un paio di scarpe marca Adidas, numero 38, colore fucsia, dello stesso tipo, modello e colore di quelle che la stessa calzava la mattina dell’omicidio uscendo di casa, ed immortalata nelle telecamere dell’abitazione, fotogrammi che non erano stati consegnati alla Polizia di Stato.
Su questo punto, l’indagata, è caduta più volte in contraddizione, disconoscendo che le scarpe ritrovate lungo la strada fossero sue, dichiarando, invece, che le sue erano ancora nell’abitazione del nonno, dove, tra l’altro, non furono trovate, e disconoscendo addirittura di essersi fermata nella piazzola di sosta, in netto contrasto con le evidenze registrate nella intercettazione ambientale.
Gli esami eseguiti dagli esperti sulle scarpe fecero, poi, emergere che rinvenute nella cunetta erano state lavate con un detergente, e che, inoltre, presentavano tagli netti ed asportazioni, fatti volontariamente, sulla gomma dura di entrambe le suole, prive, tra l’altro, di lacci e solette interne.
Tutto ciò ha portato a pensare che chi se ne fosse liberato, avesse voluto far sparire ogni traccia da quelle scarpe.
Un esame più approfondito da parte della Polizia Scientifica ha riconosciuto un rapporto di compatibilità, con un’impronta formatasi per impressione col sangue del deceduto, e rinvenuta sul luogo del delitto.
Sono state, poi, rinvenute tracce di DNA misto dei due, sia sulla felpa da lei indossata il giorno dell’omicidio, sia sul bastone utilizzato per colpire l’uomo.
E ancora, non sono state trovate in tutta l’abitazione tracce di un’altra persona.
La donna, ora, è ristretta in Puglia, presso la sezione femminile del carcere di Trani.
Tutti i dettagli dell’operazione sono stati forniti durante una conferenza stampa svoltasi nel corso della mattinata nella Sala Palatucci della Questura materana, alla presenza del Procuratore Capo della Repubblica di Matera, dott. Pietro Argentino e dei funzionari della Polizia di Stato che hanno eseguito il fermo.
Donatina Lacerenza
Collaboratore