Nel Lazio, a Roma, all’interno della biblioteca e sala video della GAM (Galleria d’Arte Moderna), dallo scorso 28 luglio è visibile al pubblico il video con tutte le fotografie delle opere, inviate al contest “#DomaniInArte“, che rappresenta il personale punto di vista degli artisti sulla grave situazione globale che stiamo vivendo in questa emergenza sanitaria mondiale “Covid–19“.
L’evento è stato promosso dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con la “Galleria d’Arte Moderna” di Roma Capitale e con “Zètema Progetto Cultura“.
L’operazione che, oltre a proporsi come occasione di espressione per gli artisti coinvolti, vuole anche rompere l’isolamento dei musei per creare un atelier artistico fatto di tante voci e linguaggi dell’arte, senza preclusioni linguistiche o barriere di giudizio e senza limiti nell’utilizzo delle tecniche.
Il contest, promosso dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con “Zètema Progetto Cultura“, che è stato attivo dal 1 maggio al 30 giugno scorso, gratuito e aperto a tutti gli artisti maggiorenni, ha riscosso una grande partecipazione da parte del mondo dell’arte, con l’invio di oltre 700 opere, di speranza, che guardano al futuro, verso il domani.
Opere che rappresentano il personale punto di vista degli artisti sulla grave situazione globale che stiamo vivendo, mediante un’operazione che, oltre a proporsi come occasione di espressione per gli stessi artisti coinvolti, vuole anche rompere l’isolamento dei musei per creare un atelier artistico fatto di tante voci e linguaggi dell’arte, senza preclusioni linguistiche o barriere di giudizio e senza limiti nell’utilizzo delle tecniche.
Alcune di queste immagini saranno selezionate dalla Commissione tecnico-scientifica, composta da Maria Vittoria Marini Clarelli, Claudio Crescentini, Costantino D’Orazio, Federica Pirani, Isabella Toffoletti, con la collaborazione di Elisabetta Giuliani e Gian Pietro Leonardi, e verranno postate sui relativi canali social.
Tutte le fotografie e i video saranno conservati presso l’Archivio digitale, dove, su richiesta, e non prima di ottobre prossimo, potranno essere visionate.
Tra i partecipanti anche il 50enne Gino Cafarelli, di cui, più volte, in altre occasioni, ce ne siamo occupati, presente con il video, qui pubblicato.
“Vita mea” è il titolo dell’opera dell’artista lucano, realizzata in Arenaria.
Con la mano protegge il proprio figlio nel grembo materno ed il significato riguarda il periodo che ha interessato questa emergenza sanitaria, in cui ci siamo trovati difronte ad uno stato incredibile, ed ora l’unica chiave possibile di successo è quella della cooperazione”.
È quanto spiegato in redazione da Cafarelli, autodidatta, sposato e con due figli, impiegato in un’azienda privata, che passa la sua adolescenza, a Pietrapertosa, nella sua città di origine, tra le “Dolomiti Lucane“, dove apprende le varie e antiche tecniche di lavorazione della pietra e del legno, sempre presenti nei suoi lavori, presepi e statue di qualsiasi dimensioni, pubblicati su libri e riviste specializzate anche di carattere nazionale.
Il materiale utilizzato da Cafarelli sono prevalentemente la roccia calcarea, il cui componente principale è rappresentato dal minerale calcite, la pietra Arenaria, una roccia sedimentale composta di granuli dalle dimensioni medie di una sabbia, il legno di Abete e Acero e la corteccia di Cerro e Pino.
Rocco Becce
Direttore Editoriale