Nella nottata di lunedì 2 novembre, tra la Campania e Basilicata, 6 persone sono state tratte in arresto, due associate presso l’istituto penale di Napoli-Secondigliano, una presso quello di Melfi, struttura più vicina a San Fele, luogo dove il destinatario era già ristretto in regime di arresti domiciliari, e gli altri tre, presso le proprie abitazioni.
L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli indagati, ritenuti responsabili del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, ed eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia.
Le cittadine interessate all’operazione sono state Castellammare di Stabia, Pompei, Agerola, in provincia di Napoli e San Fele, in provincia di Potenza.
Le attività d’indagine, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castellammare di Stabia e dirette dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli ha, così, consentito di documentare una serie di estorsioni, mediante minaccia da parte di alcuni componenti al clan “Gentile”.
Diversi commercianti e imprenditori dell’area dei Monti Lattari, erano stati costretti ad acquistare gadget pubblicitari, tra cui giubbotti e magliette, dal valore irrisorio a prezzi fuori mercato.
Infatti, è significativo, l’acquisto da parte di un imprenditore della zona di 30 magliette, al prezzo di 34 euro circa ognuna.
I coinvolti, di volta in volta riforniti, consapevoli dello spessore criminale degli arrestati, non potevano rifiutare l’acquisto dei gadget pubblicitari alle condizioni particolarmente gravose imposte, essendo anche costretti a comprare polo, maglie, smanicati e tanto altro, sia nel periodo natalizio che in quello delle successive festività pasquali.
I comportamenti minacciosi incidevano nella fase genetica del rapporto, sull’acquisto imposto e nella fase di determinazione dei quantitativi di merce e dei prezzi praticati stabiliti dai fornitori, al di fuori di qualsiasi logica di mercato, ed anche nella fase finale di incasso dei prezzi imposti, aquando venivano usate minacce e violenza nei confronti di chi era in ritardo nei pagamenti.
Rocco Becce
Direttore Editoriale