Un dipendente di un’azienda pubblica del piceno, aveva pensato bene di concedersi un Capodanno del tutto particolare all’estero, in Russia, ma è stato scoperto dalla Guardia di Finanza, nell’ambito di un controllo in materia di spesa pubblica.
Il 58enne, di San Benedetto del Tronto, con permessi retribuiti per l’assistenza a familiari con disabilità, che riguarda la legge 104 del 1992, aveva fatto ricorso al beneficio non per assistere la madre 96enne colpita da invalidità, ma per andare in giro nel mondo.
Infatti, a portare alla luce quest’altra pessima storia all’italiana, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, guidato dal Col. Michele Iadarola.
I militari hanno individuato il vacanziere durante il suo viaggio effettuato a Mosca.
Un evento che non capita con frequenza e che, ingenuamente, ha indotto l’uomo a documentare il proprio soggiorno sui profili social, oramai diventati punti quotidiani per raccontare e immortalare un pò tutto della nostra vita, anche la peggiore.
I post pubblicati non sono sfuggiti alle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ascoli Piceno.
Gli approfondimenti, esperiti anche attraverso la consultazione delle risultanze elaborate dall’Ufficio Frontiera Aerea della Polizia di Stato di Fiumicino e di una nota compagnia aerea russa, comparate alla documentazione acquisita presso l’azienda di riferimento relativa alle assenze dal servizio, hanno, così, rilevato in capo al dipendente diversi transiti con destinazione Mosca, per 9 soggiorni, riferiti al periodo di fine anno 2019, risultati fruiti dei permessi, a retribuzione piena, previsti per legge.
Un comportamento questo che, non solo, come riconosciuto dalla Corte di Cassazione “è espressione di un illegittimo malcostume, conseguenza di una mal riposta fiducia nella lealtà del dipendente”, ma, sopratutto, integra anche gli estremi della truffa ai danni dello Stato o di altro Ente pubblico, disciplinata dall’art. 640 del Codice penale, per la quale il dipendente pubblico, denunciato alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, che ha già emesso e notificato l’avviso di chiusura indagini, rischia la reclusione da 1 a 5 anni e la multa da 309 a 1.548 euro, oltre all’addebito del danno erariale, già segnalato alla Corte dei Conti.
Rocco Becce
Direttore Editoriale