Durante un’operazione denominata “Pokerissimo“, in Basilicata, a Potenza, la Guardia di Finanza del locale Comando Provinciale del Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata, ha dato esecuzione ad un sequestro antimafia della confisca di beni per 500mila euro.
Tra le proprietà del 54enne T.A. vi sono un’abitazione di 7 vani, con magazzino, ubicata nel centro storico potentino, quote di partecipazione in 4 società di capitali, di cui 3 con sede legale in città ed una a Roma, 9 rapporti finanziari e 2 certificati di buoni fruttiferi con la disponibilità di circa 12mila euro, oltre ad un’autovettura e preziosi.
Il decreto dispone la misura di prevenzione patrimoniale antimafia del sequestro anticipato di beni, ai fini della confisca, emesso su richiesta della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Potenza dal locale Tribunale nei confronti dell’indagato, di diverse Procure della Repubblica del territorio italiano.
I reati sono legati dal gioco vietato, perpetrati anche attraverso lo sviluppo e la gestione di complessi sistemi informatici di organizzazione e raccolta del gioco, attivi su piattaforme estere che, nel corso del tempo, hanno catalizzato gli interessi di importanti consorterie criminali calabresi e campane, fruttando lauti ed illeciti guadagni.
Il potentino, come accertato dagli investigatori, era un vero e proprio punto di riferimento, per le sue capacità tecniche e manageriali, per i sodalizi, anche mafiosi, che si rivolgevano laddove volevano gestire il gioco, non a norma, o che attraverso l’elusione del pagamento delle imposte dovute, era uno degli affari più remunerativi gestito dalla criminalità organizzata.
Le attente indagini patrimoniali, svolte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della GdF di Potenza, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, si sono basate sulla metodologia “pro-active investigations”, tesa ad una ricostruzione sistematica e comparata delle attività criminali e dei paralleli accrescimenti patrimoniali illeciti che hanno permesso di disvelare una rilevante sproporzione tra i beni nell’attuale disponibilità diretta e indiretta della persona indagata e dei componenti del proprio nucleo familiare, rispetto ai redditi dichiarati.
Tutti i dettagli, sono stati forniti nella tarda mattinata di oggi, presso il Tribunale di Giustizia del capoluogo lucano, dal Procuratore Capo, dott. Francesco Curcio.
Durante la conferenza stampa sono stati illustrati gli sviluppi di altre importanti operazioni portate a termine dai Carabinieri e Polizia di Stato di Matera e dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Policoro, di cui ne parleremo nei prossimi articoli.
Rocco Becce
Direttore Editoriale