Alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, Francesco Fanelli, a pochi chilometri da Potenza, l’azienda “Fmf Carni Srls“, con la sua sede operativa a Picerno, in via Castelli 5, ha conferito i primi cinghiali, prelevati dai selecontrollori, al centro di lavorazione selvaggina nella zona industriale di Tito.
Nel giro di poco tempo, in Basilicata, ma non solo, i cinghiali hanno creato difficoltà ovunque e su vari fronti, ultimamente anche a causa del lockdown, che ha favorito la proliferazione della fauna selvatica.
Adesso, finalmente, da grosso problema ad grande opportunità, grazie al progetto pilota voluto dal Dipartimento Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata, per la realizzazione di una filiera eccellente delle carni di cinghiale lucano.
La giornata di ieri, come informato in un comunicato stampa, ha segnato l’avvio del progetto regionale partito lo scorso mese di settembre a seguito di un avviso pubblico, finanziato con un investimento di 150mila euro.
Questo, grazie anche alla delibera approvata lo scorso 12 gennaio, dalla Giunta regionale della Basilicata, su proposta dell’assessore Fanelli, con i piani di gestione della specie Sus Scrofa, che prevede il piano annuale per la caccia di selezione per l’anno 2021 e il piano di controllo triennale 2021/2023.
“La presenza di numerosi cinghiali, in alcune aree della Basilicata, determina danni pesantissimi ad aziende agricole ed è causa di gravi incidenti stradali. Per questa ragione, oltre alle misure ordinarie, come il piano di controllo, abbiamo messo in campo una serie di azioni che ci consentono di guardare al futuro con maggiore fiducia. Con questo conferimento, si avvia il processo di trasformazione che consentirà all’azienda che si è aggiudicata l’avviso pubblico di poter realizzare prodotti di qualità a base di carne di cinghiale e di proporli sul mercato locale, nazionale ed internazionale”.
È quanto dichiarato dall’assessore Fanelli, durante il sopralluogo, che, così, conclude.
“Con questo progetto di filiera abbiamo provato a trasformare un problema in un’opportunità economica. Si tratta di un importante contributo alla riduzione della presenza di cinghiali sul nostro territorio dando la possibilità ad un’azienda lucana di crescere facendo viaggiare in tutto il mondo un prodotto lucano di grande qualità. Ma ovviamente, questo non basta. Infatti, stiamo pensando ad altre misure sulla prevenzione e aspettiamo che anche il governo nazionale faccia la propria parte”.
Redazione