“Sono la signora A.T., abito ad Avigliano, a pochi chilometri dal capoluogo lucano. Sono mamma di un bimbo autistico di 7 anni e di un 22enne cardiopatico. Dallo scorso 4 marzo 2020, causa “Covid–19“, mio figlio, il più piccolo, non frequenta la scuola primaria e tutte le sue terapie sono state sospese. Questo, sicuramente per evitare qualsiasi tipo di contagio”.
Inizia, così, una mail inviata lo scorso 17 febbraio, ad ora senza risposta, all’assessore regionale alla Salute, Luigi Rocco Leone, da una madre molto preoccupata.
“La nostra vita – aggiunge la signora lucana – non è stata travolta dal terribile virus. Infatti, siamo abituati a restare a casa, a non andare al ristorante, al cinema, con una vita sociale zero, perchè è molto difficile la nostra situazione, come quella di tante altre famiglie, invisibili a tutti. Non voglio fare sterili polemiche su ciò che riguarda il sistema sanitario lucano, che, comunque, continua a fare acqua da tutte le parti. Siamo stanchi, però, molto stanchi. Le chiedo soltanto di poter ritornare alla nostra serena normalità fatta di una quotidianità semplice, con orari ben scanditi e di terapie necessarie per i nostri bisogni. Le chiedo il vaccino al più presto. Lo faccio a nome mio figlio. Non chiediamo l’impossibile. Ora ci è rimasta soltanto la dignità, che abbiamo sempre avuto, e porteremo a avanti. Le auguro il meglio, grazie”.
C’è davvero poco da aggiungere ad una delle tantissime situazioni, dove, in questa emergenza sanitaria, è sicuramente la politica che ci governa a doversi farne carico.
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Rocco Becce
Direttore Editoriale