POLITICA Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto legge recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l’anno 2021. Lo si è appreso dal Quirinale.
CRONACA I finanzieri del Comando Provinciale di Milano hanno proceduto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP, presso il Tribunale di Milano, dott. Livio Antonello Cristofano, nei confronti di un medico primario,
Direttore dell’U.O.C. Chirurgia Generale di un ospedale della provincia, per corruzione e turbata libertà degli incanti. Le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano, coordinate dal Procuratore Aggiunto del II Dipartimento, dott. Maurizio Romanelli e dirette dal Sost. Proc. dott. Giovanni Polizzi, hanno consentito di riscontrare l’alterazione della procedura negoziata di gara indetta dall’ASST OVEST MILANESE per la fornitura in comodato d’uso gratuito di sistemi bipolari e acquisto dei relativi materiali di consumo, a vantaggio di una multinazionale con sede nei Paesi Bassi, attiva nella distribuzione di presidi medici. Con riferimento ai profili di responsabilità amministrativa degli Enti, la società estera è, inoltre, indagata per corruzione, a causa della mancata adozione di modelli di organizzazione e gestione, idonei a prevenire la commissione dei fatti illeciti, in relazione alle condotte tenute, in territorio nazionale, da uno dei suoi manager, anch’egli destinatario di informazione di garanzia. Nei confronti dell’ente il GIP del Tribunale di Milano, all’esito della procedura prevista dalla legge, si è riservato la decisione in ordine all’applicazione della misura interdittiva del divieto di contrattare con la P.A. Contestualmente all’esecuzione della misura custodiale, nei confronti degli indagati sono in corso numerose perquisizioni nelle province di Milano, Pavia e Treviso. Proseguono senza sosta I controlli dei Carabinieri del Comando Provinciale del Lazio. I militari della Stazione di Sant’Angelo Romano hanno tratto in arresto due persone, per resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di servizio pubblico. Al capolinea del piccolo centro, l’autista di uno dei tanti bus che viaggiano sulla tratta verso la Capitale, ha visto salire sul suo mezzo due uomini senza la mascherina anti Covid e prima di partire, ha ricordato ai due passeggeri l’obbligo di indossarla sui mezzi pubblici, ma hanno iniziato ad inveire contro di lui. La situazione è rapidamente degenerata e, quindi, il conducente del bus, ha deciso di chiedere soccorso al 112. Dopo pochi minuti sono giunti i Carabinieri della locale Stazione, che hanno cercato di calmare gli animi, ma il nervosismo ha preso il sopravvento. Prima hanno iniziato a vandalizzare il mezzo pubblico e, poi, hanno cercato di aggredire fisicamente il conducente che, solo grazie all’intervento dei militari, è riuscito a non essere colpito. La corsa, nel frattempo, è stata soppressa e i militari dell’Arma hanno dovuto anche inseguire i fuggitivi, che, nel frattempo, hanno cercato di far perdere le proprie tracce. Solo l’arrivo di altre pattuglie sul posto ha consentito di terminare il fatto di cronaca. Nella serata di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un uomo di 49 anni originario di Roma, in flagranza di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari dell’Aliquota Radiomobile, nel corso di uno dei quotidiani servizi di pattuglia finalizzati alla prevenzione dei reati nel centro abitato di Pomezia, hanno notato l’uomo mentre si aggirava nervosamente in una nota piazza di spaccio ubicata nei pressi di via Catullo. Alla vista dei Carabinieri, ha manifestato un eccessivo nervosismo, tale da indurli ad effettuare accertamenti più approfonditi, sottoposto alla perquisizione personale, nascosto sotto la felpa che stava indossando, i Carabinieri hanno recuperato un pacchetto contenente 108 grammi di marjiuana. Il pusher è stato ammanettato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, posto agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo. I Carabinieri della Stazione di Tivoli, ieri sera, hanno individuato gli autori di un tentativo di scippo avvenuto qualche ora prima nel centro cittadino. La Centrale Operativa della Compagnia di Tivoli, ieri sera, intorno alle ore 19.00 ha ricevuto una richiesta di aiuto da parte di una donna che al telefono raccontava di essere stata vittima di un tentativo di scippo da parte di due giovani. Immediato l’intervento dei militari della Stazione Carabinieri di Tivoli che, dopo essersi accertati che la donna non avesse riportato lesioni, hanno raccolto le prime indicazioni di alcuni testimoni e si sono messi alla ricerca dei due autori del reato. È partita, quindi, un’attenta quanto rapida indagine, condotta alla vecchia maniera, che con numerosi testimoni ascoltati e grazie alla profonda conoscenza della popolazione criminale della zona, ha permesso di scoprire le strade percorse dai malviventi in fuga e stringere il cerchio attorno a loro. La visione delle telecamere presenti sui luoghi dei fatti e il successivo riconoscimento da parte della vittima e dei testimoni, hanno fugato gli ultimi dubbi. Gli autori del gesto erano i due giovanissimi, un rumeno di 20 anni e un italiano di 17, fermati poco dopo dai Carabinieri. I due, già noti alle forze dell’ordine, perchè autori di altri reati in passato, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria minorile e ordinaria. I Carabinieri della Stazione Roma Trastevere, nel corso dei quotidiani controlli del territorio, ieri sera hanno verificato un esercizio commerciale, di vicolo del Bologna, con all’interno degli avventori che stavano consumando bevande, nonostante fossero passate le 18.00, orario di chiusura al pubblico, così come previsto dalla normativa anti Covid. I militari hanno identificato il titolare che è stato multato per 400 euro e il locale è stato chiuso per 3 giorni. In Basilicata, a Melfi, in provincia di Potenza, nel corso di un normale servizio di vigilanza, in località Toppo San Paolo-Valchiera, i Carabinieri Forestali della locale Stazione, con il supporto del Nucleo Investigativo Agro-Alimentare Ambientale e Forestale di Potenza, hanno arrestato, in flagranza di reato, un 70enne di Venosa. L’uomo era intento ad appiccare il fuoco alla vegetazione secca presente sul ciglio di una strada sterrata, lungo la quale era solito condurre il proprio gregge di ovini al pascolo. Non era l’unico focolaio cui il pastore, con un normale accendino, aveva dato innesco nella giornata odierna. Infatti, lungo il percorso sterrato, era presente un ulteriore focolaio, le cui fiamme avevano già preso vigore e che se non fossero state prontamente circoscritte dai militari operanti, si sarebbero propagate alla vegetazione presente in zona. Gli animali al pascolo sono stati affidati, per la custodia ed il governo, al figlio, mentre l’uomo, al termine delle formalità di rito, è stato accompagnato presso il proprio domicilio e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. In Basilicata, un 39enne di Francavilla in Sinni, in provincia di Potenza, per lesioni personali aggravate, minaccia, danneggiamento, resistenza a un pubblico ufficiale, è stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della locale Stazione. L’uomo era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e nel pomeriggio di lunedì scorso, tra lui ed un 66enne ne era scaturita una lite. All’arrivo dei militari, su segnalazione di alcuni cittadini, per sottrarsi all’azione, ha spintonato e strattonato uno di loro, così, da riuscire a liberarsi della presa e darsi alla fuga. In quel momento, sostenuto dal figlio minore 17enne, si è scagliato anche nei confronti di un commerciante del posto di 24 anni, che ha incrociato, colpendolo con pugni e, poi, con un bastone in ferro si è accanito anche sulla sua auto. L’esercente, a causa delle lesioni riportate, è stato sottoposto alle cure mediche dei sanitari che gli hanno prescritto alcuni giorni di prognosi. Il minore è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Potenza, per aver concorso con il padre nell’aggressione. In Puglia, a Taranto, il personale della Divisone di Polizia Anticrimine della locale Questura ha notificato l’aggravamento della misura della Sorveglianza Speciale di P.S., con obbligo di soggiorno nel comune di residenza al pregiudicato manduriano G.C., di 51 anni. L’aggravamento richiesto dal Questore gli impone l’obbligo di presentarsi ogni giorno presso il Commissariato ed il divieto di frequentare esercizi pubblici, bar, sale da ballo, sale da gioco, locali notturni e locali dove sono installate slot machine e videolottery della provincia jonica, nonchè di stazionare nelle immediate vicinanze. Il pregiudicato, attualmente in carcere nel capoluogo jonico, è considerato uno degli elementi di spicco, se non addirittura il capo, di un’articolata organizzazione criminale che, smantellata dall’operazione “Cupola” della Squadra Mobile, guidata dal dott. Fulvio Manco, nello scorso mese di ottobre, aveva monopolizzato tutte le attività illecite del versante orientale della provincia jonica. L’ulteriore misura di Polizia è stata adottata anche considerando che il capo era solito riunirsi con i suoi uomini proprio in alcuni bar ed esercizi pubblici del comune messapico per poi prendere tutte le decisioni utili all’organizzazione e pianificare le conseguenti attività criminali. Nella mattinata di oggi, operazione nella provincia di Taranto, denominata “Taros“, portata a termine dai Carabinieri del ROS, con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Taranto. In collaborazione con il 6° Elinucleo di Bari, del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno e dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori Puglia, è stata data esecuzione a due ordinanze applicative di misure cautelari emesse dal Tribunale di Lecce e dal Tribunale per i minorenni di Taranto, su richiesta della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Lecce, che ha coordinato le indagini, nei confronti di 16 persone. Tutte sono ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, scambio elettorale politico-mafioso, danneggiamenti, rapine, detenzione e porto illegale di armi e munizioni, anche da guerra, aggravati dal metodo mafioso. I provvedimenti si collocano in una più ampia strategia di contrasto all’infiltrazione mafiosa nel distretto giudiziario nei confronti di fondatori e appartenenti alla “Sacra Corona Unita“. Le indagini sono state avviate nel 2018 per approfondire il contesto in cui erano maturati gravi episodi malavitosi, tra cui il triplice omicidio di Palagiano, del 17 marzo 2014 e l’omicidio del pregiudicato G.F., avvenuto a Pulsano il 22 luglio 2016. Gli investigatori hanno documentato l’esistenza e l’operatività di un sodalizio mafioso attivo nei comuni di Pulsano, Leporano ed altre aree della provincia di Taranto, capeggiato da A.M. e federato al clan Locorotondo di Crispiano, predominante nell’area. Gli attuali assetti criminali del contesto territoriale conseguono, tra l’altro, proprio all’omicidio di G.F. del quale sarebbe responsabile, quale mandante, A.M., al momento ristretto per tali fatti poichè condannato ad anni 30 di reclusione nel giudizio di 2° grado, che avrebbe agito al fine di acquisire il controllo dello spaccio nell’area che altrimenti doveva condividere con il G. Le articolate investigazioni, oltre a definire ruoli e funzioni all’interno del sodalizio mafioso, hanno permesso di accertare come A.M., benchè recluso, sia riuscito costantemente a impartire dal carcere le linee d’azione ai reggenti, S.P. e C.D., i quali hanno provveduto alla direzione delle attività illecite sul territorio, al versamento di una contribuzione periodica in favore del clan e al sostentamento degli affiliati detenuti e delle rispettive famiglie sfruttando la cassa comune dove confluiva parte dei proventi delle attività delittuose. In tale quadro, anche grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e alla valorizzazione in chiave sistemica di elementi di prova emersi in altre indagini, è stata fatta luce sull’assetto criminale interno rilevandone l’articolazione in gradi, chiamati “doti”, similmente a quanto accade per la ‘ndrangheta, nonchè i rituali di affiliazione dei neofiti che contribuivano a garantire un particolare controllo degli stessi. Tra le attività illecite, oltre a numerose rapine agli esercizi commerciali della zona, particolare rilievo riveste quella di narcotraffico e spaccio di cocaina e hashish nell’area di Pulsano e Leporano, stupefacente approvvigionato nel leccese e da gruppi operanti nel tarantino e nel napoletano. La particolare ampiezza dell’azione investigativa ha permesso, inoltre, di cristallizzare i tentativi di infiltrazione del clan Agosta nelle amministrazioni locali al fine di condizionarne i processi decisionali. In tale quadro, sono state poste in essere le tipiche condotte di scambio elettorale politico mafioso. In proposito, le acquisizioni investigative hanno messo in luce che, in occasione delle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Leporano del 2019, avrebbero stretto un patto politico-mafioso con i candidati V.D., moglie del reggente del clan, C.D. e A.A., in forza del quale, a fronte del sostegno elettorale, i due candidati avrebbero procurato posti di lavoro e/o appalti a ditte di riferimento del sodalizio. Da ricordare che gli interessati non sono stati eletti. L’organizzazione, di cui è stata documentata la disponibilità di armi ed esplosivi, ha esercitato sistematiche attività di intimidazione sul territorio e in danno di appartenenti ad altri gruppi delinquenziali, contribuendo ad ingenerare sulla locale comunità la tipica condizione di assoggettamento ed omertà cardine del metodo mafioso. Contestualmente alle misure cautelari, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni mobili, immobili e rapporti bancari emesso dal Tribunale di Lecce per un ammontare complessivo di circa mezzo milione di euro. Il tutto è stato informato durante una conferenza stampa tenutasi questa mattina, presso il Comando Provinciale CC di Taranto. Nella mattinata di oggi la DIA (Direzione Investigativa Antimafia) ha eseguito un decreto di confisca emesso dal Tribunale di Messina – Sezione Misure di Prevenzione, che ha colpito l’ingente patrimonio nella disponibilità di R.N., imprenditore di Naso, in provincia di Messina, operante nei settori della macellazione e della commercializzazione all’ingrosso di pellame. Il provvedimento scaturisce da complesse indagini economico-finanziarie coordinate dalla locale Procura della Repubblica e culminate nella proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale. La confisca ha interessato compendi aziendali, beni immobili, beni mobili registrati e rapporti finanziari il cui valore complessivo è stimato in oltre 8 milioni di euro.
SALUTE In Italia, aumentano i contagi e ad oggi sono 24.036 e 297 i morti da “Coronavirus“. Il Ministro della Salute, il lucano Roberto Speranza, ha firmato le ordinanze per il cambio di colore delle regioni e, così, da lunedì prossimo, 8 marzo, passano in zona arancione le regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, in zona rossa la Campania che si aggiunge a Basilicata, dove molti sindaci sono contrari, e il Molise. Nel mondo 115.616.238 i contagi e oltre 2,5 milioni i morti. Nel Lazio 1.525 contagi e 19 decessi. In Campania 2.842 nuovi contagi e 13 vittime. In Basilicata 169 positivi e nessun decesso. In Puglia 1.418 positività e 19 morti. Ad informarlo è il bollettino epidemiologico del Ministero della Salute.
EVENTO Papa Francesco è arrivato oggi in Iraq, a Baghdad, dopo essere decollato, questa mattina, alle ore 7.45, con un Airbus A330, dall’aeroporto “Leonardo Da Vinci” di Roma. È il primo Pontefice a visitare una Terra martoriata da anni.
METEO Per domani venti deboli o moderati di direzione variabile. Mari poco mossi o localmente mossi. Al Sud e sulle Isole, stabile al mattino, con velature in transito sulla Sardegna, dove saranno possibili locali piogge. Instabilità pomeridiana su Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria, più asciutto tra Sicilia e Puglia.
Rocco Becce
Direttore Editoriale