Si chiamano C.F., imprenditore originario di Roma, di 53 anni, e F.C., dipendente comunale e imprenditore di Scanzano Jonico, in provincia di Matera, di 49, i fermati dai Carabinieri della Compagnia di Policoro.
I due, sono accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione e trasferimento fraudolento di valori.
I reati sono stati contestati dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Potenza.
Lo scorso 3 marzo, per entrambi, è stato emesso un decreto di fermo dal Giudice per le Indagini Preliminari.
Il provvedimento giunge a conclusione di indagini, svolte nei confronti di indagati, ritenuti partecipi del clan “Schettino–Porcelli“.
Le due persone si trovano ora nel carcere di Matera.
L’operazione, contro un’associazione mafiosa, finalizzata alle estorsioni ed all’illecita concorrenza, è stata denominata “Prometeo” e condotta dal personale dell’Arma nelle province di Matera, Cosenza e Parma.
Si è proceduto, inoltre, al sequestro dei beni mobili, immobili, aziende e rapporti bancari, per il valore di circa 800mila euro relative a 5
società riconducibili ai due arrestati.
Secondo gli investigatori, gli indagati, avevano prodotto un volume d’affari stimato in circa 6 milioni di euro soltanto nell’anno 2019.
Tra gli altri, sono stati apposti i sigilli al noto “Parco di Jone”, situato
in località Lido di Scanzano Jonico, di proprietà di una delle società.
Un terzo provvedimento di fermo, emesso nei confronti di un altro indagato, non è stato convalidato dal GIP competente, mentre, in merito, le indagini proseguono, come informato oggi, dal Procuratore Capo della Repubblica di Potenza, dott. Francesco Curcio.
Rocco Becce
Direttore Editoriale