Si chiude la prima parte di un processo soprannominato “Petrolgate“, che riguardano le estrazioni petrolifere in Basilicata.
Infatti, oggi, l’ENI, nella sentenza di primo grado, è stata condannata dal Tribunale di Potenza per il reato di traffico illecito di rifiuti.
Nel 2016 l’inchiesta portò al sequestro, per diversi mesi, il “Centro Olio” di Viggiano, in provincia di Potenza.
L’accusa riguardava lo smaltimento dei rifiuti, 35 sono gli imputati ed oltre una decina le società coinvolte.
La compagnia petrolifera, che ha annunciato ricorso in Appello, è stata anche condannata al pagamento di una sanzione amministrativa di 700mila euro e alla confisca di 44,2 milioni di euro, da cui sottrarre i costi già sostenuti per l’adeguamento degli impianti.
La pm Laura Triassi, nella foto, ora Procuratore Capo in Campania, a Nola, aveva richiesto in totale 114 anni e 2 mesi di reclusione e la confisca di profitti tra i 54 e 151 milioni di euro.
Proprio in questi giorni, su questo tema, l’attenzione è stata alta.
Al fine di assicurare ai lucani che l’impianto “Centro Olio Tempa Rossa” di Corleto Perticara, eserciti la sua attività in piena affidabilità e sicurezza, la Regione Basilicata, dopo una sanzione di 30mila euro comminata alla Total, ha chiesto alle società concessionarie una fermata generale dell’impianto che comporterà un’attività manutentiva sostanziale.
Le società hanno condiviso la richiesta e procederanno a redigere un approfondito studio di affidabilità, redatto da esperti del settore, con i conseguenti interventi che saranno effettuati.
Per il governo Bardi “la tutela dell’ambiente e della salute dei lavoratori e dei cittadini è un valore inderogabile”.
Anche di questo si è discusso nella seduta straordinaria online del Consiglio regionale della Basilicata, presieduto da Carmine Cicala, svoltasi nella giornata di ieri.
Rocco Becce
Direttore Editoriale