Custodia in carcere:
1) A.P., nato a Napoli il 19/9/1964;
2) A.P., nato a Napoli il 20/8/1965;
3) A.V., nato a Napoli il 14/12/1970;
4) A.C., nato a Castellammare di Stabia il 2/7/1971;
5) V.E., nato a Castellammare di Stabia il 6/1/1968;
6) V.G., nato a Castellammare di Stabia il 1/7/1955.
Custodia domiciliare:
7) V.C., nato a Vico Equense il 19/2/1990;
8) D.L., nato a Castellammare di Stabia il 11/7/1983;
9) A.V., nato a Napoli il 2/8/1990;
10) A.S., nato a Napoli il 4/11/1964;
11) B.G., nato a Napoli il 22/9/1946;
12) T.G., nato a Napoli il 12/3/1984.
Divieto di dimora nella Provincia di Napoli:
13) A.M., nato a Napoli il 20/12/1968.
Divieto di dimora nella Regione Campania:
14) C.R., nato a Napoli il 21/1/1974;
15) E.A., nato a Napoli il 4/8/1980.
Obbligo di presentazione alla P.G.:
16) A.V., nato a Napoli il 21/5/1998;
17) B.F., nato ad Aversa il 7/2/1967;
18) D.S.C., nato a Napoli il 21/3/1956;
19) F.G., nato a Napoli il 30/10/1984.
Sono queste le persone sottoposte a misura cautelare personale nelle ultime ore, indagate dopo un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Napoli.
Sono accusati di pesca di frodo dei datteri di mare nel golfo partenopeo, nell’ambito di un’inchiesta diretta dalla Procura di Napoli, la Guardia di Finanza – Reparto Operativo Aeronavale di Napoli che ha portato alla luce l’esistenza di 2 sodalizi criminali, dediti, con modalità organizzate e professionali, alla raccolta indiscriminata della specie marina protetta da diverse convenzioni internazionali e direttive comunitarie.
A livello nazionale il divieto di cattura, detenzione e commercializzazione risale all’anno 1988.
La speciale tutela è giustificata dal grave ed irreparabile danno che subisce la scogliera e l’ecosistema sottomarino a seguito della frantumazione necessaria ad estrarre i pregiati molluschi, i quali necessitano di almeno 30 anni per incunearsi nella roccia calcarea e raggiungere, così, una misura idonea alla collocazione commerciale.
Le indagini sono durate oltre 3 anni e hanno disvelato l’esistenza di un vasto mercato illecito avente ad oggetto la specie protetta, con le 2 organizzazioni che avevano stabilito
un vero e proprio rapporto di mutua assistenza per procacciare il prodotto ittico, specie nei periodi di maggiore domanda, quasi sempre in coincidenza delle festività natalizie e pasquali, quando per un chilo di datteri gli acquirenti erano disposti a pagare fino a 200 euro.
Gli appartenenti ai gruppi criminali si dedicavano, in maniera costante ed abitudinaria, sia al prelievo della specie catturata mediante la contestuale distruzione di interi tratti di scogliera campana, che alla successiva commercializzazione presso numerosi ristoranti e pescherie della Regione Campania, oltre una numerosa clientela, composta anche da esponenti di famiglie malavitose napoletane.
Sono, in particolare, oltre 100 le persone, individuate nel corso delle indagini, a vario titolo operanti nell’ambito del mercato nero.
Nelle conversazioni intercettate, viene spesso utilizzato un codice segreto per evitare il riferimento esplicito alla specie, nella piena consapevolezza della illiceità del relativo commercio.
I reati contestati sono associazione a delinquere aggravata, finalizzata alla consumazione di delitti ambientali, inquinamento e disastro ambientale, danneggiamento e ricettazione.
Nei confronti di 6 indagati, vertici dei 2 sodalizi, è stata adottata la misura di custodia in carcere, ritenuti responsabili della devastazione ecosistemica attraverso lo spregiudicato prelievo dei datteri dalle coste di Napoli e Capri.
Per altri 6, è stata decisa la custodia domiciliare.
4 saranno obbligati a presentarsi quotidianamente presso gli uffici della Polizia Giudiziaria delle Fiamme Gialle.
Infine per altri 3 è stato disposto il divieto di dimora.
In particolare, 2 militari, indagati per favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio, non potranno dimorare nella Regione Campania.
L’ordinanza dispone anche il sequestro preventivo di 3 locali commerciali, situati a Napoli ed a Castellammare di Stabia, dove i datteri venivano occultati e, poi, messi in commercio.
Sotto sequestro anche il profitto derivante dalla vendita del prodotto illegale, di 2 natanti utilizzati dagli indagati per recarsi sui punti di prelievo della specie e tutta l’attrezzatura adoperata per compiere materialmente l’attività illecita.
L’alterazione dell’ecosistema marino e la compromissione della biodiversità, appurata con la collaborazione di un team di esperti di zoologia, ecologia e geologia ambientale di cui si è avvalsa la Procura di Napoli, è particolarmente grave nella porzione sommersa della scogliera esterna che protegge il porto di Napoli e nell’area dei Faraglioni di Capri.
Amplissime zone investigate si sono disvelate desertificate, con la scomparsa quasi totale della specie protetta e della biodiversità associata.
Rocco Becce
Direttore Editoriale