CRONACA Novità sulla tragedia avvenuta domenica scorsa sulla funivia del Mottarone, che ha causato la morte di 14 persone e un ferito grave. Nelle ultime ore, la Procura di Verbania ha iscritto alcune persone nel registro degli indagati. È una notizia trapelata poco fa. Infatti, alcuni dipendenti delle Ferrovie del Mottarone sono state interrogate oggi nella caserma dei Carabinieri di Stresa, come persone informate sui fatti. Da un video in mano agli inquirenti, sembra che la cabina, prima del collasso, dopo arrivata al punto di sbarco è, poi, tornata indietro, sussultando. Quindi, ora, la domanda che in tanti si pongono, ma soprattutto gli investigatori, che continueranno gli interrogatori per tutta la notte, se è possibile un errore umano. Questo, però, lo sapremo soltanto dopo le indagini che proseguiranno ininterrottamente. Nel Lazio, durante un’attività di verifica di quanti percepivano il “reddito di cittadinanza”, pur se colpiti da misure cautelari in atto, come arresti domiciliari piuttosto che divieto di avvicinamento alla parte offesa o obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, i Carabinieri della Stazione di Roma Trullo hanno denunciato in stato di libertà 15 persone. Si tratta di persone che, a seguito di accertamenti eseguiti preso gli uffici dell’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) avevano ottenuto indebitamente il beneficio, accumulando complessivamente un ingiusto profitto ed un eguale danno erariale pari a 75mila euro. Gli accertamenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno consentito di accertare che alla base della indebita percezione sussistevano mendaci dichiarazioni fornite nella richiesta di fruizione del reddito di cittadinanza, omettendo informazioni dovute, come quelle di essere sottoposti a misure cautelari, per cui non ne avrebbero avuto diritto. A carico dei 15 sarà immediatamente sospeso il beneficio illecitamente percepito fino ad oggi e, poi, seguirà, una richiesta di risarcimento del danno causato alle casse dello Stato. Al termine di un’articolata attività investigativa, i Carabinieri della Stazione di Ostia Antica hanno denunciato a piede libero, con l’accusa di danneggiamento seguito da incendio in concorso, 2 romani con precedenti residenti ad Acilia e Centro Giano. Le indagini sono scattate a seguito dell’incendio, di 2 auto, appiccato, nella tarda serata dello scorso 15 aprile, in via del Collettore Primario. I militari intervenuti sul posto hanno sin da subito intuito che l’incendio, che aveva interessato le auto intestate ad un imprenditore del posto, non era stato accidentale. Gli investigatori si sono messi alla ricerca di ulteriori indizi e nelle vicinanze hanno rinvenuto, gettata all’interno di un canale, una tanica di benzina vuota. Sono, così, scattate le indagini che, attraverso l’escussione della vittima, le analisi delle immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza presenti in zona e tramite l’esame del traffico telefonico e delle rilevazioni GPS di alcuni sospettati, hanno consentito di individuare i possibili autori del reato. Uno di questi, un 46enne di Acilia, messo sotto pressione dalle domande dei militari, ha, infine, confessato, motivando il proprio gesto come una vendetta per un presunto debito non onorato dalla vittima. A seguito della confessione dell’uomo, i Carabinieri sono riusciti a ricostruire l’intera vicenda, arrivando ad identificare anche il complice. I due incendiari sono stati, quindi, denunciati alla Procura della Repubblica di Roma. I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia Roma Cassia hanno arrestato un italiano di 56 anni, incensurato, poiché responsabile di aver fornito il proprio aiuto a due cittadine straniere, intente a prostituirsi a Roma, sulla Via Aurelia. Dimostrata l’abitualità dell’uomo ad accompagnare più volte le donne sul posto di “lavoro”, i Carabinieri lo hanno arrestato in flagranza di reato per favoreggiamento della prostituzione. Per il 56enne sono stati disposti gli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio la Sezione Radiomobile della Compagnia Roma Cassia e la Stazione Carabinieri Roma La Storta, invece, hanno arrestato un italiano di 45 anni ed una donna, albanese, di 50, per il reato di evasione. I due, sottoposti alla misura degli arrestati domiciliari, sono stati trovati fuori dai rispettivi domicili senza alcuna autorizzazione. Per entrambi, immediate, sono scattate le manette. I Carabinieri della Stazione di Roma Casalotti, infine, nel corso di un normale controllo alla circolazione stradale hanno sorpreso due ragazzi, un italiano di 18 anni, ed un romeno di 19, entrambi con precedenti, in possesso di 100 gr. di hashish oltre ad una ingente somma di denaro contante, ritenuta il provento dell’illecita attività di spaccio. Al termine delle operazioni di rito i due giovani sono stati arrestati e sottoposti agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. I Carabinieri della Compagnia di Pomezia, insieme ai militari della Sezione di P.G. – Aliquota Carabinieri della Procura di Perugia, hanno arrestato 5 uomini, tra cui 2 stranieri, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di produzione e detenzione di sostanze stupefacenti. La complessa operazione si è sviluppata nel corso del pomeriggio di sabato, quando i Carabinieri hanno deciso di procedere al controllo di un furgone sospetto partito da un capannone in via dell’Industria a Pomezia. Il mezzo, con a bordo due uomini, un 56enne ed un 46enne, entrambi originari di Roma, è stato fermato sul grande raccordo anulare ed al suo interno i Carabinieri hanno rinvenuto, oltre a un grande quantitativo di materiali legati alla coltivazione di canapa indiana, svariati sacchi, contenenti foglie di cannabis, in parte verdi, in parte essiccate e triturate, per un peso complessivo di 160 kg. L’attenzione dei Carabinieri della Compagnia di Pomezia e dei militari della Sezione di P.G. della Procura di Perugia, quindi, si è concentrata proprio sul capannone da cui era stato visto uscire il mezzo. Infatti, poco dopo, gli operanti fermavano una terza persona, un 46enne di origini kazake, che, con atteggiamento sospetto, era uscito dalla medesima struttura. L’uomo, sottoposto a controllo, veniva trovato in possesso di pochi grammi di marijuana, di 510 euro in contanti e di un borsone contenente vari attrezzi sempre legati alla coltivazione. Decisi, quindi, a verificare cosa si nascondesse all’interno dello stabile, nella stessa serata, i Carabinieri vi hanno fatto accesso in forze, scoprendo una vasta piantagione di cannabis dell’estensione di circa 400 mq. Nella circostanza, inoltre, venivano fermati e arrestati un cittadino italiano ed un tunisino, rispettivamente di 51 e 47 anni, intenti a custodire la struttura. Nel capannone, i Carabinieri hanno rilevato la presenza di due vasti locali, entrambi perfettamente attrezzati con sistemi di ventilazione ed illuminazione, nonché con particolari attrezzature per la coltivazione, cosiddetta idroponica, per un valore complessivo stimato in circa 300mila euro di materiali. Più in dettaglio, in un primo locale la coltivazione era stata da poco estirpata e verosimilmente caricata sul furgone precedentemente fermato, mentre in un secondo ambiente sono state rinvenute ben 544 piante di cannabis, di altezza variabile tra i 150 e 200 cm., in piena fioritura. Tutto d’intorno, i militari hanno poi raccolto altri 6 kg. di sostanza già essiccata. L’operazione condotta dai Carabinieri ha consentito quindi di smantellare un grosso centro di produzione di cannabis, che, collocata sul mercato, avrebbe potuto fruttare quasi un milione di euro. L’attività in parola è nata da una convergenza informativa tra i militari della Compagnia Carabinieri di Pomezia, che da qualche giorno, nel corso dei propri servizi preventivi, osservavano il sito, attirati da un continuo via vai di mezzi e persone sospette, ed i Carabinieri della Sezione di P.G. della Procura di Perugia, i quali, sul proprio territorio, avevano avuto il sentore che parte della marijuana smerciata potesse provenire proprio da Pomezia. Gli indagati, tratti in arresto in flagranza di reato, sono stati trattenuti presso le camere di sicurezza della Compagnia di Pomezia in attesa di essere trasferiti presso le strutture penitenziarie per la convalida da parte dell’Autorità Giudiziaria di Roma e Velletri. In Basilicata, a Matera, un pregiudicato di 45 anni, del posto, è stato tratto in arresto dalle Fiamme Gialle del locale Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, al comando del Ten. Col. Pasquale Pepe, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso di una perquisizione eseguita nei giorni scorsi, i finanzieri hanno rinvenuto e sequestrato 250 gr. di cocaina d’elevata purezza, in parte già confezionata in dosi e pronta per essere spacciata, oltre a del materiale per il confezionamento, il taglio e la pesatura dello stupefacente. Inoltre, l’uomo, finito in carcere, deteneva ben 30mila euro in contanti, suddivisi in mazzette di vario taglio conservate in buste di cellophane sottovuoto, somma, ovviamente sequestrata, ritenuta provento dell’attività illecita. La vendita al dettaglio della droga rinvenuta avrebbe fruttato oltre 100mila euro. Infine, e c’è poco davvero da meravigliarsi, il pusher, ufficialmente disoccupato e senza reddito, percepiva anche il reddito di cittadinanza, beneficio che, ovviamente, così come previsto, verrà immediatamente sospeso. Non si ferma la Squadra Mobile di Taranto, guidata dal dott. Fulvio Manco, contro il malaffare in città e dintorni. Nella mattinata di oggi, gli agenti della Polizia di Stato hanno condotto un’operazione denominata “Japan” contro un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, estorsione con metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi, anche da guerra. 17 sono le ordinanze di custodia cautelare eseguite all’alba, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Lecce. Due sono le persone in stato di irreperibilità. Tutte, sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dall’avere la disponibilità di armi, detenzione illecita di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, anche da guerra, con relativo munizionamento, estorsione aggravata dal metodo mafioso, ricettazione furto e minaccia. Indagate per gli stessi reati, anche altre 8 persone, tra cui una donna. Le indagini, avviate nel 2017, attraverso i tradizionali metodi investigativi e con il supporto di quelli più tecnologicamente avanzati, hanno delineato un’articolata organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti che aveva come base principale il quartiere Paolo Sesto, con ramificazioni nei quartieri Tamburi e città Vecchia. A capo del sodalizio criminale un pregiudicato, detto “Giappone” il quale, proprio per il suo curriculum criminale, aveva assunto, coadiuvato da un altro componente di elevato spessore criminale, il comando di tutto l’illecito traffico di droga, con compiti di decisione e di pianificazione del programma criminoso, di gestione dei contatti con i fornitori delle sostanze stupefacenti e di supervisione delle operazioni criminose, per reperire il denaro necessario per l’approvvigionamento di ingenti quantitativi di droga, di tipo cocaina, eroina ed hashish. A dare supporto alla compagine criminale, altri uomini di fiducia del capo dell’organizzazione criminale. Dal quadro investigativo è emerso un vincolo associativo di natura permanente tra gli arrestati, qualificato da un’organizzazione evoluta e strutturata gerarchicamente, destinata a perdurare anche dopo la consumazione dei delitti programmati e connotata dal progetto criminoso volto al compimento di una serie di delitti. La condivisione del comune interesse è rilevabile nel comportamento di alcuni consociati che ponevano stabilmente a disposizione dell’associazione i mezzi e gli strumenti, anche economici, necessari per il funzionamento dell’organizzazione stessa e per l’attuazione del suo programma. Le lunghe indagini, come informato in un comunicato stampa inviato in redazione, scandite anche da numerosi sequestri di droga e di armi, hanno messo in evidenza un importante disponibilità di sostanze stupefacenti per svariati chilogrammi e con un giro di affari di centinaia di migliaia di euro, oltre ad una notevole disponibilità di armi, spesso clandestine, e del relativo munizionamento, finanche al possesso da parte di uno degli indagati di una mitraglietta modello Skorpion. L’attività della Squadra Mobile ha fatto emergere continui e giornalieri incontri con i suoi sodali da parte del capo clan che si vantava di essere ormai uno dei pochi rimasti ai vertici della malavita locale. Inoltre, è emersa un’altra figura di rilievo nel panorama criminale tarantino.
Si tratta di un pluripregiudicato il quale, gravato da precedenti penali per il reato di omicidio e di associazione di stampo mafioso, dopo 16 anni di detenzione, ha tenuto plurime condotte delittuose aggravate dal metodo mafioso realizzate quale dipendente di un Ente incaricato del servizio di trasporto sanitario privato.
L’esecuzione dell’ordinanza è avvenuta con il concorso dei Reparti Prevenzione Crimine di Lecce e Bari, dei Reparti Cinofili antidroga della Questura di Bari e della Polizia di Frontiera di Brindisi e del IX Reparto Volo di Bari e tutti i dettagli sono stati forniti nella tarda mattinata di oggi durante una conferenza stampa tenutasi presso la locale Questura.
SALUTE Nel mondo 167.117.164 sono i contagi e 3.469.640 le vittime. In Italia, nelle ultime 24 ore, sono 3.224 i nuovi casi e 166 i morti per “Coronavirus“. Nel Lazio, 308 sono i nuovi contagi e 16 i morti. In Campania, 410 le nuove positività e 37 le vittime. In Basilicata, 50 le nuove infezioni e una donna deceduta. In Puglia, 71 i nuovi casi e 11 i deceduti. È quanto riportato oggi dal bollettino epidemiologico del Ministero della Salute. Intanto, prosegue la campagna di vaccinazione con 31.367.254 dosi somministrate nel nostro Paese e 10.409.935 persone che hanno ricevuto la seconda dose.
METEO Anche per la giornata di domani, cielo sereno e poco nuvoloso su tutte le regioni, con un clima mite ovunque. I valori massimi saranno compresi tra i 22 gradi di L’Aquila e Ancona, i 24 di Cagliari, Roma e Firenze, i 22 di Potenza e i 25 di Bari.
Rocco Becce
Direttore Editoriale