“Un gesto gravissimo e deprecabile quello compiuto da qualche meschino che ha voluto offendere la memoria di un servitore dello Stato, nostro concittadino, che perse la sua vita svolgendo il proprio sevizio nella nostra città”.
È quanto commentato, oggi, dal sindaco di Potenza, Mario Guarente sulla targa imbrattata nel capoluogo lucano che, su quanto accaduto, esprime tutta la solidarietà alla famiglia di Francesco Tammone ed alla Polizia di Stato.
Nello stigmatizzare l’atto vandalico perpetrato nelle ultime ore, che ricorda il giovane poliziotto assassinato, il primo cittadino ha chiesto alle forze dell’ordine di condurre indagini per individuare il responsabile, affinchè un tale comportamento non resti impunito.
“Ho disposto – ha, poi, commentato – che immediatamente possa essere ripristinata la targa com’era in origine”.
Promessa mantenuta!
La targa che il 10 luglio del 2011, a 15 anni dalla sua morte, gli fu intitolato il parco ubicato in via Tirreno, è stata ripulita subito dopo, da come si evince dalle foto e video qui pubblicati.
L’Agente Scelto della Polizia di Stato, Francesco Tammone, “Medaglia d’Oro al Valor Civile“, nella foto, era nato il 7 settembre del 1969, ad Albano di Lucania, in provincia di Potenza, fu ucciso a soli 27 anni, il 10 luglio del 1996, durante una sparatoria con F.P., un noto pregiudicato del posto.
Quella sera il “113” della Questura del capoluogo lucano ricevette la
segnalazione di una rissa in corso in un bar di via Tirreno, nel rione Cocuzzo.
La chiamata venne dirottata alla “Squadra Volante” a bordo della quale l’agente era autista.
Quando i poliziotti giunsero sul posto videro sulla soglia del locale un uomo, nel quale riconobbero un noto pluripregiudicato della zona.
L’uomo, si trovava in regime di semilibertà, dovendo rientrare la sera in carcere, dove stava scontando la condanna a 4 anni di reclusione per rapina.
Quando il capo pattuglia, si avvicinò a lui, chiedendogli i documenti, il criminale si rifiutò, dandosi alla fuga a piedi, inseguito dall’Ispettore, mentre Tammone faceva altrettanto rimettendosi alla guida dell’auto di servizio.
Una volta entrato in via Ionio, il fuggitivo si nascose dietro un angolo e, venne superato dall’Ispettore, che lo aggredì alle spalle sferrando un forte colpo alla base del collo dell’agente di Polizia, dalla cui fondina sfilò la pistola, aprendo il fuoco contro il poliziotto, in arrivo in quel momento a bordo dell’auto.
Tammone, sposato, da due mesi, diventato padre di una bellissima bambina, venne ferito mortalmente, ma prima di cadere, riuscì a rispondere al fuoco e a ferire al collo il suo assassino, poi, arrestato e condannato all’ergastolo il 15 giugno del 1999.
Rocco Becce
Direttore Editoriale