Lo scorso 20 luglio, è finito in manette C.A.
Ad eseguire il fermo, i militari dell’Arma della Stazione di Atella, appartenenti alla Compagnia Carabinieri di Melfi, guidata dal Capitano Carmine Manzi.
Ad informarlo è un comunicato stampa inviato in redazione dalla Procura della Repubblica di Potenza, guidata dal dott. Francesco Curcio che ne ha coordinato le indagini.
L’uomo, sottoposto agli arresti domiciliari, è ritenuto gravemente indiziato di atti persecutori commessi nei confronti dei propri genitori.
Le indagini sono partite lo scorso mese di marzo, quando una pattuglia di Carabinieri era intervenuta dove due coniugi, di 77 e 71 anni, per futili motivi, erano stati aggrediti verbalmente dal proprio figlio che, alla presenza anche di altri parenti, li aveva gravemente minacciati impedendogli l’accesso ai propri terreni.
L’episodio, però, come
successivamente accertato, si è rivelato essere solo l’ultimo di una lunga serie di minacce ed
intimidazioni che i due stavano subendo ormai da anni.
Infatti, il figlio, pur vivendo in un’abitazione a pochi metri di distanza, da quando i loro rapporti si erano logorati, non aveva più rivolto la parola a nessuno ed aveva iniziato ad assumere atteggiamenti aggressivi e violenti.
Situazione che, nel tempo si era aggravata, tanto che offese e minacce di morte erano ormai diventate quotidiane e sempre più pesanti.
In un’occasione, aveva minacciato di impiccare la madre ad un albero, provvedendo anche a posizionare un trattore sotto una pianta, in un’altra aveva detto al padre che lo avrebbe “scannato come un agnello”.
Il perdurare di tali condotte, aveva ingenerato nell’anziana coppia un grave stato di ansia e di paura
per la loro incolumità che non gli aveva consentito di trovare prima la forza di denunciare i soprusi
subiti, costringendoli peraltro a cambiare le proprie abitudini di vita.
Proprio l’indole violenta del
figlio, aveva indotto la coppia a non uscire di casa per evitare le occasioni di incontro ed aveva addirittura scoraggiato le visite di parenti ed amici, facendoli, così, sentire prigionieri nella loro stessa proprietà.
Rocco Becce
Direttore Editoriale