Si è conclusa a Roma la “Settima Conferenza Internazionale EDEN” (Europol Data Protection Experts Network).
L’appuntamento annuale, sulla protezione dei dati personali nell’attività di Polizia, è stato organizzato, quest’anno, in Italia, ieri ed oggi, dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale, in collaborazione con Europol e l’Accademia Europea di Legge.
I numeri dell’evento sono stati impressionanti, considerato che si è trattato di uno dei primi, internazionali, organizzati in presenza nel post pandemia.
Più di 300 i partecipanti, provenienti per oltre un terzo dai Paesi dell’UE e da oltreoceano e 40 i relatori che si sono alternati sul palco, nella prestigiosa cornice dell’Auditorium del Massimo all’EUR.
Diversi gli argomenti al centro dell’attenzione della conferenza, così, come nelle cronache mondiali di tutti i giorni, argomenti diversi che hanno in comune l’urgenza di definire princìpi, regole e metodi per garantire il rispetto dei diritti fondamentali, anche nell’attività di Polizia.
Ha aperto la due giorni di lavori il Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza – Direttore Centrale della Polizia Criminale, il Prefetto Vittorio Rizzi che, nel sottolineare l’ottima collaborazione con Europol, ha posto l’accento sulla necessità della condivisione, cooperazione e trasparenza per garantire i diritti, specie delle persone più vulnerabili e dei minori, in tempi di interazioni umane senza precedenti, che non conoscono limiti di tempo e di spazio e in cui spesso reale e virtuale si confondono.
Prestigiose le figure internazionali che hanno voluto essere presenti, tra cui il Direttore dell’Agenzia per i Diritti Fondamentali della UE, prof. Michael O’Flaherty, il Vice Direttore Generale della DG Home della Commissione Europea, Olivier Onidi e, in video collegamento, il Direttore Esecutivo di Europol, Catherine De Bolle, e il Garante Europeo della Privacy, Wojciech Wiewiórowski.
Uno dei fattori di successo dell’appuntamento è stato, la presenza attiva del pubblico, del mondo accademico, delle istituzioni e del settore privato, in un dibattito vivo e stimolante, non limitato agli addetti ai lavori.
Tra gli argomenti di maggiore attualità, quello del riconoscimento facciale nell’attività investigativa, che è uno dei più delicati e a cui l’incontro ha riservato un un confronto aperto tra la Polizia Scientifica e il Garante della Privacy.
L’appuntamento è al prossimo anno, con lo sguardo sempre attento alle minacce cibernetiche e alle misure di protezione, in un futuro pieno di opportunità e nuove sfide, ma anche di insidie senza precedenti.
È quanto informato in redazione dalla Polizia di Stato.
Redazione