CRONACA – CONTROLLI DEI CARABINIERI A ROMA E PROVINCIA – Proseguono i controlli dei Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca, congiuntamente al personale di ACEA, ARETI e dell’ATER, nell’ambito delle attività fortemente volute dal Prefetto di Roma Matteo Piantedosi in seno al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, per il ripristino della legalità nel quartiere. Questa volta i Carabinieri sono intervenuti nel complesso abitativo situato in via G.B. Scozza, al civico 19, al fine di verificarne la presenza di allacci abusivi alla corrente elettrica ed alle condutture dell’acqua. Il bilancio complessivo è di 64 unità immobiliari controllate, 20 persone denunciate a piede libero, accusate, a vario titolo, di furto aggravato di energia elettrica e acqua, mentre altre 7 sono, in via di identificazione e saranno denunciate per invasione di terreni ed edifici, poichè non presenti all’atto dei controlli, nonchè 3 sequestri penali di veicoli rubati. Le irregolarità riscontrate dai Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca e dal personale qualificato, riguardano appartamenti dove è stata accertata la presenza di allacci abusivi alla rete elettrica, diretti alla rete pubblica, in danno dell’ATER e allacci abusivi alla rete idrica in danno di ACEA Ato2. I militari, con i tecnici incaricati, hanno provveduto contestualmente al ripristino dello stato dei luoghi ed alla rimozione degli abusi accertati. I Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca hanno anche eseguito posti di controllo alla circolazione stradale sanzionando 2 persone trovate a bordo di veicoli sprovvisti di copertura assicurativa ed hanno fatto rimuovere 3 carcasse di automobili e 10 di motocicli nei pressi del complesso di proprietà dell’ATER. All’esito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, i Carabinieri della Compagnia di Roma Montesacro hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Roma, due cittadini romani di 53 e 37 anni, gravemente indiziati per i delitti di rapina aggravata e sequestro di persona in concorso. In particolare lo scorso 11 gennaio, allo scopo di commettere una rapina, dopo essere stato minacciato, un corriere romano di 45 anni, che stava effettuando una consegna di alcuni pacchi nella zona di Pietralata, è stato sequestrato. Una volta bendato, gli indagati si sono allontanati con il corriere a bordo del mezzo, che è stato, poi, lasciato in via dell’Alabastro, senza il carico. Solo dopo essersi liberato, l’uomo è riuscito a dare l’allarme ai Carabinieri che, dopo essere intervenuti sul posto, a seguito di un’attività lampo, sono riusciti ad identificare i due e a recuperare l’intera refurtiva. L’odierno provvedimento recepisce le risultanze investigative emerse nel corso dell’attività di indagine svolta dai Carabinieri della Stazione di Roma Santa Maria del Soccorso insieme al Nucleo Operativo della Compagnia Roma Monte Sacro. I due sono stati raggiunti dai militari, presso le rispettive abitazioni, e condotti in caserma dove, una volta notificato l’atto sono stati accompagnati presso il carcere di Perugia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente. È quanto segnalato dal Comando Provinciale CC di Roma. Salerno, 5 misure cautelari emesse dalla “DIA” -La “DIA” (Direzione Investigativa Antimafia) ha dato esecuzione, alle prime luci dell’alba odierne, ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 5 persone, emessa dal GIP di Salerno su richiesta della “DDA” (Direzione Distrettuale Antimafia). I destinatari, a diverso titolo, sono ritenuti responsabili dei reati di concorso in violenza privata, usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, in alcuni casi aggravati dal metodo mafioso (ex art. 416 bis I°). L’ipotesi accusatoria, a proposito della quale è stata ritenuta la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, riguarda la concessione di prestiti di denaro mediante l’applicazione di tassi di interessi di natura “usuraia”. Questo, nei confronti di persone in stato di bisogno e la realizzazione di rilevanti atti di intimidazione delle vittime, da costringerle per far fronte ai debiti contratti, in alcuni casi, a vendere i propri beni e consegnare agli usurai il ricavato a parziale ristoro dei debiti. Nel corso delle indagini, peraltro, è stato documentato un episodio in cui uno degli usurai non ha esitato a recarsi presso una struttura ospedaliera del frusinate al fine di reperire un debitore, che si sarebbe dovuto recare nell’occasione a far visita ad un congiunto ivi ricoverato per gravi condizioni di salute, al fine di costringerlo ad adempiere alla illecita prestazione. Sono state documentate diverse attività di intimidazione, da parte degli usurai, nei confronti anche dei familiari delle vittime, mediante il danneggiamento di vetture o l’invio di messaggi minacciosi, recandosi personalmente presso i propri luoghi di lavori al fine di costringerli al pagamento dei debiti. Complessivamente le vittime a fronte degli originari prestiti, avrebbero dovuto restituire una somma pari a circa 1 milione di euro mediante il riconoscimento di interessi superiori a tassi oscillanti tra il 300% ed il 514% annuo. Tale circostanza ha evidenziato chiaramente l’entità dei profitti che sono scaturiti dall’esercizio dell’illecita attività della concessione di prestiti di denaro. OPERAZIONE DELLA “DIA“ DI CATANIA – Ennesima operazione contro la criminalità organizzata in Sicilia. A seguito dell’accoglimento da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania della proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dal Procuratore della Repubblica di Catania e dal Direttore della DIA (Direzione Investigativa Antimafia), il Centro Operativo etneo ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro beni nei confronti di tre persone. Una di queste, si tratta di un esponente storico del clan “Santapaola–Ercolano“, attualmente detenuto in regime di carcere duro a seguito della recente condanna all’ergastolo per l’omicidio di Luigi Ilardo, ucciso a Catania nel 1996, poco prima di entrare nel programma di protezione riservato ai collaboratori di giustizia. Già in passato, nei confronti del condannato, erano stati eseguiti articolati accertamenti patrimoniali, sfociati nel dicembre del 2012 nel provvedimento di confisca dei beni per un valore complessivo di euro 30 milioni di euro e nell’aggravamento della misura di prevenzione personale. L’indagine conclusa oggi, ha preso in esame la posizione economica, finanziaria e patrimoniale di altri due individui, padre e figlio, noti imprenditori originari del messinese, già attinti da indagini penali coordinate dalla Procura etnea, sulla scorta delle quali sono stati tratti in arresto con l’operazione “Piramidi”. I due sono a capo di uno dei gruppi imprenditoriali più importanti della Sicilia orientale, operanti in svariati settori, ma principalmente nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti. Negli anni i congiunti sono riusciti a creare una vera e propria galassia di imprese, diversificando le attività della famiglia con società attive nei servizi di pulizia degli ospedali, nel settore immobiliare e nella gestione di un notissimo stabilimento balneare, situato sul litorale catanese. La vicinanza tra i tre individui, conclamata in atti giudiziari, emerge con certezza anche per la presenza degli stessi in occasione del battesimo della figlia del boss ed in occasione di un matrimonio di un congiunto. È proprio tale vicinanza ad essere ritenuta l’origine dell’impressionante escalation imprenditoriale di padre e figlio. Per far luce su un arricchimento, così, repentino, gli inquirenti hanno, infatti, passato sotto la lente di ingrandimento ben 40 anni della loro evoluzione economica ed imprenditoriale. Da umile carpentiere, l’interessato è divenuto uno tra i più facoltosi imprenditori siciliani. Le complesse indagini patrimoniali, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia etnea hanno consentito di appurare che l’ascesa imprenditoriale della famiglia ha avuto una formidabile impennata intorno alla fine degli anni ’90 e che gli investimenti compiuti in quegli anni risultano caratterizzati da massicce immissioni di capitali non giustificate dalla capacità economico-finanziaria che a quel tempo gli imprenditori possedevano. Già nel 2012, l’inchiesta della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) etnea aveva dimostrato il ruolo dell’imprenditore quale braccio economico del boss. Con l’odierno provvedimento il Tribunale di Catania ha accolto l’impostazione dell’analisi compiuta dagli investigatori della DIA sulle intercettazioni ambientali e telefoniche nonchè sulle dichiarazioni di storici collaboratori di giustizia. Il quadro probatorio presentato all’Autorità Giudiziaria è frutto di un lavoro minuzioso, che ha fatto emergere, tra l’altro, anche la perfetta correlazione temporale tra la crescita imprenditoriale delle imprese ed il ruolo di vertice assunto di fatto dal boss nel clan. Anche su tali presupposti il Tribunale di Catania ha accolto la tesi secondo la quale le imprese riconducibili alla famiglia dell’imprenditore “siano il frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego”, richiamando il dettato dell’art. 20 del Codice Antimafia che definisce la cosiddetta “impresa mafiosa”. Per l’operazione che si è svolta oggi, sin dalle prime luci dell’alba, sono stati impiegate unità operative specializzate che hanno posto i sigilli ad aziende, quote societarie, immobili e rapporti finanziari. In particolare, sono stati sottoposti a sequestro 14 società, 7 immobili e svariati rapporti finanziari, da oggi sotto il controllo dello Stato, per un valore complessivamente stimato in oltre 100 milioni di euro. I dettagli di quanto avvenuto, sono stati illustrati, durante una conferenza stampa tenutasi, alle ore 11.00, presso la sede della “DIA” di Catania. Tra i presenti, il Vice Direttore Operativo della DIA, Generale di Brigata, Nicola Altiero e il Capo del Centro Operativo di Catania, dott. Carmine Mosca.
SALUTE In Italia, nelle ultime 24 ore, sono 5.905 i nuovi casi e 59 i morti per “Coronavirus“, con un tasso di positività all’1,1%. I tamponi effettuati sono stati 514.629 ed aumentano le terapie intensive a +2 e i ricoveri ordinari a +16. Nel Lazio, 664 sono le nuove positività e 6 le vittime. In Campania, 615 sono le infezioni e 6 i decessi. In Basilicata, 28 i contagi e 0 i morti. In Puglia, 224 le persone positive ed una deceduta. È quanto riportato oggi dal bollettino epidemiologico del Ministero della Salute.
EVENTI Come ogni anno, nella mattinata di oggi, anche in Basilicata, a Potenza, alla presenza di autorità politiche e militari, è stata celebrata la “Giornata dell‘Unità Nazionale e delle Forze Armate“. L’evento si è svolto presso il Monumento ai Caduti, nel Parco di Montereale, con lo schieramento dei reparti, la cerimonia dell’Alzabandiera, la deposizione di una corona al Monumento ai Caduti, la lettura dei messaggi del Presidente della Repubblica, del Ministro della Difesa e la consegna di una bandiera nazionale all’Istituto di Istruzione Superiore di Moliterno, intitolato a “Giuseppe Parisi“, fondatore della Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli. A presenziare la manifestazione, promossa dalla locale Prefettura, d’intesa con il Comandante della “Legione Carabinieri Basilicata“, Generale di Brigata, Raffaele Covetti, il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, il Presidente della Provincia, Rocco Guarino, il Prefetto, Annunziato Vardè, il Vescovo, Mons. Salvatore Ligorio ed altre autorità locali e regionali. Il trio comico potentino “La Ricotta“, con i fratelli Tonino e Peppino Centola e Mario Ierace, ritorna su “Radio Tour Basilicata“, con “Ricottopoli“. Il programma radiofonico andrà in onda, da domani, sulle frequenze 98.1 FM, 100.3 FM, 101.8 FM, dalle ore 9.00 alle ore 10.00. Quindi, nei giorni del lunedì, mercoledì e venerdì, potrete sintonizzarvi sull’emittente radiofonica lucana per passare delle ore spensierate. Diversi saranno i personaggi interpretati dal noto gruppo, nato a Potenza, nel 1987, che, grazie al loro coinvolgimento, vi trasporteranno in un mondo assolutamente unico e divertente.
METEO Per domani, giornata nel complesso stabile e soleggiata su gran parte delle regioni, salvo per qualche nebbia al mattino sulle pianure, con temperature in calo, tra i 16 e 21 gradi, come informato da “3B Meteo“.
Rocco Becce
Direttore Editoriale