Per il sesto anno consecutivo, in Basilicata, l’Irccs Crob di Rionero in Vulture, è stato premiato con il massimo dei tre bollini rosa previsti dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della donna per gli ospedali impegnati nella promozione della medicina di genere.
Un impegno, quello della struttura sanitaria lucana, riconosciuta da “Onda” già nel 2008, con il primo conferimento di due bollini rosa.
Una storia lunga 13 anni che distingue l’Istituto anche per questo biennio, grazie ad un’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie che riguardano l’universo femminile.
La valutazione delle strutture ospedaliere e l’assegnazione dei bollini rosa è avvenuta tramite un questionario di candidatura composto da oltre 400 domande, ciascuna con un valore prestabilito, suddivise in 15 aree specialistiche, più una sezione dedicata alla gestione dei casi di violenza sulle donne e sugli operatori sanitari.
Un apposito Advisory Board, presieduto da Walter Ricciardi, professore di Igiene e Sanità Pubblica, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, che ha validato i bollini conseguiti dagli ospedali (zero, uno, due o tre) a seguito del calcolo del punteggio totale ottenuto nella candidatura, tenendo in considerazione anche gli elementi qualitativi di particolare rilevanza non valutati tramite il questionario di servizi, percorsi speciali, iniziative e progetti particolari.
Referente, per la struttura ospedaliera lucana, è la dott.ssa Graziella Marino.
Tre i criteri di valutazione tenuti in considerazione, la presenza di specialità cliniche che trattano problematiche di salute tipicamente femminili e trasversali ai due generi che necessitano di percorsi differenziati, tipologia e appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici e servizi clinico-assistenziali in ottica multidisciplinare gender-oriented, l’offerta di servizi relativi all’accoglienza delle utenti alla degenza della donna a supporto dei percorsi diagnostico-terapeutici (volontari, mediazione culturale e assistenza sociale) e infine il livello di preparazione dell’ospedale per la gestione di vittime di violenza fisica e verbale.
Redazione