In Basilicata, a Laurenzana, nel potentino, anche per quest’anno, si è conclusa la “42esima Asta di Arieti Merinizzati“, alla presenza di circa 200 allevatori, arrivati da tutto il Sud Italia
L’evento, tenutosi presso il “Centro Selezione”, dove da anni si lavora per rafforzare le attività di miglioramento genetico non solo della razza bovina podolica, ma anche della pecora merinizzata, è stato organizzato dall’Associazione Nazionale della Pastorizia e dall’Associazione Regionale Allevatori della Basilicata.
Per l’importante occasione, come informato in redazione, sono stati messi all’asta, dei 41 capi introdotti a luglio nel centro provenienti da allevamenti del Lazio, Molise, Abruzzo e Basilicata, 27 arieti selezionati che hanno concluso il ciclo di performance test.
Alcuni degli esemplari battuti hanno raggiunto fino a 1.650 euro di valore a capo.
A differenza della precedente edizione svoltosi online, per via delle restrizioni sanitarie imposte dalla pandemia da “Covid–19“, quest’anno, con le dovute cautele e tutti in possesso del “Green Pass“, si è tornati in presenza.
Obiettivo prioritario e strategico dell’asta rimane quello di mantenere alto il livello qualitativo degli allevamenti e consolidare la centralità del territorio lucano nella diffusione della razza ovina merinizzata.
“La finalità del miglioramento genetico è rendere la popolazione selezionata idonea a produrre secondo le esigenze dettate dal mercato e questo è perseguito, contemporaneamente, tramite il miglioramento del genotipo e della morfologia”.
È quanto spiegato dal direttore dell’AssoNaPa, Silverio Grande che ha aggiunto “a tal fine, la selezione delle razze è la modalità operativa maggiormente adottata in quanto, mediante l’accoppiamento di individui geneticamente superiori, permette di ottenere una generazione filiale migliore rispetto agli ascendenti. Per selezionare i caratteri d’interesse economico e a tal fine, la selezione è la modalità operativa maggiormente adottata in quanto, mediante l’accoppiamento di individui geneticamente superiori, permette di ottenere una generazione filiale migliore rispetto agli ascendenti. Per selezionare i caratteri di interesse economico e di migliore gestione aziendale, in genere, negli ovini si fa riferimento anche alla valutazione morfologica tramite la quale, gli individui che esteriormente non corrispondono ad un ideal type, vengono scartati – ha concluso Grande – come noto però, il principale problema di questo tipo di giudizio è la soggettività, pertanto, nel futuro, si tenderà ad integrare tale metodo con la valutazione genetica, di tipo lineare, caratterizzata, invece, da una elevata oggettività”.
L’allevamento, oggi, conta oltre 220 mila capi, di cui la maggior parte di razza merinizzata, e svolge, oltre ad un importante ruolo economico ed occupazionale, una determinante azione di salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente e delle caratteristiche naturali del nostro territorio, così, come riconosciuto anche dalla recente legge n. 54/2021, approvata dal Consiglio Regionale della Basilicata che ha dichiarato la pastorizia quale elemento del patrimonio regionale.
La tipologia di allevamento praticato è prevalentemente allo stato brado con utilizzo del pascolo anche attraverso la pratica della transumanza.
“La continua e puntuale attività di selezione e di assistenza tecnica svolta giornalmente dall’ARA Basilicata – hanno aggiunto il presidente dell’Associazione regionale allevatori di Basilicata, Palmino Ferramosca e il direttore, Giuseppe Brillante – l’attività di miglioramento genetico attuato anche con i cicli di performance test consentono all’allevamento ovino lucano di poter vantare, oltre ad un consistente numero di capi anche un livello di specializzazione invidiato dagli altri territori. In particolare il lavoro sulla genetica della pecora merinizzata del centro di selezione di Laurenzana mira a migliorare la resa e la qualità della carne e del latte”.
Redazione