L’ex governatore della Regione Basilicata, Marcello Pittella, attuale consigliere regionale del “Partito Democratico“, all’alba del 6 luglio del 2018, durante una maxi-operazione denominata “Il Suggello“, fu arrestato dai militari delle “Fiamme Gialle” del Comando Provinciale di Matera e sottoposto ai domiciliari, come da link qui pubblicato.
Questo avvenne, nell’ambito del processo legato alla “Sanitopoli Lucana“.
Le ipotesi accusatorie formulate hanno individuato nel presidente della Regione Basilicata, Pittella, la persona che influenzava pesantemente le scelte gestionali delle aziende sanitarie e ospedaliere lucane nell’ambito dei concorsi indetti per la selezione e l’assunzione di personale.
Il politico, in seguito, fu anche costretto a dimettersi, con le successive elezioni del marzo 2019, vinte dal centrodestra, guidato da Vito Bardi, attuale presidente della Regione Basilicata.
Dopo circa 3 anni, l’ex presidente della Regione Basilicata, è stato assolto in primo grado e, questo, non può sicuramente che farci piacere, pensando soltanto, minimamente, a cosa abbia potuto passare in questi lunghi anni.
E su tutto questo, forse ci sarebbe anche da meditare.
Per questa vicenda, legata a presunti concorsi pilotati nell’azienda sanitaria materana, il pm aveva chiesto una pena di 3 anni.
Sono, invece, 7 le condanne inflitte dal Tribunale di Matera.
Sono stati condannati a 2 anni e 6 mesi, gli allora commissari delle due Aziende Sanitarie Provinciali, Giovan Battista Chiarelli e Pierino Quinto, 5 anni all’ex dirigente amministrativa dell’ASM, Maria Benedetto.
Condannato a 2 anni e 6 mesi, Giovanni Amendola, ex dirigente amministrativo del CROB di Rionero in Vulture, a 2 anni, Annarita Di Taranto, funzionaria del CROB, 1 anno e 6 mesi ad Angela Capuano, funizionaria del CROB e ad 1 anno, Maria Evangelista Taccardi, dirigente ASM.
Rocco Becce
Direttore Editoriale